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A WASHINGTON

Usa, le possibili nuove linee guida contro l’alcol preoccupano il primo mercato mondiale del vino

Per il 2025 si va verso l’indicazione che bere non sia salutare in nessuna quantità. Ma c’è più di qualche dubbio su quali dati vengano analizzati
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Usa, verso lo “zero alcol” nelle nuove linee guida sulla salute (ph: Pixabay)

L’industria del vino statunitense è preoccupata. Come riporta “Wine Searcher”, a Washington sarebbero in fase di studio le nuove linee guida per il 2025 riguardanti il consumo di alcol e pare che si vada verso la strada della non flessibilità: ovvero, verso l’indicazione che il consumo di alcol non sia sicuro per la salute in nessuna quantità. Niente di confermato o accennato ancora, ma il settore comincia a interrogarsi sul futuro e su come eventualmente tutelarsi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità già l’anno scorso aveva rilasciato dichiarazioni simili, scatenando anche un grande dibattito in Europa, come abbiamo raccontato spesso, e molti analisti le avevano collegate al calo delle vendite del vino. In ogni caso, fatta eccezione per i Paesi arabi e alcuni Stati dell’India, nessun Governo ha sancito che consumare alcol sia vietato o pericoloso a prescindere dalle quantità. Diverso sarebbe il discorso se a farlo fossero gli Stati Uniti, il primo mercato per consumo di vino al mondo e i leader del commercio straniero nel comparto italiano.
Le attuali linee guida degli Usa dicono che, per gli uomini, non è dannoso bere due drink al giorno, mentre per le donne uno. Nel 2023 “Wine Opinions” ha condotto un sondaggio su duemila americani consumatori abituali di alcol: quando è stato chiesto loro se ipotetiche nuove linee guida raccomandassero di non bere più di due drink a settimana, il 66% delle persone tra i 21 e i 39 anni ha detto che sarebbe diventato più cauto (come abbiamo riportato qui). Ma per Michael Kaiser, vice presidente esecutivo Wine America, “le attuali linee guida sono già piuttosto anti-alcol. Consigliano di non iniziare a bere se non si è già iniziato e che può causare problemi di salute. Tuttavia, dicono anche che le attuali linee guida vanno bene per un consumo sicuro negli adulti sani. Se le indicazioni cambiano - sostiene Kaiser - ci sarà un calo del consumo, soprattutto a casa, e che riguarderà principalmente i più giovani. Penso che si vedrà il vino come qualcosa (solo) per le occasioni speciali”.
In aprile 2024, la Commissione per la Sorveglianza e Responsabilità della Camera ha chiesto formalmente quali documenti sono stati analizzati finora per formulare le possibili nuove indicazioni accusando l’Accademia Nazionale di Scienza, Ingegneria e Medicina - che dovrebbe esaminare le linee guida - di non seguire dati scientifici e di aver delegato la revisione al Comitato di coordinamento interagenziale per la prevenzione del consumo di alcol dei minori. Ma quindi, chi decide? E in base a cosa? Lo scorso mese, la giornalista Felicity Carter, scrivendo su “Wine Business Monthly”, ha fatto notare come tra i partner collaboratori dell’Oms ci siano diversi gruppi anti-alcol: il più significativo è Movendi, un movimento per la temperanza fondato nel 1851 con sede a Stoccolma, in Svezia, e che si autodefinisce “il più grande movimento globale indipendente per lo sviluppo attraverso la prevenzione dell'alcol”. Secondo la Carter “la visione del mondo di Movendi è semplice: non ci sono artigiani, piccoli produttori o viticoltori collegati alla terra e alla storia. C’è solo “Big Alcohol”, un alleato di Big Tobacco”. Il dubbio secondo lei è che dietro alla nuova comunicazione anti-alcol dell’Oms, che poi di fatto detta la linea a tutti, ci siano movimenti al limite del neo-proibizionismo. Eppure la “Curva J”, che sostiene che bere vino con moderazione sia addirittura meglio che non bere affatto, parla chiaro, e anche questa è scienza.

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