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VINI E TERRITORI

Vigneti eroici, il valore della cooperazione nella viticoltura che difende il territorio

Il progetto di Confcooperative e Veronafiere con il racconto dei vini delle cooperative ai buyer da Paesi di Est Europa, Africa ed Asia
BUYER, CONFCOOPERATIVE, COOPERATIVE, VERONAFIERE, VIGNETI EROICI, VITICOLTURA EROICA, Italia
La viticoltura eroica a Cave Mont Blanc de Morgex et de la Salle

Sono definiti anche come “estremi” e, oltre ad essere belli da vedere, hanno anche la funzione di contribuire a valorizzare e “scongiurare” dal rischio abbandono un territorio. Tutto questo per merito della viticoltura di appassionati vigneron che hanno creduto in un progetto affascinante, ma difficile. Sono quei vigneti che, da Nord al Sud d’Italia (e non solo), spuntano in alta montagna o a picco sul mare, su rilievi scoscesi e zone impervie, tutti accomunati da un’altitudine superiore ai 500 metri con pendenze oltre il 30%, e che richiedono un impegno forte, perché se per un ettaro di vigneto in pianura servono più o meno 100 ore all’anno, in montagna, o in forte pendenza, si va da 600 a 1.200 ore annue di manodopera. Qualità, presidio e sostenibilità di un territorio, riassumono il valore dei vini da “viticoltura eroica” che sopravvive in molti casi grazie al modello cooperativo che supporta i viticoltori dalla produzione alla promozione. Il Testo Unico del Vino (legge 238/2016, articolo 7) ne ha riconosciuto il valore culturale, agricolo e ambientale in quanto baluardo contro il dissesto idrogeologico, lo spopolamento e quale risorsa per l’economia delle aree in cui insistono e in quanto tali sono da tutelare. E alla promozione dei “vini cooperativi eroici” è dedicato un progetto di Confcooperative con Veronafiere International finalizzato a presentare queste “piccole” eccellenze a buyer internazionali.
“Si tratta di vini prodotti in condizioni molto difficili che danno un contributo enorme non solo alla tutela delle colline dai dissesti, ma anche alla bellezza del paesaggio che rappresenta anche un elemento di attrattività per il turismo che spesso sostiene queste aree di produzione - ha sottolineato Antonello Ciambriello, responsabile del settore vitivinicolo di Confcooperative - se non fosse per alcune cooperative che insistono su questi territori, e penso alla Valle d’Aosta, al Piemonte, alla Lombardia, alla Sardegna, l’abbandono di queste aree marginali prenderebbe il sopravvento. E non è solo la vite ad assolvere a questo compito, ma anche, per esempio, il melo in Alto Adige, la cui sostenibilità economica non potrebbe esistere senza la cooperazione che permette di fare massa critica in volume, economie di scala lungo la filiera a valle della produzione. La promozione di questi vini tra i buyer internazionali è un ulteriore contributo offerto da Confcooperative a questa sopravvivenza”. In particolare, si definiscono “vigneti eroici” quelli coltivati in condizioni particolarmente difficili, come a pendenze superiori al 30%, su terrazzi o gradoni, ad altitudini maggiori a 500 metri sul livello del mare. E ancora, siti in piccole isole, in aree soggette a rischio idrogeologico, zone di particolare pregio paesaggistico, condizioni orografiche particolari, con grandi impedimenti alla meccanizzazione.
A sedici buyer di dieci Paesi - Lituania, Ucraina, Kenia, Marocco, Mozambico, Danimarca, Malesia, India, Singapore e Vietnam - nell’ultimo Vinitaly 2025 a Verona, sono stati raccontati, con particolare attenzione agli aspetti caratterizzanti in territorio, sei vini di altrettante cooperative: della trentina Cantina d’Isera, della valdostana Cave Mont Blanc de Morgex et de la Salle, della campana Cantine Telaro, della altoatesina Cantina Kaltern, della sarda Antichi Poderi Jerzu e della lombarda Rocche dei Vignali.
Confcooperative riunisce 264 cantine cooperative a cui aderiscono 99.799 soci viticoltori per un fatturato di 5,2 miliardi di euro con 1,2 miliardi derivati da export. Grandi numeri in cui la nicchia dei vini da viticoltura eroica ha un peso importante in termini sociali ed economici.

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