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LO SCENARIO

Vino, il quadro difficile del 2022 rischia di cancellare il recupero del 2021. Allarme Federvini

Costi di produzione alle stelle, come quelli delle materie prime (carte e vetro) che scarseggiano. E peggiora la fiducia dei consumatori
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Vino, allarme Federvini per la tenuta economica del settore nel 2022

Parafrasando il mitico Gino Bartali, non è tutto sbagliato, ma è tutto (o quasi) da rifare. Il recupero del vino italiano nel 2021, almeno nei numeri aggregati, è stato evidente, sia sul mercato interno che su quelli del mondo, con un export record, da più di 7 miliardi di euro. Ma il quadro dipinto in questi primi 3 mesi 2022, segnati da subito dal tema importante dell’aumento dei costi di produzione e della scarsità di alcune materie prime, poi aggravato dalla guerra da Russia e Ucraina con tutte le sue conseguenze, e con una pandemia ancora non del tutto superata sullo sfondo, non può lasciare tranquilli produttori e mercato. E così, la ripresa del 2021, registrata, tra gli altri, anche dall’Osservatorio Federvini, rischia di essere vanificata dalle nuove minacce, con il comparto alle prese con una sorta di “tempesta perfetta”, con costi di produzione in aumento fortissimo, così come le materie prime che, inoltre, scarseggiano mettendo in difficoltà le imprese anche ad evadere gli ordini che pure arrivano, stando alle segnalazioni di centinaia di operatori nel mondo dei vini, degli aperitivi, dei distillati dei liquori e degli aceti, spiega Federvini.
“Il 2022 ha tutte le premesse per diventare l’anno della tempesta perfetta - dichiara la presidente Micaela Pallini - da molti mesi lamentiamo una situazione intollerabile rispetto ai costi dei trasporti, che ha danneggiato pesantemente il nostro export. A questo si sono aggiunti il progressivo aumento dei costi delle materie prime e dell’energia e la crisi internazionale che ha fatto esplodere la penuria di componenti essenziali per i nostri settore. È inutile accettare ordinativi quando non abbiamo le bottiglie per riempirle con i nostri prodotti, né disponiamo del cartone per imballarli - continua la Presidente Pallini - il tema è principalmente il costo, in continuo aumento, ma oggi parliamo anche di disponibilità. Molte cartiere si stanno fermando o stanno rallentando la produzione. Per il vetro poi la situazione è drammatica. A tal proposito, abbiamo scoperto, grazie alla tragedia della guerra, che Paesi come l’Ucraina sono preziose fonti di approvvigionamenti per alcune componenti della nostra filiera. Alcuni settori, penso alle distillerie, sono molto energivori, e quindi il continuo aumento del prezzo dell’energia ha effetti drammatici. Nelle prossime settimane il mondo del vino dovrà accendere le frigorie per la conservazione dei vini, con costi di approvvigionamento elettrico che rischiano di minare la sostenibilità economica di moltissime produzioni. Un vero peccato, perché il 2021 si era chiuso in termini positivi”.
Come confermano i dati dell’Osservatorio Federvini, con un valore di 2,8 miliardi di euro nel 2021, le vendite di vini nella Gdo hanno segnato una crescita del 3,7% sull’anno precedente, trainata principalmente dagli spumanti, in crescita del 18,4%, e, marginalmente, dai vermouth, + 1,4%. Sostanzialmente stabili i ricavi generati da vini fermi e frizzanti. Le vendite di spiriti sono cresciute del 6,5% nel 2021 vs il 2020, arrivando a 1,2 miliardi euro, registrando progressi in tutte le categorie: i best performer sono gli aperitivi alcolici (+17,3%), seguiti da amari (+7,1%), liquori dolci (+3,3%) e distillati e acquaviti (+3%). Segno meno, invece, per il comparto degli aceti che ha registrato vendite per 133 milioni di euro, con l’eccezione positiva del balsamico, le cui vendite sono cresciute del 3,5% in valore. Come detto, se il mercato interno ha confermato la sua crescita, il 2021 ha visto un nuovo record per le bevande alcoliche nazionali fuori dai nostri confini.
Le esportazioni di vino italiano hanno superato i 7 miliardi di euro, in crescita del 13% sul 2020. Anche in questo caso la maggiore crescita è stata segnata dalle bollicine, grazie alle eccellenti performance del Prosecco che ha messo a segno un +31,5% rispetto al 2020; seguono i rossi fermi Dop della Toscana (+15%), i rossi Dop del Piemonte (+17,4%), i bianchi Dop del Veneto (+12,9%) e i rossi Dop del Veneto (+8,9%). Ancora più rilevante la crescita dell’export di spiriti che ha superato gli 1,3 miliardi di euro nel 2021, +23% rispetto al precedente anno, con l’Italia che si conferma il secondo paese esportatore di liquori dopo la Germania ma ben prima di Irlanda, Francia e Regno Unito.
E questo nonostante la pandemia, nel 2021, abbia comunque frenato la ripresa del consumo fuori casa. All’interno del canale, spiega Federvini, le consumazioni di vini e spiriti hanno registrato trend migliori rispetto al mercato e all’intero comparto delle bevande, chiudendo il 2021 al -6% sul 2019, grazie anche ad un aumento dei valori medi. In Italia nel 2021 le consumazioni di vino, bollicine, spiriti e amari/liquori dolci sono state quasi 1,2 miliardi. Vino e bollicine hanno generato oltre 650 milioni di consumazioni e sono state le prime categorie a ripartire dopo la fine del lockdown, seguite dai cocktail alcolici con quasi 300 milioni di consumazioni, metà delle quali concentrate nel trimestre estivo. Le consumazioni di Amari e Liquori dolci sono state poco meno di 200 milioni, largamente concentrate nel Sud Italia (circa 60%). La categoria che ha registrato meno consumazioni, sfavorita anche dalla chiusura delle discoteche, è quella dei liquori e distillati che ha registrato appena 61 milioni di consumazioni. Un quadro nel complesso ancora non a livelli pre-pandemici, ma comunque confortante, stravolto, però, da un 2022 che va avanti con prospettive tutt’altro che serene.
Negli ultimi mesi 2021, infatti, come più volte riportato, sono arrivati i primi segnali di tensione sul fronte dei prezzi e delle materie prime, fino ad arrivare agli allarmi di queste settimane. Il prezzo del cartone è quasi raddoppiato, il costo dei tappi è aumentato del 40% e il vetro di un buon 25%, con molti fornitori che hanno scritto alle cantine e alle distillerie anticipando nuovi aumenti, e addirittura possibili sospensioni delle forniture nelle prossime settimane. Il trasporto su gomma ha avuto aumenti di oltre il 25%, mentre il record si è avuto sui noli marittimi: +400% sul 2020.
“Il 2022 è stato pensato come l’anno della definitiva ripartenza post pandemia, ma l’entusiasmo è stato presto smorzato da nuove incertezze che non aiutano lo sviluppo del comparto e rendono la gestione assai difficile - spiega Beniamino Garofalo, ad Santa Margherita Gruppo Vinicolo - ora ci troviamo ad affrontare impreviste criticità di filiera: forti incrementi di valore e scarsa reperibilità interessano le componenti chiave per la commercializzazione dei vini - dalla carta agli imballaggi, dal vetro ai trasporti - incidendo notevolmente sulla programmazione della produzione da un lato e sulla distinta base dall’altro. Le preoccupazioni non si registrano però solo a monte. Segnali negativi arrivano anche lato consumi: il graduale clima di fiducia riconquistato negli ultimi mesi ha già ceduto il passo ad una contrazione degli acquisti. Lo scenario resta pertanto incerto, facciamo fatica a fare previsioni sul 2022. Dobbiamo però cercare di essere ottimisti: abbiamo superato la sfida degli ultimi anni, troveremo una soluzione anche ora”.
“Il mondo del Prosecco è in fermento - aggiunge Giancarlo Moretti Polegato, presidente Villa Sandi - la pressione che arriva dai fornitori purtroppo a breve comincerà a scaricarsi sui consumatori finali. Da aprile ci sarà un ulteriore aumento del costo del vetro, dopo i rincari dei mesi scorsi. A questo punto dovremo informare i nostri clienti che i listini, come quelli di tutti gli altri, dovranno essere ritoccati verso l’alto. Purtroppo la situazione sta peggiorando di giorno in giorno e non riusciamo ad assorbire tutti gli aumenti delle materie prime, dei costi dell’energia e dei trasporti che stanno raggiungendo un punto di non ritorno. E non è tutto, perché il problema non sarà solo l’aumento del vetro, ma se avremo disponibilità di bottiglie per i prossimi mesi”.
E le preoccupazioni del mondo del vino sono le stesse del mondo dei liquori. “Se mi avessero chiesto un commento per il 2022 ad inizio gennaio, sarei stato felice di confermare l’ottimismo del 2021 - chiarisce Leonardo Vena, membro della famiglia proprietaria di Lucano 1894 - oggi, invece, le mie previsioni sono piuttosto cupe. Siamo in un momento di fortissime tensioni geopolitiche dalle pesanti ricadute sul nostro settore. Per noi il tema trasporti è cruciale e da mesi la situazione non fa che peggiorare: mancano i pallet, i costi dei noli sono stratosferici mentre di container non si riesce a trovarne. La guerra poi ha aggravato il tema delle materie prime: per il nostro comparto i prezzi dello zucchero, dell’alcol etilico e del vetro in molti casi hanno superato del 25%, 30% le quotazioni del 2021. Senza contare che l’inflazione è dietro l’angolo e un possibile aumento dei tassi di interesse bancari non ci fa stare tranquilli”.
“Tutti ci auguriamo che la tragedia in Ucraina abbia presto fine - conclude la presidente Federvini, Micaela Pallini - prima di tutto per alleviare le sofferenze indicibili che quel popolo sta subendo ingiustamente. Parallelamente agli sforzi diplomatici, l’Unione Europea e il nostro Paese devono trovare le modalità per gestire l’impatto che il quadro geopolitico sta determinando su lavoratori, consumatori ed imprese. Sono necessarie forme di compensazione e aiuti alla promozione, misure di mercato che consentano di superare il momento difficile e gettare le basi per una futura ripresa. Intanto mi auguro che i recenti interventi del Governo sul caro energia possano convincere i fornitori a venire incontro alle nostre imprese, sospendendo gli aumenti già previsti per aprile. Faccio un appello anche a tutte le componenti della nostra filiera allargata, includendo fornitori di imballaggi, trasportatori, distributori, ristoratori. Se ognuno va avanti da solo, con aumenti indiscriminati, non ne usciamo. Troviamo soluzioni che consentano una crescita sostenibile nel tempo. Per le nostre imprese e per tutti i consumatori”.

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