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NATURA UE

Parlamento Ue, la legge sul Ripristino della Natura va avanti, ma con più attenzione all’agricoltura

No alla riduzione del 10% della superficie agricola produttiva. Voto sul filo di lana, e corsa contro il tempo per l’approvazione definitiva
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Il ripristino della natura, emergenza europea

Il Parlamento Europeo salva l’agricoltura nell’applicazione della proposta di regolamento sul Ripristino della Natura, votando l’esclusione degli ecosistemi agricoli. Così la Coldiretti interpreta il voto di oggi del Parlamento Ue sugli obiettivi - giuridicamente vincolanti - per il ripristino delle aree naturali degradate nell’Unione Europea, che aprono così la strada ad una legge che diventerà uno dei due pilastri fondamentali della Strategia dell’Ue per la Biodiversità 2030, e la prima normativa esplicitamente finalizzata al ripristino della natura in Europa. Il voto di oggi, però, ha anche approvato gli emendamenti che prevedono l’eliminazione dell’obiettivo di riduzione del 10% della superficie agricola produttiva, avanzano la richiesta di utilizzare fondi esterni alla Politica agricola Comune (Pac) e introducono il riferimento al rispetto de principio di reciprocità per i prodotti importati.

“Si tratta della conferma dei numerosi dubbi posti da diversi Paesi e molti eurodeputati, ai quali va il ringraziamento della Coldiretti, su una proposta che, così come formulata dalla Commissione, andrebbe a penalizzare il settore agricolo portando una pesante riduzione del potenziale produttivo, con un conseguente e significativo aumento delle importazioni di prodotti dannosi per il consumatore e per l’ambiente da Paesi terzi”, commenta il presidente Coldiretti, Ettore Prandini.

Una posizione di cui la Commissione stessa dovrà ora tenere conto nelle prossime fasi negoziali, anche in considerazione del fatto che sulla proposta di regolamento per il ripristino della natura il Parlamento Europeo si è di fatto spaccato in due, con una ristrettissima maggioranza che si è espressa contro la proposta di rigetto (324 voti contrari, 312 favorevoli e 12 astenuti) cosi come anche la relazione nel suo complesso ha avuto un risultato risicato. Una spaccatura che si era verificata in precedenza anche in Consiglio Ue. La tutela dell’ambiente e la perdita di biodiversità - spiega Coldiretti - si combatte non con posizioni ideologiche, togliendo terreni produttivi dalla disponibilità degli agricoltori, o vietando interventi su decine di migliaia di km di percorsi fluviali (con gli effetti drammatici che ne derivano) ma piuttosto favorendo lo sviluppo della multifunzionalità ed opponendosi all’omologazione ed alla standardizzazione delle produzioni.

Ripristinare gli ecosistemi in cattive condizioni è un obiettivo che può certamente accomunare tutti i portatori di interesse coinvolti e per il quale è necessaria un’azione coordinata, ma occorre ora - conclude Coldiretti - che la Commissione europea valuti a fondo gli “effetti collaterali” della sua proposta, che andrebbe pesantemente a minare la sovranità alimentare nazionale ed europea in un momento di grandi tensioni internazionali e rischia di alimentare inflazione e dipendenza dall’estero.

Al di là dell’esito del voto odierno, il messaggio lanciato dal Parlamento europeo non va fatto cadere. Occorre imboccare una strada diversa da quella proposta dalla Commissione per una maggiore sostenibilità ambientale e una più rigorosa protezione delle risorse naturali”. Così il presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sull’esito del voto dell’Assemblea dell’Europarlamento che ha respinto il rigetto della proposta di regolamento della Commissione sul ripristino della Natura. “Gli obiettivi da conseguire - continua Giansanti - sono fuori discussione, ma non possono essere perseguiti secondo le indicazioni della Commissione basate su vincoli e divieti, senza considerare inoltre le differenze degli assetti produttivi a livello nazionale”.

In una fase in cui si discute di sicurezza alimentare a livello globale, il progetto legislativo della Commissione determinerebbe una riduzione della superficie agricola del 10%. Per l’Italia, il taglio sarebbe di oltre un milione di ettari, con una perdita di produzione nell’ordine di 6 miliardi di euro. Su questa base, il trilogo tra le istituzioni per raggiungere l’intesa finale non sarà agevole: la partita - conclude Giansanti - resta aperta considerando che non siamo lontani dalla conclusione della legislatura europea”.

Più cauto il giudizio di Cia - Agricoltori Italiani, secondo cui preoccupano ancora alcuni vuoti normativi, i troppi ostacoli burocratici posti ai singoli Paesi e le rinviate disposizioni sul finanziamento, “ma prendiamo atto dell’attenzione da parte del Parlamento Ue alle istanze dell’agricoltura, escludendola, con la cancellazione dell’articolo 9, dall’applicazione della legge sul ripristino della natura”, commenta il presidente Cia Cristiano Fini. L’attenzione di Cia resta alta, dunque, su una partita critica se non governata dal principio cardine di un’agricoltura al centro della transizione ecologica e, quindi, protagonista e non penalizzata dagli obiettivi per la sostenibilità, valorizzata nel suo ruolo strategico per il benessere degli ecosistemi, a salvaguardia dell’ambiente e a tutela del suolo. Sotto i riflettori di Cia l’accantonamento del 10% per il ripristino della natura, non più vincolante per ogni singolo Stato membro, ma collettivo per l’Europa e l’istituzione del fondo per l’attuazione delle misure perché non ricada, alla fine, sui singoli Paesi e i suoi comparti chiave. Non meno rilevante, infatti, è la valutazione d’impatto che vede l’Italia quinto Paese contribuente con un impegno di spesa pari a 261 milioni di euro, rispetto alla Francia, al primo posto con circa 2 miliardi. Si attende ora l’avvio dei negoziati con la consapevolezza, precisa Cia, che non sarà scontato mantenere questi miglioramenti ottenuti con il voto odierno e sarà necessario continuare a ragionare sulle ripercussioni effettive di questa legge.

Il voto di oggi del Parlamento europeo, come accennato, ha avuto una enorme valenza politica, specie in vista delle elezioni del 2024, e risvolti, nell’analisi di Paolo De Castro, membro della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, comunque positivi. “L’approvazione della posizione del Parlamento europeo sulla proposta di legge sul ripristino della natura, dimostra ancora una volta come le forzature politiche, le spaccature interne al Parlamento Europeo non portano mai a passi in avanti significativi. Al contrario, la discussione sui temi ha portato a risultati davvero positivi per il settore agricolo, con la cancellazione dell’articolo 9 sul ripristino degli ecosistemi agricoli, che di fatto esclude i nostri agricoltori dall’ambito di applicazione della nuova legge”, ha commentato De Castro.

“Dopo il voto di ieri sulla Direttiva emissioni, ancora una volta la volontà di porre un freno alle sempre maggiori imposizioni nei confronti dei nostri agricoltori ha superato le spaccature politiche. Un ringraziamento speciale va al relatore del provvedimento, il collega spagnolo Cesar Luena, che è sempre stato disponibile all’ascolto e che ora avrà la responsabilità di difendere un mandato chiaro nei triloghi con Commissione e Consiglio. L’augurio - conclude De Castro - è che anche in Consiglio la maggioranza dei Ministri dell’Ambiente possa allinearsi alla posizione che abbiamo appena approvato”.

Da registrare anche la reazione di Greenpeace, tra le più importanti ed attive associazioni ecologiste del mondo, che ha sottolineato come la natura europea si trovi “in uno stato disastroso, ma questo voto dimostra che c’è ancora speranza di ripristinare ciò che è rimasto. Mentre un’altra ondata di calore senza precedenti attanaglia l’Europa, è chiaro che per sopravvivere al collasso climatico e garantire l’approvvigionamento alimentare dovremo avere la natura dalla nostra parte. Finora i governi e l’UE non sono stati in grado di provvedere. La legge sul ripristino della natura sarà un punto di riferimento per giudicare le azioni concrete che saranno messe in campo”, ha commentato Špela Bandelj, Biodiversity Project Manager di Greenpeace Cee, definendo la legge sul ripristino della natura, “il primo grande atto legislativo degli ultimi 30 anni per proteggere la biodiversità nell’Ue, capace di resistere alla forte opposizione dei parlamentari conservatori e di destra, sostenuti dalle lobby dell’agricoltura industriale”.

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