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GRANDI BELLEZZE

Vino & arte, un connubio eterno di cui Farina Wines con “Art Ferment” scolpisce l’ultimo progetto

Una “collezione”, ripercorsa da WineNews, tra musei in vigna a cielo aperto e in cantina, etichette d’autore e mecenatismo per il patrimonio italiano

Degustare l’Amarone, tra cui, eccezionalmente, la Riserva Mezzadro alla Fontana 2011, e ammirare le opere di artisti contemporanei di rilievo internazionale esposte in una cantina che con il suo design minimalista si lega perfettamente all’installazione video “The Wall of Gazes” del pluripremiato artista argentino Mariano Sardón, che mescola l’arte con l’intelligenza artificiale, o alla scultura “Für Paul Celan” di Anselm Kiefer, artista tedesco tra i più quotati al mondo, dedicata al poeta ebreo Paul Celan, guidati da esperti di vino e di arte. Nell’eterno connubio tra questi due mondi, è Farina Wines a “scolpire” l’ultimo progetto in Valpolicella, con “Art Ferment”, rassegna voluta dalla famiglia Farina, con Artericambi Gallery di Verona, che si svilupperà in una serie di appuntamenti, da oggi al 15 dicembre, e, soprattutto, per “ArtVerona” (Veronafiere, 13-15 ottobre), e che diventa anche una wine experience di enoturismo, in un trend sempre più diffuso tra i vigneti e nelle cantine di tutta Italia, che con un vero e proprio mecenatismo contemporaneo diffondono cultura attraverso il vino, sostengono gli artisti e contribuiscono a custodire l’immenso patrimonio italiano.
“Art Ferment” è “una rassegna che ci proietta nel mondo dell’arte proprio con la prospettiva moderna e vivace che ci contraddistingue: siamo un’azienda contemporanea dalla lunga tradizione”, spiega Claudio Farina. “Io e mio cugino coltiviamo una insaziabile curiosità verso le arti e il design - aggiunge Elena Farina - spesso sono fonti di ispirazione in cantina. Le prime opere portano forti messaggi sulla condizione umana provenienti dal passato e il futuro del presente, un’evocazione della nostra visione di una tradizione in evoluzione, in costante fermento, imparando dal passato in un percorso di miglioramento. Un modo di vivere e assaporare al meglio un’esperienza eno-culturale di altissima qualità in casa Farina ed un arricchimento della nostra accoglienza”. “I nostri artisti - sottolinea Francesco Pandian, direttore della Galleria Artericambi di Verona - sono entusiasti di partecipare a questo stimolante connubio, ricco di sperimentazione, visione e attenta ricerca della piena esperienza sensoriale dell’arte e del vino”. Il primo appuntamento proseguirà fino al 14 maggio, due venerdì al mese, con le visite che diventeranno per gli appassionati un momento di scoperta indimenticabile perché saranno guidate dal team Artericambi e saranno abbinate ad un wine tasting speciale, che illustrerà il progetto enologico della famiglia Farina.
Un connubio quello tra il mondo del vino e dell’arte, che vanta ormai una “collezione” di progetti ricchissima, raccontati puntualmente da WineNews. Impossibile elencarli tutti, ma nel ripercorrerla si possono ricordare veri e propri pionieri come il Castello di Ama per l’Arte Contemporanea in Chianti Classico e la Collezione d’Arte Contemporanea di Cà del Bosco in Franciacorta, dal Parco artistico Orme su La Court di Michele Chiarlo, a Ceretto, che, a partire dal capolavoro della Cappella del Barolo di Sol Lewitt e David Tremlett, ha portato e porta il top dell’arte contemporanea nelle Langhe, Roero e Monferrato, primo territorio del vino riconosciuto Patrimonio Unesco. E se Sandro Chia, tra i principali esponenti della Transavanguardia, è stato il primo artista vigneron nella cantina-museo Castello del Romitorio a Montalcino e firmando le etichette del suo Brunello, Nittardi ha da poco celebrato 40 anni della sua collezione di etichette per il Chianti Classico Vigna Doghessa opera dei più grandi artisti internazionali della nostra epoca. Ma, ancora, da Zaccagnini, cantina-atelier i cui vigneti sono da decenni una galleria d’arte a cielo aperto con opere di artisti di fama mondiale, al progetto “Vino Civitas”, ideato in partnership dall’Associazione Civita e da Tenuta Caparzo, griffe del Brunello di Montalcino, per sostenere con restauri di opere d’arte il patrimonio italiano; dalla piattaforma di arte contemporanea “Antinori Art Project” di Marchesi Antinori attorno alla cantina d’autore Antinori nel Chianti Classico, eletta come la più bella al mondo e firmata da Archea Associati (accanto alle cantine d’autore frutto del sodalizio di Antinori con asv3 - officina di archittettura di Fiorenzo Valbonesi, ndr), ad “Artisti per Frescobaldi” di Marchesi de’ Frescobaldi per i giovani artisti internazionali, e con i quali le storiche famiglie del vino italiano continuano una secolare tradizione di mecenatismo che risale al Rinascimento; da #Caprai4love, il progetto della Arnaldo Caprai, leader del Sagrantino, per il recupero e la valorizzazione di opere e beni culturali del territorio di Montefalco, a Ornellaia “Vendemmia d’Artista” con cui la Tenuta dell’Ornellaia sostiene le più importanti istituzioni culturali mondiali; da “Viaggio in Sicilia” di Planeta, tra le prime residenze d’artista nei vigneti italiani, alla collezione di opere d’arte site-specific di Feudi di San Gregorio tra i vigneti dell’Irpinia.
Più recentemente, si va dalle etichette d’artista di Domenico Clerico con il “Premio Domenico Clerico” per i giovani artisti dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, a Gerardo Cesari, “cantina-museo” per le opere degli allievi della prestigiosa Accademia di Brera in Valpolicella, da Vivallis, la “Cantina dell’Arte” di Fortunato Depero in collaborazione con il Mart-Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, alla partnership tra Consorzio del Prosecco Doc e Fondazione dei Musei civici di Venezia - Muve; dal progetto “67 Colonne per l’Arena di Verona” che vede aziende e privati “adottarle”, come Calzedonia Group (tra i cui brand c’è l’“eno-catena” Signorvino), Masi Agricola e Tommasi Family Estates, tra le altre, alle suggestiva installazioni site-specific commissionate da Pasqua Vini a Verona e non solo, passando per il progetto della Zenato Academy “Vino. Oltre la fotografia”. Ma anche dal “Vino del Duomo” di Milano de “La Collina dei Ciliegi” per la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, al vino “Camera dei Giganti” di Villa della Torre della famiglia Allegrini per Palazzo Te, nel segno di Giulio Romano alla cui mano si deve la rinascimentale villa in Valpolicella; dallo sbarco del Franciacorta nel mondo dell’arte digitale con il Berlucchi Palazzo Lana Nft di Teo Kaykay, alla nascita del progetto “Arte a San Leonardo”, dedicato al vino simbolo della Tenuta, San Leonardo, gioiello enologico del Trentino. E se il Chianti Classico è oggi un vero e proprio “distretto del vino e dell’arte”, dal Rinascimento di Dimore Storiche Italiane come il Castello di Brolio di Barone Ricasoli all’arte contemporanea del Parco Sculture del Chianti, passando per le mostre diffuse firmate dal Consorzio Chianti Classico, il riconoscimento Unesco alle colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Docg ha dato impulso a tantissimi progetti che legano il vino all’arte nel territorio, dove da tempo quella contemporanea ha trovato casa al Parco della Filandetta di Bortolomiol. Ma lo stesso si può dire anche dell’Etna, dove le più celebri cantine affidano all’arte l’interpretazione di un territorio unico al mondo e dei suoi grandi vini, da Cusumano a Cottanera, per citarne solo alcune.
Per risalire alle origini dei primi musei del vino d’Italia, dobbiamo andare in Umbria, al Muvit-Il Museo del Vino della Fondazione Lungarotti a Torgiano, considerato il più bello al mondo, e in Toscana, al Museo della Bottiglia e del Vetro di Castello Banfi tra i vigneti del Brunello a Montalcino, dove recentemente è nato anche il nuovo museo immersivo ed emozionale del “Tempio del Brunello”, ma anche nel Valdarno, alla Galleria Vino & Arte de Il Borro di Ferragamo con la più importante raccolta di incisioni con soggetto il vino, e fino alle Langhe con il “WiMu-Museo del Vino” di Barolo. E sono tante le cantine custodi delle bellezze italiane, dalle Ville Medicee come Villa Le Corti dei Principi Corsini, alle Ville Venete come Villa Santa Sofia disegnata da Andrea Palladio, ai “gioielli” del Rinascimento come la Villa di Argiano progettata da Baldassarre Peruzzi a Montalcino, a chi ha fatto rinascere il vino tra gli scavi archeologici più importanti d’Italia, come Mastroberardino a Pompei e la Cva Canicattì nella Valle dei Templi di Agrigento, o Tasca d’Almerita con il “vino dei fenici” a Mozia, arrivando a progetti come quello del vino del Cretto di Burri delle Tenute Orestiadi a Gibellina; da Donnafugata che ha donato il suo Giardino Pantesco di Khamma a Pantelleria al Fai, a Podere Forte che ha restituito al culto la Cappella di Vitaleta, immagine-icona della Val d’Orcia Patrimonio Unesco.
Un monumento Unesco sono anche le “Cattedrali Sotterranee di Canelli”, le cantine storiche Bosca, Contratto, Coppo e Gancia, con i loro km di tunnel e gallerie scavati nel tufo delle colline, mentre oggi si assiste al fenomeno delle “cantine d’autore”, considerate le nuove “cattedrali del vino” e firmate dai più grandi architetti contemporanei, dal “Carapace”, prima opera architettonica di Arnaldo Pomodoro per la Tenuta Castelbuono della famiglia Lunelli a Bevagna, alla Cantina Poderenuovo, la Bulgari Winery firmata Alvisi Kirimoto a San Casciano dei Bagni, da Rotari e Mezzacorona di Alberto Cecchetto in Trentino alla Cantina Tramin di Werner Tscholl in Alto Adige, da Cà Marcanda di Gaja a Bolgheri alla Rocca di Frassinello di Renzo Piano in Maremma, dalla Cantina Petra del Gruppo Terra Moretti a Suvereto al centro Aziendale Vittorio Emanuele Marzotto di Santa Margherita dello studio Westway Architects a Fossalta di Portogruaro, dal “Rufugio del Vino” di Les Crêtes di Domenico Mazza in Valle D’Aosta a Terre Da Vino a Barolo di Gianni Arnaudo e Damilano di Boglietti Associati a La Morra, dalla Cantina Pizzolato di Made Associati in Veneto alla Cantina Masseto progettato dallo studio Zitomori a Bolgheri, e vero e proprio “tempio” del vino italiano.

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