Qual è la mission dell’imprenditore? Fra i molti effetti del suo operare rimane fondamentale quello di trovare nuove strade e nuovi mercati. Insomma, quello di innovare prodotto e allargare la propria clientela. Nel caso del vino, c’è però un problema non secondario: il nettare di Bacco è un prodotto classico, un oggetto che obbliga al miglioramento di una tradizione ma che “chiude” ogni spazio all’innovazione di prodotto, lasciando, nonostante non piccole resistenze, un certo margine al rinnovamento della sua distribuzione.
È questo il tema che ha attraversato il convegno “nuove vie per il vino di qualità. Innovazione, eco-sostenibilità, fruibilità, di scena a Vinitaly 2014 e che ha riportato il rapporto vino-cliente finale in una dinamica decisamente concreta, attraverso la mediazione di due oggetti, tangibili.
Il vino è come affetto da una vera e propria sindrome di “Dash (nel senso della celeberrima pubblicità del detersivo, ndr) e cioè dalla sua incapacità - spiega l’imprenditore siciliano del vino Francesco Maurigi - come nel caso della pubblicità del detersivo, di cambiare una ricetta di successo, quella in cui la fanno da padroni termini come “nicchia”, “qualità” e, non in misura irrilevante, un certo elitarismo”.
Purtroppo, e la crisi ha certamente acuito questa criticità, i consumi di vino sono calati decisamente, nonostante in un tempo non remoto fossero abbondanti. Nel consumo domestico, per esempio, siamo ormai vicini ai 37 litri pro capite, erano 55 nel 1997.
“Il vino - continua Maurigi - si è ridotto la propria fruibilità e il progetto “Vinario” (www.vinario.org).
vuole recuperarla”. Si tratta di un’idea semplice ma per certi aspetti geniale: l’imprenditore siciliano, infatti, ha introdotto due oggetti che sanno riportare il vino in una dimensione più prossima alle esigenze e ai nuovi stili di consumo dei clienti finali. Da una parte, ha adottato delle bottiglie monodose da 200 cc, progetto “Contè”, con il fondo cavo per essere più leggere (quindi più eco-sostenibili) e per diventare, se unite fra di loro una bottiglia dal classico formato da 750 cc. Dall’altro, ha cominciato la sperimentazione e la vendita di una macchina per la distribuzione di vino ad alto tasso tecnologico, da cui il cliente può acquistare i quantitativi che vuole veramente utilizzare. “È questa una macchina capace di superare la rigidità quantitativa della bottiglia classica da 750 cc. - ha sottolineato l’imprenditore siciliano - fornendo una offerta flessibile e, al contempo, vino di qualità ad un prezzo inferiore perché in questo modo si sottraggono dal ricarico i costi di packaging e distribuzione, lasciando al consumatore le medesime caratteristiche qualitative, per di più, tracciabili dal vigneto fino al suo bicchiere”.
Ma c’è di più, il progetto “Vinario” supera anche i vecchi schemi distributivi del vino, perché l’azienda di Francesco Maurigi non solo venderà ai suoi clienti la materia prima ma anche la stessa macchina che, tra l’altro, sarà controllata in remoto dalla stessa azienda di Maurigi che, via web, imposterà i piani di pulizia e manutenzione quando necessari. “Vinario” non è un semplice distributore di vino (naturalmente conservato a temperatura controllata e interamente protetto da gas inerti) ma è anche un oggetto costruito con materiale riciclabile al 98%.
“In tempi di crisi come gli attuali - ha spiegato Marilena Colussi, ricercatrice esperta di indagini sul mercato del vino e autrice di numerosi ricerche sul profilo del consumatore del nettare di Bacco - gli innovatori devono essere supportati per sviluppare l’accesso a quel particolare prodotto che è il vino. In momenti di crisi è importante stupire, incuriosire, affascinare. Il lato emotivo di ognuno di noi deve essere adeguatamente soddisfatto, perché il lato razionale trovi la soluzione più giusta contro quella crisi. L’obbiettivo, in questo senso - ha sottolineato la ricercatrice - è quello di comprendere meglio il consumatore e i produttori, da parte loro, non devono scordarsi di lavorare per e con qualità, cura del bene che producono ma anche del servizio che offrono, accrescendo le relazioni umane e aumentando la trasparenza verso i clienti finali”.
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