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ECONOMIA

Vino ed esportazioni, per l’Italia nel primo semestre 2020 il conto della pandemia è del -3,4%

A dirlo i dati dell’Istat. Il Veneto si conferma locomotiva delle spedizione enoiche, con un valore superiore ad 1 miliardo di euro, un terzo del tota
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Export, nel prim semestre 2020, -3,4% in valore per il vino italiano (dati Istat)

Se uno degli slogan più in voga, in tempi di pandemia, è “andrà tutto bene”, più realisticamente, forse, è il caso di dire che, almeno per ora non è andato tutto malissimo. Almeno in termini di export enoico, a guardare dai dati Istat, sui primi 6 mesi 2020, appena aggiornati. Secondo l’Istituto, il calo come è atteso è arrivato, ma in maniera per ora piuttosto contenuta, visto che si parla di un -3,4% in valore sullo stesso periodo 2019, con le spedizioni di vino dal Belpaese verso i mercati del mondo che si sono fermate a 2,9 miliardi di euro. Il Veneto, nonostante una perdita del -3,6%, si conferma di gran lunga locomotiva del Belpaese enoico, visto che dalla regione è partito vino per un valore di 1 miliardo di euro, poco più di un terzo del totale. Cali contenuti li registrano anche Regioni di riferimento come il Piemonte (-2,1%, a 469 milioni euro), la Toscana (-4,2%, a 454 milioni di euro), mentre, pur con valori assoluti più piccoli, crescono Regioni come Sicilia (+6,5%), Emilia-Romagna (+2,8%), Trentino Alto Adige (+1,3%), Liguria (+8,9%) e Campania (+2%), fino al +71% delle Basilicata (ma con valore di poco superiore a 1,7 milioni di euro), mentre tutte le altre Regioni registrano un trend in perdita. Un dato complessivo che, come sottolineato dalle più diverse analisi, ad oggi è il risultato di una partenza di anno sprint soprattutto in Usa ed Uk - da un lato, per la paura di dazi sul vino che fino ad oggi, almeno per il Belpaese, gli Stati Uniti non hanno prodotto, dall'altro per il timore di un Brexit che nei suoi dettagli si sta ancora definendo - la cui crescita è stata inevitabilmente e rimangiata dal crescere dell’emergenza Covid-19 in tutto il mondo, che ha colpito pesantemente la ristorazione di ogni Paese. Emergenza tutt’altro che superata, e che renderà complicate le cose nei mesi a venire.
Le difficoltà, evidenzia anche una analisi della Fondazione Qualivita, sono state riscontrate soprattutto nei mercati asiatici (-21,4%), mentre hanno retto meglio i Paesi di Europa (-2,0%) e America (-1,0%). Fra i principali mercati di destinazione, gli Stati Uniti hanno segnato un -1,7% mentre la Germania ha mantenuto livelli stabili (+0,3%), ma a seguire Regno Unito e Svizzera hanno avuto significativi cali, rispettivamente del -9,6% e del -9,8%. Confermano un trend particolarmente positivo la Francia (+9,0%) - pari al +19% rispetto al primo semestre 2018 e addirittura +34% rispetto allo stesso periodo 2017 - i Paesi Bassi (+12,1%) e la Norvegia (+14,8%). Fra i mercati Extra-Ue male soprattutto Giappone (-16,5%), Russia (-11,4%) e Cina (-41,7%), con quest’ultima che torna a coprire una fetta dell’export vinicolo italiano molto ridotta (1,3%). In termini di quantità l’export made in Italy del primo semestre è calato solo del -0,4% rispetto allo stesso periodo 2019, il che evidenzia un generale calo dei prezzi medi. In particolare in Europa e in America le quantità esportate sono state superiori rispetto al 2019 (rispettivamente del +1,3% e del +0,4%), a fronte di un pur contenuto calo dell’export in valore. Crollo anche in termini di quantità, invece, per le esportazioni in Asia (-21,0%).

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