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Vino & territori - Montalcino è uno dei territori che più di tutti in Italia ha attratto capitali provenienti da altre attività e ha sollecitato nuove sfide imprenditoriali. Quattro stelle (su cinque) per la vendemmia 2005

Italia
Montalcino

Montalcino è uno dei territori che più di tutti in Italia ha attratto capitali provenienti da altre attività e ha sollecitato nuove sfide imprenditoriali. Il merito è, larga parte del suo vino, il Brunello, che appassiona, ma anche di una terra, al tempo stesso generosa e selvaggia, di un equilibrio naturale che qui, come nel Chianti Classico, in Maremma o nella vicina Val d’Orcia, sprigiona tutta la poesia del paesaggio toscano. Quindi, un territorio che affascina, ma che vede nel suo vino una delle docg più rappresentative nel mondo del “made in Italy” (amato alla follia dagli americani: una bottiglia su quattro va negli States, oltre ad essere stato l’unico vino italiano dei 12 migliori vini del Novecento) ed una delle star nelle vendite nelle enoteche e nei wine-bar italiani.
Tanti, quindi, tra i vip quelli “folgorati” da questo fazzoletto di terra, tra i più amati della Toscana. L’ultimo, ma solo in ordine di tempo, ad arrendersi al fascino del Brunello è stato uno tra i più quotati e famosi manager americani, Richard Parsons, “numero uno” del colosso mediatico Aol Time Warner: ha acquistato la tenuta Il Palazzone, 3 ettari di vigneto, una produzione di 4.000 bottiglie. “Quello che volevamo - hanno spiegato Parsons ed il suo amico e socio Mario Bollag - era un hobby, che ci coinvolgesse e ci appassionasse”.
Con il Brunello da una decina d’anni a questa parte si sono cimentati industriali, professionisti, artisti. Come Sandro Chia, pittore di fama internazionale, che nel comune di Montalcino ha acquistato una severa fortezza, il Castello di Romitorio, vicino al quale ha realizzato una moderna cantina che è già un’opera d’arte. Nelle pareti esterne dell’edificio l’artista ha incastonato, infatti, decine di statue, decorazioni, elementi architettonici, che richiamano la storia dei luoghi, l’eco delle civiltà che si sono succedute, gli elementi naturali. Gianfranco Soldera, broker di assicurazione, invece, aveva l’ambizione di fare un grande vino. Ci è riuscito, studiando, sperimentando, con pazienza, rigore e rispetto della natura. Oggi il suo Brunello Case Basse è ai vertici di questa tipologia di vino. Anche Diego Molinari, pilota dell’Alitalia, ha vinto la sua scommessa: i Brunelli della Cerbaiona sono fra i più apprezzati dalla critica e dagli appassionati. Numerosi, insomma, imprenditori di altri settori sono sbarcati a Montalcino negli ultimi anni, facendo salire i prezzi dei terreni a vigneto di Brunello a 350.000 euro ad ettaro (con punte di 400-500.000 euro).
Da Salvatore Ligresti (SaiAgricola) che produce Brunello a La Poderina, a Francesco Illy, esponente della dinastia triestina del caffè, che ha l’azienda Francis-Francis, dall’altoatesino Rainer Loacker, famiglia di industriali dolciari, che a "Corte Pavone" fa un Brunello biodinamico, a Massimo Ferragamo, griffe della moda, che da un paio d’anni ha investito a Castiglion del Bosco, uno dei luoghi più affascinanti del territorio, all’immobiliarista Roberto Giannelli (Tenuta San Filippo), una delle giovani e più interessanti aziende. Producono Brunello avvocati come Danilo Tonon (Tenuta La Togata) e Carlo Cignozzi, che Al Paradiso di Frassina ha impiantato fra i filari altoparlanti che diffondono le musiche di Mozart e di Vivaldi. Fra i produttori venuti da fuori anche alcune imprenditrici, come Elisabetta Gnudi Angelini, che guida con passione due aziende, Altesino e Caparzo. Ed ancora il produttore veneto Enrico Martellozzo, rappresentante di una famiglia che, da oltre 100 anni, opera nel settore del vino, la Bellussi Spumanti di Valdobbiadene, nel cuore del Prosecco. Ma perché questo “mito”, inventato nell’Ottocento da un garibaldino, Ferruccio Biondi Santi, e primo vino italiano ad avere la docg con il Decreto del Presidente della Repubblica nel 1980, ha così successo? Sicuramente per le sue uve solo Sangiovese, per il fatto che può essere prodotto ed imbottigliato solo nel comune di Montalcino, per un microclima ottimale ed una particolare struttura fisico-chimica, per l’essere prodotto comunque in pochi milioni di bottiglie (6 milioni all’anno, di cui il 60% prende la strada dell’estero). Quasi duecento (195 per la precisione) sono le cantine del territorio per un giro d’affari, nel 2005, di 150 milioni di euro.
A “Benvenuto Brunello” (il 24 e 25 febbraio), la kermesse che attira importatori, buyers e giornalisti di tutto il mondo, è stato di scena il Brunello 2001 e la Riserva 2000, e è stato assegnato il “rating” del 2005, ottima vendemmia, con quattro stelle (su cinque). Ma “Benvenuto Brunello” è stata l’occasione, per degustare, oltre ai “nuovi arrivi”, anche le aziende storiche: da Biondi Santi, la griffe che ha “inventato” il Brunello alla fine dell’Ottocento, e dalla Fattoria dei Barbi della famiglia Colombini Cinelli, a Castello Banfi, uno dei Brunelli più conosciuti nel mondo, che ha lanciato il territorio di Montalcino, dalle “piccole ma grandi” Casanova di Neri, l’unico Brunello che ha messo d’accordo tutte le guide enologiche del 2006 alla Ciacci Piccolomini d’Aragona, cantina celebrata dal famoso critico Usa Robert Parker, che proprio quest’anno ha proposto per prima in Italia il Brunello griffato con uno speciale ologramma anti-falsari sulla capsula, lo stesso sistema usato dalla Banca Centrale Europea per gli euro e da marchi di prestigio internazionale come Rolex e Ferrari.

Brunello di Montalcino 2005 - rating a “quattro stelle”
Il 2005 è stata un’ottima annata per il Brunello: parola degli esperti che hanno assegnato all’ultima vendemmia del vino di Montalcino il punteggio di “quattro stelle” su cinque. Il rating è stato fissato dal Consorzio del Brunello dopo scrupolose valutazioni (chimico-fisiche ed organolettiche) e considerazioni relative all’andamento meteorologico dell’annata da parte di una speciale commissione composta da venti importanti enologi.
«Quella del 2005 è stata davvero una buona vendemmia - spiega Filippo Fanti, presidente del Consorzio - caratterizzata da condizioni climatiche equilibrate, a parte alcune giornate piovose a settembre che però non hanno determinato a Montalcino conseguenze sul raccolto. Il risultato? Un Brunello di qualità, che può essere felicemente destinato all’invecchiamento”.
Per celebrare il Brunello 2005 (che uscirà il primo gennaio 2010) è stato il pittore toscano Riccardo Benvenuti, grande appassionato del vino di Montalcino, a firmare la tradizionale formella di ceramica che rappresenta l’annata e la relativa votazione in stelle, destinata ad essere collocata sulle mura del duecentesco palazzo comunale.
La pittura di Riccardo Benvenuti, autore di grande sapienza figurativa, è da sempre affascinata da luoghi lontani e dall’incontro con culture diverse. Benvenuti, che è nato a Lucca ma vive tra la Toscana, New York e Los Angeles, dipinge quasi esclusivamente figure femminili, donne dominate dalla passione e dal cuore.
Uno dei grandi artisti toscani che portano nel mondo l’immagine dell’arte e della creatività italiana ha voluto dedicare al Brunello, uno dei suoi vini preferiti, un’opera che si aggiunge a quelle realizzate negli anni scorsi da famosi personaggi come gli stilisti Roberto Cavalli e Miuccia Prada, il pittore Sandro Chia, il fotografo Oliviero Toscani, la campionessa di sci Deborah Compagnoni, lo stilista Ottavio Missoni, il designer Giorgetto Giugiaro, l’attore Peter Weller. Una galleria unica al mondo in cui nomi celebri del nostro Paese hanno voluto offrire il loro personalissimo tributo al Brunello di Montalcino.

La vendemmia 2005 - L’andamento meteorologico
Secondo Stefano Campatelli, direttore del Consorzio del Brunello di Montalcino: “il 2005 ha regalato un raccolto di ottimo livello. Certo la pioggia di inizio settembre non ha fatto bene ai vigneti, turbando quel delicato equilibrio necessario alla maturazione finale delle uve e dei polifenoli. Il periodo di luglio e agosto è stato comunque abbastanza caldo e soleggiato, pur in presenza di giornate con temperature più fresche ed anche alcune piovose. Un andamento meteorologico generalmente equilibrato che, sommato alle naturali caratteristiche dei terreni e alla posizione del territorio di Montalcino, lasciava presagire una vendemmia di eccellenza. Questo almeno fino ai primi giorni di settembre e all’arrivo delle piogge che, fortunatamente, hanno risparmiato Montalcino da eventi particolarmente traumatici in grado di distruggere i raccolti e di impedire la produzione. La vendemmia non è dunque stata compromessa, il sole degli ultimi giorni ha permesso di asciugare le uve, mitigando gli effetti del maltempo e facilitando anche le operazioni di raccolta. A Montalcino la grande qualità non è mancata neanche quest’anno, con soddisfazione dei produttori. Il risultato finale è di buon livello, un’altra garanzia per il Brunello e il suo domani”.
(a cura del Consorzio del Brunello di Montalcino)

La curiosità - On line la “carta d'identità” del Brunello di Montalcino
Basta inserire il numero della fascetta della bottiglia nel sito web del Consorzio del Brunello per avere informazioni utili e dettagliate E’ il primo grande vino rosso italiano a mettere a disposizione di tutti i suoi estimatori una vera e propria “carta d’identità” su Internet. Per sapere tutto della bottiglia di Brunello di Montalcino che acquistate da oggi infatti basta inserire il numero della fascetta nel sito del Consorzio del Brunello di Montalcino, (www.consorziobrunellodimontalcino.it) ed ecco apparire tutta una serie di dati preziosi per il consumatore più attento: quante bottiglie sono state prodotte nella stessa partita, l’indirizzo ed il numero di telefono del produttore, con il link diretto al suo sito web, i dati analitici specifici di quel vino, come il titolo alcolometrico e l’acidità.
Per il Consorzio di Tutela dei vini di Montalcino si tratta di un passo definitivo verso la tracciabilità totale di tutti i vini a denominazione di origine prodotti nel proprio territorio: la “carta d’identità” elettronica è infatti disponibile dall’annata 1999 per il Brunello di Montalcino, dall’annata 2003 per il Rosso di Montalcino e dal 1 gennaio 2005 per il Moscadello di Montalcino e il Sant’Antimo.
Spiega Stefano Campatelli, direttore del Consorzio del Brunello di Montalcino: “Si tratta di un importante passo avanti nel concetto di trasparenza e tracciabilità totale: con questo sistema i consumatori hanno innanzitutto la garanzia che la fascetta corrisponda effettivamente alla bottiglia in cui è applicata, rendendo impossibili o comunque smascherando eventuali tentativi di “falsificazioni”. Inoltre in questo modo i produttori stringono con il consumatore una sorta di patto, che non finisce con l’acquisto della bottiglia ma va avanti anche dopo, garantendo informazioni e assistenza a chi compra un vino del territorio di Montalcino. Questa carta di identità telematica non è altro che la fase finale, l’ultimo step di una serie di controlli effettuati dal Consorzio su tutta la filiera, dal vigneto alla bottiglia, a tutela dei produttori e soprattutto dei consumatori”.

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