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VENDEMMIA 2006 - IN CALO MA DI BUONA QUALITA', SECONDO LA CIA: LE PRIME STIME PREVEDONO CHE SARA' SIMILE A QUELLA DEL 2003

L'andamento climatico bizzarro con caldi anticipati tra fine inverno e inizio primavera, epoca del germogliamento e fioritura della vite, poi freddi improvvisi e prolungati in medio-tarda primavera, cioé durante la fioritura-allegagione dei grappoli, e ancora caldo torrido e siccitoso in questa prima metà dell'estate in cui i chicchi invaiano e cominciano a maturare, preannunciano una vendemmia inferiore alla media con cali quantitativi tra il 5 e il 15% a seconda delle regioni. Emerge dalle prime stime della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori per la quale, comunque, la qualità sarà buona.
Anche se i viticoltori hanno provveduto alle irrigazioni di soccorso durante l'invaiatura, il freddo tardivo - afferma la Cia - non ha consentito una buona allegagione e il caldo estivo, fino ad ora con scarsa escursione termica, ha invece portato ad una consistente evaporazione dei chicchi. Questi fenomeni, più accentuato il primo nel Centro-Sud e nelle isole e di maggiore incidenza il secondo nel Centro-Nord, con punte preoccupanti nell'Area Padana e nel Nord-Est, fanno attendere una vendemmia 2006 più simile, in quantità, a quella del 2003 che non alle ultime due. Nei prossimi giorni comincerà la raccolta delle uve precoci (Chardonnay, Pinot bianco, Muller Thurgau, Primitivo) in Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna, per concludersi solo nella seconda decade di ottobre con quelle tardive (Aglianico, Nebbiolo, Cabernet) e in mezzo, per tutto il mese di settembre saranno portate in cantina le uve a maturazione intermedia che rappresentano la maggior parte della nostra produzione (Trebbiano, Sangiovese, Barbera, Corvina, Merlot).
Pur se con molte incertezze sull'andamento climatico da qui a fine vendemmia, le prime rilevazioni effettuate dalla Cia in questi giorni, fanno prevedere che la produzione di vino si attesterà quest'anno sotto i 48 milioni di ettolitri che rappresentano il 7% in meno rispetto al 2005 ed il 10% in meno sul 2004.
Tra le regioni, si contenderanno il primato produttivo Puglia, Veneto, Sicilia ed Emilia Romagna, dopo alcuni anni di netta prevalenza del Veneto. Quanto a qualità, salvo rivolgimenti climatici dirompenti, sarà generalmente buona, con gradazioni alcoliche superiori allo scorso anno e caratteri organolettici nelle media. Sul fronte dei prezzi delle uve, dopo quelli fortemente depressi degli ultimi due anni, gli agricoltori si attendono un miglioramento delle quotazioni sia per il successo delle esportazioni, sia per la pur lieve ripresa dei consumi interni, soprattutto dei vini bianchi, che, ancora, per l'alleggerimento delle giacenze di cantina per l'attuazione delle due distillazioni di crisi concesse dall'Unione europea per i vini del 2004 e del 2005.

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