+17% anno su anno: con un tasso di crescita del genere un canale di vendita non può non essere considerato, e con attenzione, dalla filiera del vino tricolore, e questo è doppiamente vero se si considera che il canale in questione è quello online - dove, anche se in settori diversi da quello enoico, la tradizionale ritrosia tecnologica italiana sta cedendo sotto i colpi di vantaggi indiscutibili come prezzi notevoli, cataloghi amplissimi e consegne rapide in tutto il territorio nazionale. E per fare il punto della situazione, senza tralasciare i possibili rischi di uno strumento unico nella sua natura, a “Wine2Wine” hanno raccontato le loro esperienze Marco Magnocavallo di Tannico.it, Federico Laurentino De Cerchio (Wineowine), Andrea Nardi-Dei di Vino75 e Alessandro Olivieri (Vinitaly Wine Club).
Complice il periodo delle feste, sia Magnocavallo che Laurentino De Cerchio hanno sottolineato ancora una volta come i numeri dicano, e non solo in percentuale, davvero quanto l’online stia superando sé stesso giorno dopo giorno: “abbiamo “mosso” un milione di euro in bottiglie negli ultimi trenta giorni”, ha detto il ceo di Tannico, “numeri che una normale enoteca fa, forse, in un anno”, mentre il suo collega di Wineowine ha raccontato che la sua azienda movimenta al momento 15.000 bottiglie, il triplo di quanto faceva nello stesso periodo dello scorso anno. Anche se l’ecommerce enoico non può certo vantare numeri come quelli britannici (10%) o tedeschi (dove si va a grandi passi verso l’8% in quota di mercato), insomma, la vitalità del settore in Italia è innegabile, e questo probabilmente porterà presto a un processo di consolidamento e aggregazione da parte degli operatori del settore. Detto questo il settore del vino, all’interno dell’ecommerce italiano, ha un parallelismo evidente con il settore dell’apparel e della moda: l’evoluzione è stata, secondo i partecipanti alla tavola rotonda, più o meno la stessa, e sta seguendo le medesime linee di faglia. “Dopotutto”, ha sottolineato Olivieri, “non poter provare i vestiti prima di comprarli online, e non poter avere in mano una bottiglia e degustarne il contenuto prima di pagarla, è più o meno la stessa cosa. Nel caso dei vestiti, si è risolto con il meccanismo del reso gratuito - ma col vino, posto che la bottiglia non presenti difetti, spesso il problema non si pone nemmeno”. La chiave dell’ecommerce sembra quindi risiedere, a detta dei partecipanti, nella comunicazione di prodotto, che è anche uno strumento efficace - forse come nessun altro - per distinguersi nel catalogo, tipicamente molto vasto, degli shop online. Una comunicazione che distingua e identifichi chiaramente il produttore, il suo territorio, la sua storia e le caratteristiche dei suoi prodotti, e che dev’essere quindi gestita attentamente sia dalla piattaforma che dalla cantina.
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