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Usa, il commercio di vino online in crescita dell’11% annuo fino al 2026 grazie al segmento premium

IWSR: il 49% dei fatturati dalla fascia più alta. L’e-commerce degli alcolici potrebbe raggiungere una quota del 6% entro il 2026
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Il vino sul web

Dopo la fine dell’emergenza pandemica e dei lockdown, la crescita dell’e-commerce nelle vendite di vino, a livello globale, non si è fermata. Anzi, in molti mercati chiave la quota delle vendite online è continuata a crescere, e ci sono ulteriori possibilità di crescita, visto che in mercati come Stati Uniti, Canada e Brasile, ben un terzo dei consumatori di vino che attualmente non ordina online è aperto all’idea di farlo. Proprio in Usa, come raccontano i dati IWSR, però, la tendenza ad acquistare bottiglie di fascia premium potrebbe inibire le prospettive di crescita a breve termine a causa dell’inflazione e dell’aumento del costo della vita. La crescita del canale e-commerce, inoltre, porta ad una diversificazione dell’offerta, da integrare con le vendite dirette e con gli shop online delle catene della Gdo, nell’ottica della omnicanalità.

Intanto, con l’allentamento delle restrizioni Covid, il canale on-trade è rimbalzato, e dovrebbe riprendersi completamente nei prossimi anni, insieme a un ritorno ai tradizionali modelli di acquisto fisici, quelli della vendita al dettaglio. Pertanto, la crescita delle vendite di alcolici online dovrebbero rallentare, dopo una crescita del valore di quasi l’80% nel 2020 e del 15% nel 2021. Questo quadro di espansione più moderata si traduce in tassi di crescita annui delle vendite sul canale e-commerce del +11 % tra il 2021 ed il 2026. Meglio fanno i superalcolici, con una crescita media, nel periodo, prevista in un +17% annuo. Gli acquisti online, tuttavia, rimangono una piccola parte del mercato complessivo: il 3,5% del mercato totale degli alcolici, ma si prevede che la quota supererà il 6% entro il 2026.

Uno degli aspetti più attrattivi per le aziende del settore vino è la sua predisposizione verso fasce di prezzo più elevate: se nel 2021 i prodotti premium avevano una quota a valore del 28% delle vendite totali di bevande alcoliche, negli acquisti online era addirittura del 49%,e dovrebbe salire al 54% nel 2026. Tuttavia, questa inclinazione verso prodotti di valore superiore potrebbe creare problemi a breve termine, a causa di un contesto economico sempre più incerto, segnato dall’elevata inflazione, dai timori di recessione e dall’aumento del costo della vita, perché seppure i consumatori di prodotti premium soffrano meno la contrazione economica, frequenza e quantità di acquisto tendono comunque a calare.

La vendita di vino online ha raccolto un notevole successo durante i lockdown in epoca Covid-19, specie grazie al canale Direct to Consumer, ben consolidato e libero da restrizioni, ma negli ultimi tempi c’è stato un maggiore controllo normativo sulle spedizioni potenzialmente illegali fuori Stato. In questo panorama, complessivamente positivo, un’eccezione degna di nota è rappresentata dagli spumanti, che hanno perso quote sulle vendite online durante la pandemia di Covid-19 a causa del pessimismo dei consumatori e delle restrizioni alla socialità. Con l’inversione di queste dinamiche, si prevede che lo spumante possa registrare una crescita piuttosto rapida nei prossimi anni.

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