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FINE WINES

Vino e collezionismo: sommelier e consulenti il riferimento, ma le bottiglie si acquistano on line

Oltre il 60% delle etichette va tra i 70 ed i 300 euro, il 28% dei collezionisti investe tra 1.000 e 3.000 euro all’anno. L’indagine eWibe
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Vino e collezionismo: sommelier e consulenti il riferimento, ma si compra on line

Dopo anni di boom, il mercato degli investimenti in vino sta vivendo quello che per alcuni è un pesante arretramento, per altri una semplice “normalizzazione”. Fatto sta che da mesi, almeno guardano agli indici principali del benchmark del settore, il Liv-Ex, l’andamento è nettamente negativo, come raccontano i dati del primo quadrimestre 2024 analizzati da WineNews, e con il mese di maggio che vede la tendenza a ribasso continuare senza sosta (-2,9% da inizio anno per il Liv-Ex 100, indice di riferimento della piattaforme, -5,9% per il Liv-Ex 1000, quello più ampio, con tutti i sottoindici in calo, compreso l’Italy 100, a -1,7%, ndr). Eppure, quello dei vini da collezione resta un settore in cui le occasioni di investimento, magari su singole etichette, non mancano, a patto di avere un profonda expertise o una guida che conosca bene il settore, oltre a quel pizzico di intuito e di fortuna utile in ogni tipo investimento. E a ben vedere, sommelier (30%) e consulenti di siti web specializzati (26%) sono i principali riferimenti dei collezionisti italiani, che oggi vogliono essere supportati nella fase di acquisto da professionisti preparati, anche se cercano sempre più spesso di accedere in maniera autonoma ad informazioni di qualità. Mentre un’ampia fascia si affida ancora a semplici consigli di amici e conoscenti (26%), più che al parere dei critici di settore (14%). A dirlo è un’indagine realizzata da eWibe, il live market dei vini pregiati, su un campione di 500 collezionisti in fine wines, finalizzata ad identificare le nuove tendenze in atto nel mercato. In ogni caso, quando si guarda al vino, la passione (34%) rappresenta il primo driver che guida il collezionista all’acquisto di una nuova bottiglia, che si lega indissolubilmente alla volontà di consumarla (31%), mentre il 24%, dato in crescita rispetto agli ultimi rilevamenti, lo fa in un’ottica di investimento.
Per acquistare grandi vini da investimento, il mercato online (34%), tramite piattaforme digitali specializzate, prende sempre più piede, soprattutto per quanto riguarda le etichette pregiate, anche se produttori diretti (29%) ed enoteche (28%) vengono scelti da numerosi appassionati che cercano vini di qualità affidandosi ancora ai canali tradizionali. E se a livello di consumi i vini bianchi e gli spumanti sembrano ormai aver superato i rossi, quando si parla di collezionismo, il vino rosso (80%) mantiene salda la sua leadership e sembra non avere rivali, mentre cresce l’attenzione verso i vini bianchi (8%), sempre più apprezzati dall’investitore moderno e oggi poco lontani da spumanti e Champagne (11%). E secondo il peculiare osservatorio di eWibe (che conferma i macrotrend che abbiamo raccontato spesso negli ultimi anni), a livello nazionale, l’Italia (59%) continua ad attirare l’interesse degli investitori, staccando di gran lunga Francia (34%) e Spagna (3%). A livello regionale, la Toscana (31%) resta in cima ai desideri degli appassionati, grazie anche alla grande crescita registrata negli ultimi 5 anni dall’indice della regione monitorato da eWibe (+65%) e alle straordinarie potenzialità dell’annata 2021. Seguono Piemonte (27%) e Bordeaux (12%). Il formato più richiesto resta la singola bottiglia da 0,75 litri (85%), seguita dalla cassa da 6 bottiglie (8%), mentre la Magnum si ferma al 6%. A livello di prezzi, le fasce più gettonate per una singola bottiglia, sono 70-100 euro, 100-150 euro, e 150-300 euro, con il 21-22% della “quota di mercato” ognuna, mentre solo l’8% delle bottiglie viaggia tra 300 e 500 euro. La maggior parte dei collezionisti (28%), mette a budget tra i 1.000 ed i 3.000 euro all’anno, il 15% tra 3.000 e 5.000 euro, il 9% si spinge fino a 10.000, ed il (9%), va oltre i 10.000.
“Le grandi potenzialità e l’evoluzione dell’online stanno cambiando le abitudini dell’investitore digitale di vini di pregio - afferma Edoardo Maria Lamacchia, fondatore e Ceo eWibe - e questa figura, alla pari dei collezionisti che si muovono sui canali tradizionali, pone alla base delle sue scelte la passione per il vino: l’utente acquista fine wines sul mercato online sia in un’ottica di consumo che di investimento. Oggi, però, cerca anche una consulenza di qualità che gli permetta di essere supportato nella scelta del proprio portafoglio vini. Per questo motivo, ad inizio 2024, abbiamo lanciato un chatbot basato sull’intelligenza artificiale con l’obiettivo di potenziare ulteriormente il servizio di “Personal Wine Advisory” guidato da Leonardo Bernasconi DipWsey, Head of Wine di eWibe”.

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