Raccontare la bellezza e la convivialità della tavola italiana in cui il vino è circondato dai prodotti-simbolo del territorio, intercettando la necessità di una comunicazione che torni a puntare su questo legame che caratterizza ed identifica da sempre il Belpaese e la cultura italiana amata nel mondo, anche come modello salutare, per tornare ad avvicinare le persone, e soprattutto i giovani, al vino. Lo farà l’Emilia Romagna, portando, di fatto, in fiera, a Vinitaly 2025 (Verona, 6-9 aprile), la “Food Valley” italiana che rappresenta - con 44 tra Dop e Igp, 20 Presìdi Slow Food e 400 prodotti agroalimentari tradizionali iscritti nell’Atlante ministeriale, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dallo Squacquerone di Romagna al Prosciutto di Parma, dal Culatello di Zibello alla Coppa piacentina, dall’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena all’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia, dall’Aglio di Voghiera alla Piadina romagnola, tra gli altri - con la regia di Regione Emilia-Romagna, Enoteca Regionale Emilia-Romagna e Apt Servizi Emilia-Romagna che, facendo squadra lungo la Via Emilia, per dare ai vini emiliano-romagnoli un’immagine ancora più “pop” e posizionarne la qualità ad un livello sempre più alto - 30 Dop, di cui 19 Doc, 2 Docg e 9 Igp prodotti in oltre 52.000 ettari di vigneti, per una produzione 2024 stimata di 6,65 milioni di ettolitri (+8,4% sul 2023), e un export che, dai dati Istat, ha raggiunto i 464.500.000 euro, a +0,6% sul 2023 - hanno invitato lo chef italiano n. 1 al mondo per sposarli con i suoi piatti-icona: Massimo Bottura, che festeggia, così, 30 anni dell’Osteria Francescana, il ristorante tre Stelle Michelin di Modena della Francescana Family, i cui chef si alterneranno nel temporary restaurant “... al Massimo” preparando “Cacio e Pere” e “Beautiful, psychedelic, spinpainted cotechino, charcoal grilled with glorious colors as a painting” (di Osteria Francescana), la “Rosetta della Domenica” (del ristorante Cavallino), lo “Short ribs forever” (de Al Gatto Verde), la Zuppa Inglese di Franceschetta58 e il Tortellino del Tortellante. Per accompagnare le etichette dei Consorzi del Lambrusco e dei Vini di Romagna, dei Vini dei Colli di Parma e Emilia-Romagna, dei Vini dei Colli Piacentini e dei Vini Doc Bosco Eliceo. Una curiosità? Tra i produttori ci sarà anche lo chef stellato Carlo Cracco, vigneron con la moglie Rosa Fanti nella loro cantina Vistamare, a Santarcangelo di Romagna, confermando l’attrattiva della regione dal punto di vista anche imprenditoriale.
“Da sempre, abbiamo lavorato a stretto contatto con i produttori di vino, creando abbinamenti capaci di esaltare le nostre creazioni gastronomiche - spiega Massimo Bottura, che riceverà un Premio Speciale per i 30 anni dell’Osteria Francescana - le carte dei vini dei nostri ristoranti sono il frutto di una ricerca attenta, con una selezione che spazia dalle etichette iconiche a quelle di piccoli vignaioli indipendenti, sempre con l’idea di valorizzare la biodiversità e l’identità del vino italiano. Partecipare al Vinitaly, quindi, non è solo un omaggio al vino, ma un modo per rafforzare questo dialogo tra cucina e viticoltura, tra chef e produttori, con l’obiettivo comune di raccontare l’eccellenza italiana e il suo legame profondo con il territorio”.
“L’Emilia-Romagna è l’unica regione che prende il nome da una strada che ci unisce tutti, da Piacenza a Rimini - sottolinea l’Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Alessio Mammi - il vino fa parte dell’identità del nostro territorio, grazie al lavoro dei produttori, delle imprese, dei consorzi. I nostri vini sono prodotti di grande qualità che contemplano abbinamenti gastronomici molto interessanti, come quelli che farà Massimo Bottura. Nel 2025 abbiamo in previsione l’impiego di 21 milioni di euro per il vino, attraverso investimenti per le cantine, ristrutturazione dei vigneti, promozione nazionale, europea e verso paesi extra Europa. Il vino in questa fase storica è sotto attacco: dobbiamo studiare con produttori, cantine e consorzi nuove strategie di promozione e difesa e far sentire la nostra voce in Europa, per un mercato giusto, attento alla reciprocità sull’export”. “L’Emilia-Romagna è conosciuta in tutto il mondo per le sue eccellenze enogastronomiche - aggiunge l’Assessora al Turismo della Regione Emilia Romagna, Roberta Frisoni - e attorno a questo ricchissimo patrimonio si sono sviluppati un brand e un prodotto turistico, la Food Valley, che generano oltre 92 milioni di indotto e sono uno degli elementi trainanti della nostra offerta di vacanza. Degustare un buon vino insieme alle prelibatezze della nostra cucina, in luoghi iconici in cui si rivive l’esperienza degli affascinanti processi produttivi tramandati di generazione in generazione, avvolti da un’innata vocazione all’ospitalità e circondati dalla genuinità delle persone, rende “food & wine in Emilia-Romagna” un’esperienza autentica e sincera come il buon vino. Abbiamo una Food Valley unica, circondata da un’offerta ricchissima di arte e cultura, natura e motori. Dalle prossime edizioni di Vinitaly, la promozione turistica dei nostri splendidi territori affiancherà sempre di più la narrazione sul vino e porteremo a Verona tante esperienze di vacanza per il turista foodie”. Un impegno che, negli ultimi cinque anni, la Regione Emilia-Romagna ha assunto mettendo a disposizione del settore 100 milioni di euro, con focus sui mercati Usa, Messico, Canada, Cina, Giappone, Russia, Sud Est Asiatico e arcipelaghi dell’Oceano Indiano, con altri 21 milioni messi a budget nel 2025 per attività volte a tutelare l’identità e consolidare la reputazione e il posizionamento del vino dell’Emilia-Romagna.
E se la Food Valley italiana va nel mondo, sempre di più il mondo viene a visitarla, con un impatto economico complessivo di 90,2 milioni di euro (tra ristorazione, alloggio, acquisto prodotti tipici, partecipazione ad eventi food), che genera oltre mezzo milione di presenze turistiche all’anno, di cui il 35% stranieri (fonte: Trademark Italia per l’Osservatorio Turistico Regionale dell’Emilia-Romagna). Con l’Emilia-Romagna che interpreta un ruolo centrale nel turismo in Italia, piazzandosi di diritto sul podio delle regioni dal più forte appeal per i gourmet, dietro alla Toscana e davanti alla Puglia (fonte: Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2024 by Roberta Garibaldi).
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