Continuano ad arrivare nuove stime per l’attesa vendemmia 2024, un raccolto in “chiaro-scuro” in riferimento alle varie aree produttive, tra picchi quantitativi e scarsità causate dal clima, che appare sempre meno una variabile e sempre più un problema. Secondo quanto pubblicato da Copa-Cogeca, la cooperazione europea del vino, la cui divisione enoica è guidata dall’italiano Luca Rigotti, il settore vitivinicolo europeo registra una produzione stimata di 144 milioni di ettolitri di vino e mosto per il 2024. Si tratta di una stima in leggero calo di quasi il 3% sul 2023 e del 10% al di sotto della media quinquennale. Un ribasso che riflette le continue sfide che il settore deve affrontare, in particolare in termini di condizioni climatiche avverse. L’Italia, con una stima di 41 milioni di ettolitri (+7%), è il Paese leader nel Vecchio Continente, davanti alla Spagna (+18% pari a 38,1 milioni di ettolitri) e alla Francia (37,4 milioni di ettolitri, -22%).
Come la Francia e diversamente da Italia e Spagna, anche Germania (a causa delle condizioni climatiche avverse) e Portogallo hanno registrato cali di produzione, sul 2023, rispettivamente dell’8,7%, e del 7,9%. Ma c’è un dato che accomuna tutti i principali produttori, ovvero l’essere rimasti al di sotto della loro produzione media quinquennale, continuando così una tendenza al ribasso a partire dal raccolto 2019.
La stagione 2024, spiegano dal Copa-Cogeca, è stata caratterizzata da condizioni meteorologiche imprevedibili e dagli effetti persistenti delle recenti siccità che hanno portato a raccolti incoerenti nelle varie regioni. Tra le criticità rilevate ci sono la scarsità idrica, l’inflazione e l’aumento dei costi di approvvigionamento (compresi vetro, gas, trasporti e fertilizzanti), e le difficoltà ad accedere al credito per gli investimenti essenziali. Le misure di crisi, attuate in alcuni Stati, hanno contribuito ad alleviare la pressione del mercato, e, mentre la domanda interna continua a diminuire, è cresciuta l’importanza delle esportazioni verso i Paesi terzi, rendendo le misure promozionali cruciali per la stabilità del mercato.
Luca Rigotti, presidente del gruppo di lavoro sul vino del Copa-Cogeca, ha commentato come “i dati sulla produzione di quest’anno non fanno altro che confermare la tendenza del mercato. Il mercato europeo del vino sta attraversando un periodo difficile e complesso, caratterizzato da alti costi di produzione e dinamiche internazionali che incidono sul mercato. Tuttavia, rimango ottimista riguardo alla resilienza e imprenditorialità dei nostri agricoltori”. La stagione vinicola 2024, sottolinea Copa-Cogeca, ha evidenziato le sfide significative affrontate dai produttori di vino europei, comprese le incertezze climatiche e le pressioni economiche. Nonostante questi ostacoli, la resilienza dei produttori e le discussioni strategiche in atto suggeriscono un cauto ottimismo per il futuro del settore vitivinicolo europeo.
Venendo all’analisi dei singoli Paesi, l’Italia sembra destinata a riconquistare la leadership come primo produttore mondiale, grazie a 41,5 milioni di ettolitri (stimati) di vino e mosto. Si tratta di un aumento sul 2023 pur essendo ancora inferiore del 12% sulla media quinquennale. È stata una vendemmia difficile con una netta spaccatura tra il Nord (con episodi di grandinate e piogge intense durante la primavera) e il Sud (forte siccità) del Belpaese. Eppure, nel complesso, a livello nazionale la qualità attesa del raccolto è molto elevata su quella del 2023, condizionata dalla peronospora. A livello zonale, il Nord dovrebbe produrre un incremento dello 0,6% in più, le regioni del Centro il +29,1%, mentre il Sud e le isole il +15,6%.
Anche la Francia ha fatto i conti con una situazione climatica sempre più difficile con i vigneti alle prese con la gestione dell’acqua (troppa o troppo poca a seconda della zona) senza dimenticare l’impatto della siccità degli anni precedenti che li ha indeboliti. Per la maggior parte dei vigneti, la fioritura è avvenuta in condizioni fredde e umide con episodi di gelo, muffa e grandinate che hanno contribuito alla riduzione del raccolto.
Nonostante la siccità, la Spagna è, insieme all’Italia, l’unico grande Paese produttore dell’Ue a mostrare segnali positivi nell’ultima vendemmia. L’aumento della produzione è dovuto principalmente al buon andamento dei vigneti della regione Castilla-La-Mancha, che da sola rappresenta più della metà della produzione vinicola nazionale, incrementando la produzione di vino del 23% sul 2023. Atre regioni come la Catalogna, la Comunidad Valenciana, l’Aragona e la regione di Murcia dovrebbero seguire la tendenza dello scorso anno, se non leggermente inferiore, a causa della grave scarsità d’acqua.
Infine, viene stimato che produzioni di Paesi come Austria, Romania e Paesi Bassi registreranno una forte riduzione della loro produzione di vino, con un calo rispettivamente del 19% (a 1,87 milioni di ettolitri), 25% (a 3,7 milioni di ettolitri) e 45% (7.000 ettolitri) sul raccolto precedente.
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