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“VIGNERONS D’EUROPE”: DA MONTPELLIER SLOOW FOOD IN DIFESA DELL’ORIGINE DEI VINI EUROPEI. SPIEGANO IL PROGETTO … BURDESE E MOJOLI (SLOW FOOD), BUCCI (VILLA BUCCI) E PALLANTI (CASTELLO DI AMA)

Lo scopo di “Vigneron d’Europe” è quello di riunire 1.000 vitivinicoltori di tutta Europa in un confronto che si rende necessario a causa delle sfide imposte da un mercato sempre più condizionato dalla globalizzazione. Per Roberto Burdese, presidente Sloow Food Italia: “Slow Food, storicamente, ha sempre tenuto in grandissimo conto il mondo del vino e “Vignerons d’Europe” è concepito soltanto come l’ultimo progetto di Slow Food che vede questo comparto agricolo come protagonista”.

”Nasce - continua Burdese - come una “costola” di Terra Madre”, non solo perché di fatto l’idea è nato nel Salone del Gusto, ma anche perché vuole affrontare lo stesso tipo di problemi che interessano anche il mondo del vino. Da Bruxelles, arrivano segnali incoraggianti esiste già un inter-gruppo di parlamentari (di diversa provenienza e di diversa posizione politica) pronto a sostenere le nostre idee rispetto al governo delle politiche agricole del Parlamento europeo. La nostra intenzione è quella di confrontarci sulle proposte in tema di vino, cercando un punto di sintesi fra le istanze commerciali e quelle della produzione. Vogliamo trovare soluzioni compatibili con le esigenze del mercato, ma anche con quelle dell’ambiente e della difesa dell’origine dei vini. Montpellier - spiega ancora il presidente di Slow Food Italia - rappresenta la prima tappa di questo confronto per un dialogo futuro, un “working in progress” in cui i protagonisti siano gli stessi vigneron”.

“Vigneron d’Europe” assume il significato di aprire finalmente un dibattito sull’attuale crisi viticola che non è solamente economica, ma anche,e, soprattutto identitaria: per Giacomo Mojoli, portavoce di Slow Food: “è arrivato il momento di discutere di vino non solo come un qualcosa di buono da bere, ma anche buono da pensare. Il dibattito attuale sul vino è troppo frammentato ed ideologizzato, mentre si tratta soltanto di un discorso agricolo ed enologico. Vogliamo lanciare una sfida non solo ai vigneron “buoni puliti e giusti”, ma a tutto il mondo del vino per costruire un terreno comune di saperi, una rete in grado di distribuire di informazioni. Non solo per difendere e potenziare gli aspetti etico-sociali del mestiere di vigneron, ma anche per evidenziare il loro peso decisivo come valore aggiunto, evidentemente spendibile anche sul mercato. I piccoli produttori saranno l’ossatura di questo progetto, che però, evidentemente, è rivolto anche ai grandi. Perché tutti debbono cominciare a parlare di vino anche fuori dal bicchiere”.

Naturalmente, l’attuale e principale bersaglio su cui si appuntano le critiche dei “vignerons d’Europe” è la vicinissima modifica dell’Ocm vino (Organizzazione Comune di Mercato), che pare voglia accreditare un’immagine del mondo del vino fatta solo dalle grandi firme dell’olimpo enologico e il vino come mera e semplice bevanda alcolica: per Ampelio Bucci della marchigiana Villa Bucci “le modifiche contenute nella proposta di cambiamento dell’Ocm vino configurano la possibilità che una legge distrugga una produzione e un patrimonio. Quello che è successo nell’olio, potrebbe accadere anche nel vino. E io credo che l’iniziativa di Slow Food serva a portare in campo anche le ragioni dei vigneron, visto che l’Ocm difende benissimo quelle dell’industriali del vino”.

Gli fa eco Marco Pallanti, alla guida del Castello di Ama e presidente del Consorzio del Chianti Classico: “è in atto un vero attacco alle denominazioni, con un conseguente e progressivo distacco della bottiglia dal territorio. E’ già stato effettuato il sacrificio dell’origine per molti beni agricoli, di cui non ci importa più nulla da dove vengano, visto che li apprezziamo soltanto per il fatto che ci piacciono. Considero l’iniziativa di Slow Food almeno il tentativo di evitare che questo accada anche per il vino. La bontà di un vino è il mezzo per spiegare un territorio e non il fine”.

“Vignerons d’Europe”, organizzato da Slow Food con il sostegno della Languedoc e Roussillon, sarà di scena il 14/15 aprile a Montpelleir, nel Salon du Gout et des Savers d’Orignine, organizzato da Slowfood-France. E ci saranno 1.000 “vigneron d’Europe”, di cui 389 produttori francesi, 275 italiani, 91, spagnoli, 49 tedeschi, 47 portoghesi, 19 austriaci, 15 svizzeri, 12 croati, 10 greci, 9 sloveni, 6 ungheresi, e 22 da altri Paesi.

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