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IMPRESSIONI DI SETTEMBRE

Vendemmia 2022, dall’Alto Adige alla Sicilia i produttori in coro: “annata oltre le aspettative”

A WineNews le testimonianze di tanti produttori top del Belpaese, da Nord a Sud, in una raccolta quasi ovunque verso la fine, e di qualità

La grande siccità che ha messo in allarme quasi tutto il “vigneto Italia” fino a fine agosto, poi un sostanziale e sostanzioso recupero grazie alle piogge, che adesso, in vista delle conclusione della vendemmia 2022, sembrano addirittura troppo insistenti e rischiano di intralciare le operazioni per chiudere quella che, in ogni caso, a detta di tutti i produttori, è un’annata positiva in qualità, non troppo scarsa in quantità, e comunque ben oltre le aspettative di solo qualche settimana fa. È il quadro di sintesi che, dall’Alto Adige alla Sicilia, confermano, a WineNews, tanti produttori di primo piano del Belpaese (da Alois Lageder a Chiarlo, da Pio Cesare a Carpenè Malvolti, da Masi a Umani Ronchi, da Lungarotti ad Antinori, da Tenute Ambrogio e Giovanni Folonari a Col d’Orcia, da Rivera a Mastroberardino, da Argiolas a Donnafugata, a Tasca d’Almerita). Con le voci dei produttori che, nella maggior parte dei casi, ad uve quasi completamente in cantina (ma, in qualche caso, con ancora i primi grappoli da tagliare) suonano di prudente soddisfazione.
“È ancora presto per dare giudizi sui vini - dice Clemens Lageder, alla guida di Alois Lageder, una delle cantine più in vista dell’Alto Adige - ma abbiamo portato in cantina uve molto belle; in Alto Adige non abbiamo avuto tanta siccità, manca un po’ di acidità ma siamo contenti. Le uve erano sane, ora dobbiamo assaggiare via via mosti e vini nella loro evoluzione in cantina”. “Alla fine è stata una vendemmia molto migliore di quanto non si temesse - aggiunge dal Piemonte delle Langhe e del Monferrato, Alberto Chiarlo, ai vertici della griffe Michele Chiarlo - è stata un’annata molto difficile fino a fine agosto per la siccità, con poca uva, e che non stava maturando nel modo giusto. Poi sono arrivati 40 millimetri di pioggia che hanno cambiato le cose, e ora possiamo dire che è stata una vendemmia con uve di grande potenzialità qualitativa, e quantità in linea con il 2021, soprattutto guardando a Barolo ed a Barbaresco. E, quindi, quella che poteva essere una vendemmia anche peggiore della 2003, è diventata un’annata molto buona dal punto di vista qualitativo, e non scarsa in quantità”. A fare eco a Chiarlo è Alessio Franco (Pio Cesare), cantina storica delle Langhe, ad Alba, guidata da Federica Boffa: “è una vendemmia decisamente migliore di quanto ci si aspettasse a maggio o a giugno. Le maturazioni sono buone, la quantità non è abbondante, ma ci aspettiamo ottime cose in qualità, soprattutto per i Nebbioli”.
Dal Piemonte al Veneto, sul fronte Prosecco, è positiva anche la valutazione di Domenico Scimone, al vertice della Carpenè Malvolti, la cantina dove è nato il Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. “La natura ci ha regalato una vendemmia complessa come i tempi che stiamo vivendo. Ma è un’annata molto valida - dice il manager - in termini di qualità, inferiore in quantità di un -15% sul 2021 sulle Colline del Conegliano Valdobbiadene Patrimonio Unesco, e quindi per il segmento del Superiore e della Docg, e noi che siamo focalizzati su questo siamo contenti perchè la qualità ci accompagna ancora una volta e ci permetterà di fare un prodotto sempre più vicino all’eccellenza. Per la zona di pianura della Doc, invece, sui volumi, dovremmo essere in linea con il 2021”.
Anche in Valpolicella, spiega Alessandra Boscaini (Masi Agricola), una delle cantine di riferimento del territorio, è stata una “annata al cardiopalma, l’estate ci ha fatto stare con il fiato sospeso per la siccità. Poi le piogge di fine agosto hanno dato sollievo alla vigna, regalandoci una buona vendemmia. Un po’ scarsa in quantità, ma la qualità c’è. Ora le uve sono a riposo, in appassimento, e vediamo cosa succede in quella che è una fase cruciale per la produzione dell’Amarone”.
Scendendo nelle Marche del Verdicchio e del Rosso Conero, parla di “vendemmia superiore alle aspettative sulle previsioni di luglio e di agosto” Michele Bernetti, alla guida di Umani Ronchi, cantina-faro della Regione, e anche presidente dell’Istituto Marchigiano Vini. “Man mano che raccoglievamo, in particolare sul Verdicchio, abbiamo trovato una qualità inaspettata, le poche piogge di agosto hanno fatto crescere la quantità e ci portano ad un +15% sul 2021, che, però, era stato un anno molto scarso. Ed anche sui rossi, che stiamo ancora raccogliendo, ma direi che sembra una vendemmia molto buona”. Dalle Marche all’Umbria di Torgiano e di Montefalco il passo è breve, ed il quadro simile, come spiega Chiara Lungarotti, produttrice con una delle cantine che hanno segnato il rinascimento del vino umbro. “Dal punto di vista della qualità siamo in linea con le nostre aspettative - spiega - mentre in quantità è stata una vendemmia più generosa di quanto ci si aspettasse, grazie soprattutto alle piogge di metà settembre, che hanno cambiato le cose in maniera importante. Le varietà, sia bianche che rosse, sono in cantina, a Torgiano, mentre a Montefalco il Sagrantino è ancora sulle piante, ed aspettiamo ancora un po’ di tempo per una maturazione ottimale”.
Passando alla Toscana, i giochi non sono ancora fatti, ma quasi, come spiega Alessia Antinori, che, con le sorelle Albiera e Allegra, è ai vertici di Marchesi Antinori, cantina che è riferimento del vino italiano, presente in tutti i territori più importanti del Granducato, dal Chianti Classico a Montalcino, da Bolgheri a Montepulciano, e non solo. Siamo a due terzi di raccolta, abbiamo davanti altri 15-20 giorni, la parte forse più importante. Non mi sbilancio ancora troppo, ma, malgrado le previsioni, che erano davvero negative per la siccità, alla fine abbiamo lavorato con i tempi giusti, le quantità sono buone e la qualità delle uve è molto interessante, quindi per ora siamo contenti, poi vedremo”. Sulla stessa linea anche Giovanni Folonari, alla guida di un altro nome storico del vino di Toscana e d’Italia, come le Tenute Giovanni e Ambrogio Folonari, anch’esse disseminate tra Chianti Classico, Montalcino, Montepulciano, Bolgheri e Maremma. “È stata una vendemmia non facile, alla fine abbiamo avuto ottimi risultati qualitativi nonostante le difficoltà e una complessa gestione del terreno, per non stressare le piante già provate dalla siccità. Per fortuna dopo cinque anni consecutivi abbiamo evitato la gelata primaverile, quindi abbiamo avuto tanta uva che, però, è rimasta piccola. Ma ottima, con tannini molto maturi: la qualità è molto buona. Purtroppo noi abbiamo fuori ancora quasi tutto il Sangiovese, con uve ad oggi molto sane, e quindi speriamo che smetta di piovere per raccogliere. Ma la sintesi è: una vendemmia molto buona, la 2022, non scarsa come la 2017, ma neanche abbondate, e ottima la qualità, che è la cosa più importante”. La conferma di qualcosa di più di uno “scampato pericolo” arriva anche da Santiago Marone Cinzano (Col d’Orcia), una delle cantine storiche del Brunello di Montalcino. “Abbiamo visto un inverno ed una primavera molto siccitose, come del resto è stata buona parte dell’estate, con tanto caldo. Poi a metà agosto sono iniziate piogge abbondanti durate fino a metà settembre, che hanno aiutato a diluire le uve, a portare escursioni termiche tra giorno e notte, e questo ci ha aiutato a raggiungere una maturazione più equilibrata e con buone quantità. Quindi, siamo molto soddisfatti della vendemmia”.
“Da noi la vendemmia è ancora solo a metà - aggiunge dalla Puglia, e dalla zona di Castel del Monte, Sabastiano De Corato della cantina Rivera - perchè le nostre varietà sono tardive, e andremo fino a fine ottobre. Per noi è stata una vendemmia normale. Si parla di siccità, ma noi in Puglia siamo abituati e abbiamo la possibilità di sostenere le viti con l’irrigazione a goccia, che utilizziamo con attenzione, perchè serve a sostenere la vite nei momenti difficili, e nulla più. La 2022 è una vendemmia quasi perfetta, la sanità delle uve è quella giusta, senza malattie importanti, le quantità sono in leggera crescita, +5%, sul 2022, e per ora siamo assolutamente soddisfatti”. “In Irpinia non abbiamo ancora iniziato a raccogliere - dice, dal canto suo, Piero Mastroberardino, guida di una delle cantine più celebri della Campania - inizieremo i primi bianchi da lunedì prossimo, 3 ottobre. Le uve per ora sono sane, ma la pioggia sta dando un po’ di fastidio. Le quantità ci sono, le piogge anche appesantito un po’ il grappolo, può essere una buona vendemmia se superata questa fase abbiamo un po’ di asciutto, e possiamo raccogliere in condizioni ideali. Al momento la situazione è sotto controllo, ma come sempre incrociamo le dita e guardiamo giorno per giorno”. Raccolta ancora in corso, ma in fase avanzata, anche in Sardegna, come spiega Valentina Argiolas, che guida l’azienda di famiglia, tra i diamanti enoici dell’Isola. “Siamo oltre la metà, stiamo raccogliendo le varietà rosse, mentre tutti i bianchi sono in cantina. È un’annata andata oltre le previsioni, perchè caldo, poca acqua e poche escursioni termiche ci hanno messo un po’ di ansia in estate. Invece le uve bianche che abbiamo portato in cantina sono eccellenti e molto sane, senza patologie, mentre per le rosse siamo nel mezzo della raccolta, siamo partiti con uve perfette, poi è iniziata la pioggia, e speriamo che smetta per poter raccogliere bene”.
Tra le prime Regioni a cominciare, ed a raccolta ormai conclusa, fatta eccezione per l’Etna, è la Sicilia, da dove arrivano le voci di due cantine leader come Donnafugata e Tasca d’Almerita. “In Sicilia non c’è mai tanta uva, in generale, e anche nel 2022, soprattutto se guardiamo al 2021 e alla media degli ultimi 10 anni. Sicuramente nella Sicilia Occidentale - spiega Antonio Rallo, ai vertici di Donnafugata e del Consorzio Doc Sicilia - la riduzione è del 20% sul 2021, ma con condizioni ottimali e uve sane. Quindi, siamo molto felici per la qualità, un po’ meno per la quantità, perchè già normalmente la Sicilia, e noi come Donnafugata, produciamo abbastanza poco. Da 98.000 ettari non arrivano che 4 milioni di ettolitri. Siamo riusciti, però, e di questo siamo contenti, a produrre un po’ di più a Pantelleria, grazie alla pioggia che ci ha aiutato a superare siccità e caldo. Anche verso Est, ancora, nella zona di Vittoria, c’è meno quantità ma grande qualità. Sull’Etna abbiamo appena finito i bianchi, e sembrerebbe una buona annata, così come per i rossi. Ci vorranno ancora un paio di settimane, ma le premesse sono buone”. “La vendemmia si è presentata con uve molto sane - conferma Alberto Tasca, guida della storica Tasca d’Almerita - senza malattie. Tra luglio e agosto la situazione era preoccupante, per una siccità molto prolungata. Invece, le piante hanno resistito bene, nei suoli argillosi si sono comportate molto bene sia in quantità che in qualità. Non è ancora finita, abbiamo ancora da vendemmiare sull’Etna, c’è la minaccia continua di questi temporali violenti, che, per fortuna, sono molto localizzati, e non estesi su vaste aree. Ma direi che fino a qui è una vendemmia 2022 eccezionale, del tutto inaspettata”. Una buona certezza dalla quale poter guardare avanti, dunque, in uno scenario di mercato, e non solo, più incerto che mai.

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