Verso l’addio alla pressa per l’estrazione del succo dalle uve, che sarà prodotto da impulsi elettrici, con benefici in termini di pulizia del mosto. Uno scenario affascinante, anche se non certo immediato, a cui l’industria enologica punta con convinzione, almeno in quei Paesi, Stati Uniti in testa, dove il comparto del vino è in espansione e le risorse per la ricerca non mancano.
Ecco allora i ricercatori della University of Southern California di Los Angeles intenti nello sviluppo di una metodologia più efficiente ed efficace per l’estrazione del succo dalle uve. Si tratta di una tecnica, battezzata “pulsed power “ (potenza impulsiva), che utilizza brevi ma intensi impulsi elettrici per rompere le cellule dei frutti allo scopo di liberare di liberare una quantità maggiore di succo.
Nelle prove di laboratorio, questa tecnica è stata in grado di estrarre fino al 30% in più di succo rispetto alle metodologie tradizionali di estrazione. Non solo, le uve, nel caso si voglia estrarre la quantità più alta di sostanze nobili, non sono pressate e quindi producono una quantità di residui assolutamente minore, originando un mosto più pulito, ma allo stesso tempo, più ricco.
Questa tecnologia, tuttavia, non è una novità assoluta: viene utilizzata, per esempio, anche per estrarre meglio l’olio dalle olive.
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