Una vera e propria operazione “chirurgica” sulle piante della vite: la tecnica innovativa per combattere il mal dell’esca è stata messa a punto da Simonit & Sirch, gruppo consulente di oltre 150 tra le più importanti maison vinicole internazionali (nomi come Chateau d’Yquem, Chateau Latour, Louis Roederer, Moet & Chandon e Terrazas de los Andes, solo per citarne alcuni, accanto a Bellavista, Braida, Ceretto, Rinaldi, ColleMassari, Ornellaia, Tenuta Argentiera, San Felice, Bertani Domains, Alois Lageder, Cavit, Ferrari Trento, Tenuta San Leonardo, Allegrini, Nino Franco, Zenato, Feudi di San Gregorio, Argiolas, tra le tantissime e prestigiose), e sarà al centro del corso di scena all’Accademia Vine Lodge di Capriva del Friuli (31 luglio-3 agosto), rivolto a chi vorrà imparare le basi della dendrochirurgia, grazie alla quale la carie bianca che colonizza la struttura legnosa delle piante e ne causa l’infezione viene eliminata con una specifica attrezzatura, mantenendo intatta la qualità delle uve.
La tecnica, messa a punto in 13 anni di lavori e sperimentazioni, offre risultati sorprendenti sia per la qualità dei vini che per il risparmio economico da parte dell’azienda: il 90% delle piante trattate è tornato infatti pienamente produttivo. La dendrochirurgia è, al momento, l’unica tecnica valida per fermare il mal dell’esca ed evitare l’estirpo delle piante.
I tecnici di Simonit & Sirch hanno sottoposto alla dendrochirurgia più di 15.000 piante di 12 varietà (Sauvignon blanc, Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Sauvignon, Pinot Nero, Riesling, Malvasia Istriana, Sangiovese, Gruener Veltiner, Carmenere, Malbec), in vigneti di 12 regioni italiane e straniere: Collio, Franciacorta, Montalcino, Champagne, Borgogna, Bordeaux, Mendoza, Kamptal, Steiermark, Pfalz, Istria e Maipo in Cile. Analizzando i dati raccolti - validati anche dall’Università e dall’INRA (Institut National de la Recherche Agronomique di Bordeaux) - si evince che la dendrochirurgia rallenta la progressione di sintomi di mortalità delle piante infette e che la qualità delle uve è comparabile con quella di piante sane. Non è lo stesso per le piante infette non operate. In 13 anni di lavori e sperimentazioni, il 90% delle piante trattate è tornato pienamente produttivo.
Il corso, rivolto a tutti, è un’occasione unica per apprendere questa tecnica: articolato in 3 giornate di formazione, per un totale di 5 lezioni pratiche e una teorica, prevede un massimo di 12 partecipanti. Il costo, pari a 1.200 euro, include il pernottamento, il noleggio di vestiario e attrezzatura ed una visita al Campus Mario Schiopetto, dove il Metodo Simonit & Sirch ha preso forma più di 30 anni fa.
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