Vedere l’interesse per il Brunello di Montalcino 2010 crescere a dismisura (viste le grandi attese per questa annata), che torni in auge l’“en primeur” di Bordeaux, ma anche vedere sempre più viticoltori indipendenti riconosciuti per la qualità e la differenza dei loro prodotti. Questi i principali desideri dei più famosi wine merchants del Regno Unito, mercato che storicamente anticipa le tendenze mondiali, per il 2015, intervistati da “Wine Searcher”, uno dei siti web leader del mondo enoico.
“Nel 2015 ci sarà un grande interesse per l’uscita nel mercato dell’annata 2010 del Brunello di Montalcino - fa sapere Alisa Lopano della casa d’aste Zachys - e noi speriamo di vedere questa eccellenza italiana tra le più richieste nelle nostre aste. Dopotutto l’annata 2010, stando alle aspettative, potrà rivaleggiare con quelle del 1997, 1999 e 2006”. Speranza condivisa anche da Joss Fowler della London’s Fine & Rare Wines: “speriamo che nel 2015 i vini italiani abbiano sempre più richiesta, magari trainati dall’ottima annata del Brunello”.
Tra le speranze più condivise, anche quella di rivedere la ripresa del Bordeaux “en primeur”, come auspica Mark Ross di Farr Vintners: “il futuro di questo sistema e, in una certa misura, la popolarità della regione, è nelle mani dei proprietari degli Chateaux. È calato l’interesse per questa regione straordinaria anche a causa dei prezzi esasperati. Speriamo che i produttori se ne rendano conto e riportino la passione dei compratori per i loro vini”. Stesso punto di vista anche per William Gardener di Nickolls & Perks: “Mi aspetto un adeguamento dei prezzi che riporterà l’interesse dei compratori”. “Bordeaux sta attirando molta attenzione negli Stati Uniti - dice Alisa Lopano - ma i proprietari degli Châteaux devono rinnovare l’interesse nei clienti. I prezzi troppo elevati delle annate 2009 e 2010, hanno fatto un po’ perdere l’interesse tra collezionisti e aspiranti appassionati. Ora il mercato sta un po’ riprendendo, ma ci vuole la giusta spinta dei produttori”.
Non solo l’“en primeur” di Bordeaux, nella wish list dei venditori. “Nel 2015 mi piacerebbe vedere sempre più viticoltori indipendenti riconosciuti per la qualità e la differenza dei loro prodotti - fa sapere Stéphane Rognon di Bordeaux Index- purtroppo, la globalizzazione del mercato del vino significa fa si che la maggior parte delle persone beva sempre gli stessi vini”. “Negli ultimi anni abbiamo visto una crescente attenzione alla qualità e alla provenienza nel commercio del vino ad Hong Kong - ha detto Mike Convey di Abbelio, tra i leader dei fine wine nel piccolo ma florido mercato asiatico - gli importatori sono più consapevoli dei danni che i lunghi viaggi in mare possono fare al vino e importano le loro bottiglie scegliendo cabine a temperatura controllata e stipano i vini in magazzini certificati e specializzati. È probabile che queste tendenze continueranno nel 2015, anche se non così velocemente come vorremmo”. La speranza di Russell Wallace di Exel Wine è invece che in Scozia ci sia più educazione al vino da parte dei consumatori: “le etichette sui vini dovrebbero essere esaustive e dovrebbero essere nella lingua della nazione in cui viene venduto. Chi beve ha il diritto di sapere cosa c’è dentro. I nostri compratori ce lo chiedono ed è giusto che lo sappiano. Spero che con il prossimo anno si riesca a informare meglio il cliente, così che il mondo del vino sia più capito e apprezzato”.
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