La fama dei vini italiani è già arrivata sulla Piazza Rossa a Mosca e lungo la Prospettiva Nevskij a San Pietroburgo, ma con Vinitaly Russia sbarcano, nel grande Paese, le nostre migliori produzioni, per un viaggio promozionale che ritaglia all’Italia nuovi spazi di mercato: l'evento, da oggi al 27 maggio, continua, dopo il successo 2004 e 2005, la sua azione di promozione della vitivinicoltura italiana in un Paese dove gli acquisti di vino continuano ad aumentare.
I gusti dei consumatori russi stanno diventando più raffinati e a buon titolo cresce la richiesta di prodotti italiani di qualità. Il nostro export nella Federazione Russa ha avuto negli ultimi anni una progressione molto interessante: 17,8 milioni di euro nel 2003, 21 milioni nel 2004, 31,5 nel 2005 e anche il 2006 si è aperto sotto i migliori auspici, con un valore dei vini esportati che, a gennaio 2006, ha superato i 3 milioni di euro sui 1,1 milioni di euro del 2005 (stesso periodo, chiaramente).
Alla trasferta russa, organizzata da Veronafiere con Ice e Buonitalia, partecipano 150 aziende italiane (era solo una trentina nel 2004), tra cui la Bersano, il Consorzio del Bracchetto d'Aqui, il consorzio SediciLanga, il gruppo Coltiva, Campari International, Banfi Distribuzione, Fazi Battaglia, Zenato e l'Istituto Grandi Marchi, presente con 18 aziende, da Donnafugata a Michele Chiarlo, da Mastroberardino a Gaja, da Tasca d'Almerita a Pio Cesare, da Umani Ronchi a Folonari a Jermann.
"Vinitaly - dice Luigi Castelletti, presidente di Veronafiere - è un sistema integrato in grado di svolgere il proprio ruolo di strumento al servizio della politica economica del Governo e di supporto alle imprese nella competizione internazionale".
"La scelta della Russia come mercato su cui investire risorse economiche - spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere - ha solide basi economiche, infatti l'export italiano sta aumentando in questo Paese a ritmi elevatissimi. Ma per approfittare di questo momento di crescita - prosegue Mantovani - è necessario realizzare azioni promozionali mirate, qualificate e soprattutto aggreganti del sistema Paese per non disperdere risorse ed energie.
Il ritorno di eventi come Vinitaly Russia - continua il direttore generale di Veronafiere, Mantovani - sono evidenti, basti pensare che dal 2004, anno della prima trasferta a Mosca, al 2005 gli operatori russi arrivati a Verona per partecipare a Vinitaly sono aumentati del 40%".
“Buonitalia - dichiara Giorgio Serra, responsabile del settore vitivinicolo della società di promozione, promossa dal Ministero delle Politiche Agricole e Alimentari - è impegnata a consolidare la presenza del vino italiano sui mercati internazionali, affermando l’enodiversità che lo contraddistingue dai vini esteri concorrenti. Per questa ragione riteniamo che essere parte attiva di una manifestazione come Vinitaly Tour, che ha come obiettivo il sostegno alla internazionalizzazione delle aziende italiane nei principali mercati di riferimento e in quelli emergenti come quello russo, sia necessario”.
Cinque in tutto i Paesi toccati dal tour di Vinitaly nel 2006: India, a gennaio, ora Russia, poi sarà la volta di Usa, Giappone (é la prima volta del Paese del Sol Levante) e, infine, Cina.
Enologia italiana vince in Russia - Tutti i dati ...
L'Italia è il secondo Paese per interscambio con la Russia, dietro solo alla Germania, per un totale di 20 miliardi di euro. In questo contesto, molto successo hanno i prodotti del made in Italy che, come il vino, evocano nei consumatori anche la cultura del nostro Paese. Stime prudenti indicano che il mercato del vino in Russia ammonta a 700 milioni di litri/anno, con una crescita dell'8% l'anno in termini di volume e del 15% in valore. Il vino d'importazione ammonta a 380 milioni di litri, con l'Italia al quarto posto e il 7% del mercato, ma al secondo posto, davanti anche alla Francia, per valore dei vini. In Russia il vino è al terzo posto per quanto riguarda il consumo di alcolici, dietro a vodka e birra. Tuttavia, mentre il vino è in crescita, il mercato della birra è ormai saturo e quello della vodka è in lieve calo. I consumatori di vino in Russia oggi preferiscono la qualità. La produzione enologica locale, che ammonta a circa 305 milioni di litri ed è qualitativamente poco pregiata (fascia bassa), è diminuita del 18% nel 2005, mentre le importazioni (fasce media e alta) sono aumentate del 25%. L'attuale situazione del mercato enologico offre vantaggi per chi fornisce vini con un buon rapporto prezzo/qualità, e le possibilità per i prodotti italiani sono notevolmente accresciute in questo momento di tensioni diplomatiche tra la Russia da un parte e Moldavia e Georgia dall'altra, che da sole rappresentano oltre il 50% dell'import enologico. Ora il Governo russo ha vietato temporaneamente le importazioni da questi due Paesi, lasciando scoperti notevoli spazi di mercato. Tutte le importazioni di vini e alcolici in Russia sono gestite da 126 importatori, 16 dei quali controllano il 65% dei volumi totali.
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