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WALL STREET JOURNAL: INDAGINI DELLA MAGISTRATURA USA CONTRO I VINI FALSI NELLE ASTE

Sono almeno 20 anni che, dopo aver scoperto il vino come la più nobile delle bevande, i consumatori americani si sono piazzati al vertice mondiale come estimatori di eccellenza in campo enologico. Ma estimatori non vuol dire sempre conoscitori. Dalla magistratura statunitense è partita nelle settimane passate un'inchiesta per fare luce su una serie di gravi frodi commerciali, per l'ammontare di parecchi milioni di dollari, in cui sono coinvolti collezionisti, importatori e prestigiose case d'asta, come Christie's a Londra e Zachys a New York.
L'indagine, di cui oggi dà notizia il Wall Street Journal, ha implicazioni da codice penale e, potenzialmente, potrebbe anche sfociare in condanne a pene detentive e in ingenti risarcimenti ai danneggiati, proprio mentre le vendite di grandi vini e le loro quotazioni tronano ad essere in ascesa e singole bottiglie raggiungono quotazioni vertiginose, anche parecchie migliaia di dollari per citare il Wine Spectator, considerato da molti esperti la bibbia dell'enologia mondiale (secondo il quale almeno il 5% delle rarità vendute privatamente o in aste sono prodotti falsificati). Le case d'asta, naturalmente, tendono ad ignorare questo allarme, ma esperti come Richard Brierley, uno degli enologi di riferimento di Christie's, ammette che adesso che è sempre più facile trovare bottiglie che superano i 1.000 dollari, le possibilità per i falsari sono fortemente aumentate.
Fonte: Ansa

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