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VINO & RICERCHE - VINITALY 2006 - LA GRANDE DISTRIBUZIONE: UNA CANALE SEMPRE PIU’ IMPORTANTE PER LA VENDITA DEI VINI ITALIANI DI QUALITA’ (OLTRE IL 62%). I VINI PIU' VENDUTI E QUELLI EMERGENTI

Italia
I vini vanno forte negli scaffali della Gdo

Le vendite di vino nella grande distribuzione nel 2005 hanno oltrepassato il 62% del totale (vendite a corpo), con una crescita dell’1% sull’anno precedente. E’ quanto emerso dalla tavola rotonda odierna, organizzata da Veronafiere nell’ambito di Vinitaly, cui hanno partecipato rappresentanti dei produttori, della grande distribuzione e delle associazioni dei consumatori.
Il canale della grande distribuzione negli ultimi 5 anni ha incrementato del 50% a valore (per un totale di 1,1 mld di euro) e del 22, 5% a volume (raggiungendo i 5 mio di ettolitri), diventando ormai il canale più importante per la vendita del vino.
E crescono in modo significativo le vendite di vini a denominazione d’origine, dando corpo ad un vero e proprio fenomeno sociologico tale per cui il consumatore medio cerca sempre più i vini di qualità negli angoli-enoteca dei supermercati. Le vendite dei vini doc crescono infatti del 2% nel 2005 e rappresentano più del 52% delle vendite globali del vino nella grande distribuzione.
Le fasce di prezzo più vendute in assoluto sono quelle che si attestano sui 3 euro, ma la ricerca del rapporto qualità/prezzo è dimostrata dal fatto che i prodotti sotto i 5 euro rappresentano l’80% del venduto e che la fascia di prezzo oltre i 10 euro mostra, negli ultimi anni, progressioni costanti a due cifre.
I vitigni più venduti nella grande distribuzione nel 2005 sono (nell’ordine): Lambrusco, Sangiovese, Barbera, Trebbiano, Montepulciano d’Abruzzo, Merlot, Chianti, Castelli Romani, Cabernet, Bonarda, Marino, Chardonnay, Novello, Nerod’Avola, Verdicchio (dati IRI Infoscan).
I vini in bottiglie da 0,75 lt più venduti nella grande distribuzione nel 2005 sono (nell’ordine): Garzellino Coltiva Secco, Freschello Rosso, Freschello Bianco, Maschio Pinot Rosa, Tura Lamberti Tura Bianco, Maschio Chardonnay, Maschio Verduzzo, Garzellino Coltiva Amabile, Corvo Rosso, Aragosta Vermentino, Montepulciano Abruzzo Rocca Ventosa, Santa Cristina, GVP Sangiovese, Corvo Bianco, Bigi Est Est Est (fonte IRI Infoscan).
I vini emergenti, cioè quelli che si sono fatti notare per una buona progressione nel 2005, sono: Grechetto e Sangiovese umbro (Umbria), Insolia e Grecanico (Sicilia), Primitivo di Manduria e Negramaro del Salento (Puglia), Arneis e Dolcetto di Dogliani (Piemonte), Falanghina e Greco di Tufo (Campania). (Fonte: rilevazioni Auchan, Carrefour, Conad, Coop, Despar, Sma).
“Le vendite di vino nel canale della grande distribuzione continuano ad aumentare: nel 2005 sono cresciute di circa l’1/2% - ha dichiarato Lamberto Vallarino Gancia, presidente del Sindacato B di Federvini - nel canale Horeca sono calate di circa un 4/5% a seguito di una maggiore attenzione nel consumo. I rapporti tra produttori e grande distribuzione sono variegati: vi sono produttori che vendono quasi esclusivamente nella Gdo; altri che non vogliono servire la Gdo ritenendo impossibile essere presenti con lo stesso vino sia in questo canale che nella ristorazione e nelle enoteche, per evitare il raffronto dei prezzi; altri produttori vendono sia in Gdo che in Horeca, ma con due linee distinti di vini ed a volte con anche prodotti diversi. In generale, il rapporto tra produttori e Gdo tende a migliorare. Una delle richieste dei produttori è quella di presentare ancor meglio l’offerta di vino nella grande distribuzione, partendo da un layout di scaffale più simile al concetto di enoteca, con una logica di divisione per colore, prezzo e regione/ nazione a seconda della tipologia ed il posizionamento di quartiere del punto vendita. Oppure creando un angolo con i vini del mese e le nuove annate dove si propongano dei sistemi di cultura e offerta guidata al consumatore. L’arrivo sul mercato italiano di vini esteri non è ancora da considerare una minaccia perchè rappresentano ancora un piccolo volume di affari.
Diversamente, notiamo che nei mercati esteri i vini del Nuovo Mondo si stanno appropriando di volumi considerevoli nei Paesi con minore tradizione vitivinicola di produzione, dove l’elemento vincente sono vitigni internazionali quali ad esempio Cabernet Sauvignon, Merlot, Shiraz, Chardonnay e Sauvignon blanc. Poiché l’Italia è il Paese con la maggiore quantità di vitigni autoctoni (oltre 350 per più di 450 vini), è chiaro che può sfruttare a proprio vantaggio questa situazione”.
“La grande distribuzione è fortemente impegnata nella valorizzazione dei vini di qualità italiani - ha sostenuto Valter Vangelisti, Responsabile Acquisti e Mercati del settore alimentare PGC di Auchan Spa - per esempio, le cosiddette “feste del vino” organizzate dalla Gdo hanno contribuito moltissimo alla diffusione e al consumo dei vini tipici. Auchan, che vanta oltre 3 mila etichette in assortimento, ha sviluppato in sinergia con le migliori aziende vinicole prodotti con un ottimo rapporto qualità/prezzo, come il Primitivo di Manduria doc “Segnavento” dell’Accademia dei Racemi, etichetta esclusiva di Auchan, che ha ottenuto nel 2006 dalla Guida dei Vini d’Italia i “2 bicchieri”. Mai un vino distribuito da una catena della grande distribuzione in Italia ha raggiunto tali risultati. Ed Auchan esporta regolarmente il vino italiano all’estero: vini di qualità italiani sono infatti presenti sugli scaffali degli ipermercati Auchan di Francia, Polonia, Spagna, Portogallo e Giappone”.
“Il trend del mercato del vino nella grande distribuzione, fa registrare negli ultimi 5 anni un aumento pari al +50% a valore e +22,5% a volume - ha riferito Marco Selmo, Responsabile Liquidi degli Ipermercati Carrefour - dove il peso dei canali distributivi risulta essere cosi suddiviso, a volumi: 67% nei supermercati ,19% negli ipermercati e 14% nelle superette. A livello di vitigno, si registra una ottima performance del Nero Avola con un +70% a volume e 39% valore e del Vermentino con un +16,3% a volume e 17.1% a valore. Carrefour ha impostato una strategia basata su selezioni di vini in esclusiva “Selezione Carrefour”, sulla massificazione del prodotto a lineare e su promozioni di volume (vino a cartoni). Il mercato del vino estero, attualmente non risulta essere ancora una minaccia per i vitigni italiani in quanto nel totale mercato ha un peso dell’1,8% a valore (-0,5%), si evidenza però un trend a volume del +20.5% dovuto ad un forte riposizionamento del prezzo medio delle referenze trattate nella distribuzione (-17,4% prezzo medio)”.
“Per valorizzare il vino di qualità italiano - ha detto Giuseppe Zuliani, Direttore della marca commerciale di Conad - abbiamo creato delle zone dedicate ed adeguatamente evidenziate all'interno degli scaffali e/o fuori banco, per promuovere i vini della regione in cui si trova il singolo punto di vendita. Crediamo molto nella comunicazione e per questo dedichiamo ampio spazio al vino nel nostro house organ “Beneinseme” che ha una diffusione di massa e propone una rubrica tematica (“Itinerari del gusto”) che è dedicata al turismo eno-gastronomico in Italia ed una rubrica sui maggiori eventi e festività dell’anno in cui si indicano i vini da abbinare ai cibi regionali caratteristici di queste ricorrenze. Conad inoltre è impegnata nella promozione del vino di qualità italiano all’estero. Per esempio, nel mese di maggio proponiamo in tutti i punti di vendita Leclerc in Francia la manifestazione “Viva l’Italia”, in cui sono proposti vini italiani come il Lambrusco ed il Chianti. Grazie alla recente creazione di Coopernic, la prima Cooperativa europea della distribuzione, potremo aumentare significativamente l’export di vini italiani. Coopernic infatti può vantare più di 17mila punti di vendita in Europa e vi fanno parte, oltre a Conad: Leclerc (Francia), Rewe (Germania), Colruyt (Belgio), Coop Swisse (Svizzera)”.
“La Coop ha avviato in diversi punti vendita progetti per la creazione di vere e proprie cantine “in store” con ambientazioni e supporti informativi ad hoc - ha affermato Ermanno Gargiulo, Category Buyer Vini Coop Italia - poiché molti consumatori, specie i più giovani, hanno un approccio interessato, ma recente al mercato e vanno quindi “guidati”, Abbiamo pensato di organizzare lo scaffale segmentandolo per “regione di provenienza”, poi successivamente per tipologia/colore, mentre la lettura della convenienza, ove possibile, viene fatta in verticale. Il presidio delle “tipicità locali italiane” fa parte del nostro stesso Dna, ed è quindi garantito dal radicamento sulle diverse aree geografiche delle nostre associate. Il fenomeno dei wine bar ha sempre più trainato il “ bere d’oltre confine”: attenti a questa esigenza, trovano spazio sui nostri scaffali oltre ai classici vini francesi e californiani, anche una buona rappresentanza di vini cileni, argentini ed australiani che riscuotono sempre un maggior interesse”.
Sull’importanza di migliorare la presentazione dei vini alla clientela della grande distribuzione è intervenuto Carlo Macchi, giornalista enogastronomico, direttore del giornale on line Winesurf.it, che da anni dedica attenzione a questo tema: “In realtà non esiste un linguaggio definito per comunicare il vino ad ampi strati dei consumatori, cioè per mettere in contatto gli esperti con i consumatori finali inesperti. La grande distribuzione deve cercare di sopperire a questa mancanza con un approccio che sia fondato su una estrema semplicità e chiarezza della proposta. I messaggi dovranno essere il meno possibile scritti, dando così spazio ad una grafica accattivante ed amicale, comprensibile con un colpo d’occhio. L’uso di esperti nelle corsie dei supermercati è sicuramente valido per un pubblico già formato, ma rischia di allontanare la gran massa, non abituata né al linguaggio, né al modo di proporsi di un sommelier, né a degustare vini ‘in pubblico’ o comunque fuori dai pasti e da ambienti deputati a questo come ristoranti, cantine o la propria abitazione”.
“Grazie alle vendite di vino nella grande distribuzione - ha detto Lorenzo Miozzi, presidente del Movimento Consumatori - un vasto assortimento di vini tipici è oggi accessibile a tutti i consumatori, che hanno così la possibilità di trovare negli scaffali le bottiglie che più li soddisfano per caratteristiche organolettiche, geografiche e, soprattutto, di prezzo. Grazie ad un buon rapporto qualità/prezzo, la grande distribuzione contribuisce perciò alla diffusione della cultura del vino. Occorre, tuttavia, porre attenzione alla pratica concorrenziale che rischia di ridurre la qualità del prodotto, se si va alla ricerca di un prezzo sempre più basso. Inoltre, il consumatore che si avvicina allo scaffale e vuole prendere una bottiglia di vino spesso non ha alcuna assistenza nella scelta, né attraverso una semplice ma meditata divisione del vino tra gli scaffali, né attraverso un addetto alla vendita specializzato nel settore. Dunque, la grande distribuzione dovrebbe lavorare ancora per studiare formule adeguate di comunicazione e assistenza al consumatore nell’acquisto”.
“Buonitalia è impegnata a consolidare la presenza del vino italiano sui mercati internazionali, affermandone l’altissima qualità che lo contraddistingue dai vini esteri concorrenti - così è intervenuto Giorgio Serra, Responsabile del settore vinicolo di Buonitalia Spa sul tema della valorizzazione del vino italiano all’estero - Per realizzare questo obiettivo, Buonitalia, che fin dalla sua costituzione opera come una cabina di regia dove far convergere tutti i protagonisti pubblici e privati della promozione agroalimentare italiana, ha dato vita al Progetto Vino per mettere insieme le Istituzioni, le Regioni, i Produttori e le Associazioni dei Consumatori anche su questo fronte produttivo della nostra agricoltura, con lo scopo di creare una rete di sistema a sostegno dell’intero sistema vitivinicolo italiano. La creazione di una Rete delle Enoteche Regionali è, secondo noi, un ottimo strumento per la divulgazione del valore dell’enodiversità regionale come fattore di competitività del made in Italy. La concorrenza con cui ci confrontiamo quotidianamente, infatti - ha concluso Serra - è molto forte, sia sul fronte commerciale che su quello distributivo, per questo stiamo anche dialogando con i principali operatori della grande distribuzione al fine di migliorare la penetrazione e la capillarità dell’offerta sui mercati internazionali”.

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