
“Oro, argento e (s)bronzo”, ovvero il rapporto tra vino e sport: questo il tema del 2006 per il Parco artistico “Orme su La Court” della famiglia Chiarlo (www.chiarlo.it) a Castelnuovo Calcea (Asti). Dopo il vernissage nel 2003, l’edizione dedicata al romanzo giallo nel 2004, quella dedicata a eros e vino nel 2005, quest’anno erano presenti grandi nomi dello sport italiano: ospite d’onore Alberto Tomba, insieme a Renato Zaccarelli (calcio), Livio Berruti (atletica leggera), Massimo Berruti (pallone elastico) e Giuseppe Vaccarini, ex presidente Ais, che non è uno sportivo ma che è comunque abituato alle competizioni avendo tra le altre cose guadagnato il titolo di campione del mondo dei sommelier nel 1978.
Mattatore della serata, quasi superfluo dirlo, un Alberto Tomba in splendida forma, asciutto e tonico come quando mieteva successi sulle piste da sci di tutto il mondo. Un violento temporale estivo non ha impedito lo svolgimento, nella cascina del parco, di un simpatico talk-show, condotto da Alessandro Torcoli della rivista “Civiltà del Bere”. Ne è venuto fuori un Tomba piuttosto diverso dal guascone stereotipato che impazza sui rotocalchi, un Tomba che si dedica ai bambini (con il Tomba Tour) e alla beneficenza, un Tomba che dimostra anche di sapere il fatto suo in fatto di vino.
“Nella mia cantina ci sono dalle 5 alle 6.000 bottiglie”, dichiara. “Ma se devo dire qual è il vino a cui sono più affezionato non ho dubbi: Vega Sicilia Unico Riserva 1963. Si torna indietro di dieci anni, ai Campionati del Mondo 1996 della Sierra Nevada, in Spagna. In quell’occasione indimenticabile vinsi la medaglia d’oro sia nello slalom speciale sia nel gigante, nonostante una quasi caduta, bevendo una bottiglia di Vega Sicilia prima della gara e due dopo, per festeggiare. È indubbio quindi che il vino fa bene allo sport!”.
Conferma Renato Zaccarelli, capitano del Torino che vinse lo scudetto nel 1975, primo - e finora unico - dopo la tragedia di Superga. “Io sono di origine marchigiana, e fin da quand’ero bambino bevevo il Verdicchio prodotto da mio nonno. Non sono un grande intenditore, ma sulla mia tavola un buon bicchiere di vino non manca mai. Mi piacciono, abbinati ai piatti giusti, i bianchi con un po’ di legno, come per esempio il Gavi Fornaci dei Chiarlo, che sono amici e - cosa non da poco - torinisti; amo molto anche la Barbera”. Livio Berruti ha rievocato l’oro olimpico a Roma ’60 nei cento metri e ha rivelato la sua grande passione per il Barolo. Come dargli torto?
Dopo il talk show, proiezione di un cortometraggio dedicato allo sport nel cinema, curato da Stefano Sardo, e mostra dedicata ai trofei olimpici creati da artigiani e artisti piemontesi. Nel corso del week-end è stato inaugurato il Caveau di Michele Chiarlo, a Barolo, in un casale ristrutturato, nel cuore del prestigioso cru Cerequio, con una verticale parallela di Barolo Cannubi e Cerequio ’96, ’99 e ’01, riservata ad esperti del settore. Dato il tema sportivo dell’evento, è stato chiesto a ciascuno dei partecipanti di compilare una graduatoria dei sei vini degustati. Vincitore assoluto è risultato il Cerequio ’96, guarda caso proprio l’anno delle due medaglie d’oro di Tomba ai Mondiali di sci innaffiate da un altro grande vino come il Vega Sicilia ...
Francesco Beghi
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025