”All’inizio intendevo solo produrre del buon “vino di famiglia”, poi le cose si sono fatte più serie”: a parlare è Paolo Radici, dna da imprenditore ed entusiasmo da vigneron. la sua azienda, Ronco Calino, ha debuttto ufficialmente nel variegato panorama della Franciacorta.
Il piccolo gioiello enologico incastonato tra Erbusco, Adro e Cazzago San Martino nasce da due desideri dell’industriale, nativo di Bergamo: stabilirsi in un tranquillo angolo di collina e concretizzare la sua passione per il vino in un’attività produttiva. Il sogno si è avverato nel 1996, quando Radici acquista e ristruttura la casa colonica appartenuta all’indimenticato pianista Arturo Benedetti Michelangeli, e rileva i 10 ettari di vigneto che circondano la dimora, iniziando nel frattempo la costruzione della cantina. Comincia, così, la sua avventura enologica, in un angolo di Franciacorta lontano dagli itinerari più frequentati, che si affianca all’impegno della holding di famiglia.
Paolo Radici è, infatti, consigliere d’amministrazione di Radici Partecipazioni, un colosso presente con le sue controllate in numerosi settori industriali: dalle fibre sintetiche alla chimica, sino alla produzione di energia idroelettrica. La holding controlla società localizzate in Europa (Italia, Spagna, Germania, Belgio, Francia, Svizzera, Regno Unito, Romania, Repubblica Ceca, Ungheria), Cina, Usa e America Latina. Nel 2005, il fatturato di Radici Partecipazioni si è attestato a 1.089 milioni di euro, con un margine operativo lordo di 73 milioni; il gruppo è in crescita, i ricavi delle vendite per i primi 5 mesi, da gennaio a maggio 2006, sono pari a 460 milioni di euro.
L'impegno nella società di famiglia non ha però fatto mancare a Radici tempo ed energie da investire nella sua Ronco Calino, dove pretende dai collaboratori estremo rigore nella conduzione di vigneto e cantina. Un’attenzione metodica che può contare sull’esperienza di Leonardo Valenti, la competenza di Pierluigi Donna, agronomo, e Francesco Polastri, enologo.
I risultati sono in bottiglia: vini e “bollicine” sempre più ambiti dagli appassionati e accolti con interesse dai media di settore. Del resto Radici ama ripetere che “se lavori pensando a qualcosa che tu stesso consumerai, sicuramente il prodotto sarà il migliore che tu possa realizzare”.
Focus - Ronco Calino in breve
I Franciacorta e i vini fermi di Ronco Calino confermano le potenzialità qualitative del territorio, ma l’azienda di Torbiato di Adro si distingue per alcune interessanti peculiarità. Ronco Calino è un monocru, dieci ettari contigui di vigna, con evidenti vantaggi produttivi e logistici; i vigneti godono di una particolare esposizione, che ritarda la maturazione dei grappoli consentendo la vendemmia in un periodo più fresco (quid importante nell'ottica di preservare l'acidità delle basi Franciacorta); il suolo che accoglie i filari si presenta povero e variegato. In cantina si punta a preservare il carattere intrinseco delle singole varietà, qui la tecnologia aiuta l’enologo come mezzo per evitare un’eccessiva manipolazione del prodotto. Inoltre, la freschezza acidica, derivata dal ritardo nella maturazione, favorisce una corretta evoluzione biologica senza l'utilizzo della chimica. Le basi Franciacorta sono fermentate separatamente, e nella cuvée l’addizione di pinot bianco e pinot nero riesce ad ammorbidire l'aromaticità dello chardonnay; ne derivano Franciacorta complessi, con interessanti sfumature olfattive e gustative. Per Brut, Satèn e Millesimato si punta a permanenze sui lieviti assai prolungate: il “base” rimane infatti almeno trenta mesi in catasta. Ronco Calino produce quattro vini fermi: un Terre di Franciacorta Bianco e uno Chardonnay in purezza, il “Sottobosco”, e due rossi, il Terre di Franciacorta e il raro “l’Arturo”, pinot nero affinato in piccola botte almeno un anno, il migliore omaggio al pianista Benedetti Michelangeli.
L’architettura della cantina si distingue per le linee eleganti, pulite, ben inserite nell'anfiteatro morenico decorato da vigneto e bosco; alta tecnologia nella cantina interrata. Ronco Calino produce 40.000 bottiglie all’anno, che aumenteranno fino a 60mila: piccoli numeri e grandi ambizioni qualitative.
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