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VINO

Vernaccia di San Gimignano: anche la “Regina Ribelle” alle prese con il climate change

All’assaggio le annate 2023 e 2022 che, nonostante le criticità climatiche, hanno regalato buona qualità e qualche punta di eccellenza

La Vernaccia di San Gimignano, “regina bianca” in un territorio di “grandi rossi”, qual è la Toscana, non è rimasta esente dal forte impatto del climate change, ormai sempre più acclarato, anche nei vigneti che dimorano sotto le celeberrime torri medievali che rendono la cittadina toscana una delle mete più visitate in assoluto da turisti ed enoturisti. La superficie di San Gimignano destinata alla produzione della Vernaccia è di 768 ettari, con un potenziale produttivo pari a 6.912.000 chili di uva, che in termini di vino equivale a 4.838.400 litri (dati: Consorzio Vernaccia di San Gimignano). La riduzione delle rese, in aumento anche in questo areale nell’ultimo decennio, in parte dovuta al miglioramento della qualità della Vernaccia di San Gimignano ma anche, e soprattutto, indotta dal cambiamento climatico in atto e dai suoi fenomeni estremi, ha fatto registrare, nella siccitosa vendemmia 2022, una produzione di 5.259.985 chili di uva pari a 3.681.989 litri di vino. Anche nella vendemmia 2023 (a causa di una recrudescenza della peronospora, un eccesso di piovosità da aprile a giugno ed a temperature massime in luglio e agosto, tra i 35 e i 40°C), il calo produttivo è evidente con 3.245.330 chili di uva, pari a 2.271.731 litri di vino, cioè un -37,742% sulla produzione dell’anno precedente.
Un quadro quantitativo dalle tinte tendenzialmente fosche, dove l’elemento della criticità climatica, come nel resto della Toscana e del Belpaese, sta, purtroppo, diventando una costante e non più una variabile. Tuttavia, l’unica Docg bianchista della Toscana ha saputo difendersi più che bene sul piano qualitativo, proponendo Vernaccia 2023 e Vernaccia Selezione/Riserva 2022 dal buon livello qualitativo diffuso, con qualche vino decisamente molto interessante. È il caso della Vernaccia di San Gimignano 2023 de La Lastra, davvero un bianco dal bel carattere salino che in bocca trova il suo punto di forza con un sorso agile e gustoso, ben compendiato da profumi sussurrati di fiori, terra ed erbe aromatiche. Decisamente esplosivo il sorso della Vernaccia Hydra 2023 de Il Palagione, tutto sapore e fragranza, accompagnato da profumi di pietra focaia e lievi toni fruttati. Ben eseguita la Vernaccia di San Gimignano 2023 della Fattoria di Fugnano, dai toni aromatici floreali e dal gusto piacevolmente saporito e continuo. Tutta giocata su piacevoli dolcezze sia olfattive che gustative la Vernaccia di San Gimignano 2023 della Tenuta Le Calcinaie. Dallo stile moderno nei toni aromatici di frutta esotica e nel gusto dolce e ampio la Vernaccia di San Gimignano Isola Bianca 2023 di Teruzzi. Buone sensazioni complessive nella Vernaccia di San Gimignano Clanis 2022 di Cesani, dai profumi ben profilati e dalla bocca contrastata. Ben fatta la Vernaccia di San Gimignano Tollena 2022 di Tollena, dai profumi floreali e gessosi e dal gusto sapido e ritmato. Ben fatta la Vernaccia di San Gimignano La Ginestra Riserva 2022 di Signano, dai tocchi aromatici di camomilla e noce moscata e dalla bocca dalla tonica verve acida. Molto convincenti le Vernaccia Riserva 2021, che escono con un ulteriore anno di affinamento. Quella de Il Colombaio di Santa Chiara, L’Albereta, è decisamente un grande vino e mette in evidenza purezza aromatica e una progressione gustativa nitida, agile e profonda. Altrettanto ben riuscita la Vernaccia di San Gimignano Assola Riserva 2021 di Terre di Sovernaja, dai tratti aromatici gessosi e terrosi e dal gusto sapido e vitale.
La Vernaccia di San Gimignano ha presentato le sue nuove annate sotto il cappello dell’evento ad hoc “Regina Ribelle. Vernaccia di San Gimignano Wine Festival”, organizzato dal Consorzio della Vernaccia di San Gimignano, in partnership con il Comune della “New York del Medioevo”. L’edizione n. 2 del nuovo format (16/19 maggio) è ormai l’evento di riferimento per la Vernaccia e porta con sé l’obiettivo di raccontare la Denominazione e tutto il suo territorio a 360 gradi. E la scelta della primavera inoltrata per presentare i vini che si apprestano ad entrare sul mercato, rappresenta la volontà del Consorzio di presentare le Vernaccia di San Gimignano in un periodo in cui sono al meglio della loro espressione e del loro potenziale, facendo vivere anche il territorio nella maniera più completa possibile, attraverso banchi di assaggio nella città che incrociano eventi, esposizioni, musica e convegni, a sottolineare ancora di più il legame tra il territorio, il vino, i winelover e i turisti che, ogni giorno, San Gimignano accoglie (sono 3 milioni in un anno).
I palazzi che hanno ospitato l’evento sono quelli storici di un borgo-gioiello - dichiarato Patrimonio Unesco nel 1990 e conosciuto, come la “Manhattan del Medioevo”, per le 65 torri medievali che ospitava - che è stato capace di custodire lungo i secoli una viticoltura vocata e notoriamente celebrata fin dal Medioevo dai più grandi artisti e poeti del Belpaese: già presente sulle tavole di papi e re, fu citata, unico vino ad esserlo, da Dante Alighieri nella Divina Commedia, nel Canto XXIV del Purgatorio, dipinta dal maestro Vasari negli affreschi del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio su richiesta del Duca Cosimo I della famiglia fiorentina dei Medici, e poi nominata nelle righe scritte da autori del calibro di Cecco Angiolieri, Boccaccio, Geoffrey Chaucer e Francis Scott.
Un vino e un vitigno così fortemente legati al suo paese, da meritarsi nel 1966 la prima Denominazione di Origine Controllata italiana, diventata Garantita nel 1993. Una piccola denominazione dalla storia consolidata e tutelata da un Consorzio nato nel 1972, con 79 associati (su un totale di 170 produttori), che è chiamato a lavorare su una superficie vitata di 2.000 ettari, compresa tra i 70 e i 500 metri sul livello del mare, su suoli di origine pliocenica, costituiti da sabbie gialle ed argille sabbiose a medio impasto, ripartiti in poco più di 750 ettari destinati a produrre Vernaccia di San Gimignano.; 450 ettari sono atti a produrre San Gimignano Doc nelle diverse tipologie Rosato, Rosso, Vin Santo Occhio di Pernice; 800 ettari atti alla produzione di Chianti, Chianti Colli Senesi e Toscana Igt.

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