Le proprietà salutistiche del vino vanno ben oltre gli effetti antiossidanti e protettivi per il sistema cardiovascolare e aprono nuove frontiere all’utilizzo consapevole di questo prodotto simbolo del “made in Italy”. Se ne è parlato, nei giorni scorsi, nella presentazione di “Enotria 2006”, pubblicazione edita da Unione Italiana Vini, organizzazione che riunisce le più importanti aziende vitivinicole italiane e partner attivo dell’Osservatorio permanente giovani e alcol.
Unione Italiana Vini ha infatti investito sul tema vino e salute attraverso una ricerca che ha coinvolto professionisti di tutto il mondo per superare i molti preconcetti ancora diffusi sull’argomento. Referente scientifico della ricerca è Alberto Bertelli, farmacologo e ricercatore del Dipartimento di Morfologia Umana dell’Università degli Studi di Milano, nonché presidente della Commissione “Vino, Nutrizione e Salute” dell’Office Internationale de la Vigne e du Vin (Oiv), una sorta di “Onu del vino”.
La notizia più significativa, uscita da Enotria 2006, è certamente che anche il vino bianco e non solo il rosso può avere importanti effetti benefici sulla nostra salute e addirittura nei confronti dell’influenza aviaria. Uno dei farmaci ritenuti efficaci dal Ministero della Salute Europeo per il trattamento e la prevenzione dell’influenza è il Tamiflu, a base di anice stellato cinese, il cui principio attivo è l’acido shikimico in combinazione con la quercetina.
In base ai risultati di ricerche, i cui dati preliminari sono stati pubblicati sul “British Medical Journal” grazie ad una lettera inviata proprio dal professor Alberto Bertelli, è stata dimostrata la presenza sia di acido shikimico, sia di quercetina anche nel succo d’uva e nel vino bianco. “Siccome l’anice stellato si vende anche nelle erboristerie, il medico dovrebbe scoraggiare i pazienti - puntualizza Bertelli - dall’uso di erbe di cui non è stata dimostrata l’efficacia contro l’influenza, perché potrebbero inavvertitamente comperare anice stellato di origine giapponese e non cinese, che è dimostrato essere neurotossico. Mentre lo stesso effetto si può ottenere bevendo una volta al giorno un bicchiere di succo d’uva bianca o di vino bianco”.
Ma c’è di più: è di pochi giorni la notizia diffusa dalla Commissione Oiv che dimostra la presenza nel vino della molecola antiossidante idrossitirosolo, comune nell’olio extravergine d’oliva, la quale conferisce importanti proprietà antiaging. È invece noto che il vino contiene composti come il resveratrolo, che funzionano solo se c’è “un gioco di squadra” con altri componenti chimici, e questo spiega perché, se il resveratrolo viene assunto in pillole, non vi è alcun effetto positivo. In piccolissime quantità, inoltre, il resveratrolo rallenta anche l’invecchiamento cerebrale, come dimostrato da uno studio condotto dall’Università di Pisa.
E, infine, news di questi giorni è che una nota pubblicazione medica specializzata in urologia ha rilevato un positivo effetto sul tumore alla prostata.
“Perché affrontare oggi la tematica vino e salute? Le motivazioni - spiega Andrea Sartori, presidente dell’Unione Italiana Vini (Uiv) - sono principalmente due. La prima è che oggi l’attenzione dei media verso il tema, dopo il grande interesse nei primi anni Novanta, ai tempi del “paradosso francese”, è decisamente calata e i giovani non sono sufficientemente informati per affrontare con piena consapevolezza il consumo. La seconda è che il mondo del vino si trova nuovamente bersagliato da esasperate campagne proibizionistiche a livello mondiale, che spesso celano solo interessi economici”.
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