Con l’ottimismo tra i filari per una vendemmia che si sta rivelando, o è attesa di grandissima qualità un po’ ovunque in Italia, e qualche preoccupazione per una produzione che si annuncia abbondante, sui 47,5 milioni di ettolitri, secondo le recenti stime di Unione Italiana Vini (Uiv), Ismea e Assoenologi, e non semplice da collocare tutta su un mercato che mostra qualche segno di flessione, soprattutto nei volumi, sia in Italia che all’estero, la vendemmia 2025 è sempre più nel vivo. Ed aziende e consorzi, come già fatto al via della campagna, e, ancora, nel “work in progress”, continuano a raccontare le loro impressioni sulla raccolta agricola che, grazie all’allure che il vino tutt’oggi conserva, è la più mediatica in assoluto.
Tra i territori, per esempio, è iniziata da qualche giorno la raccolta in quel di Gavi, territorio bianchista tra i più importanti del Piemonte e d’Italia, dove, dopo un andamento favorevole fino ad agosto, le piogge ed i temporali di settembre “hanno spinto viticoltori ed enologi ad accelerare le operazioni di raccolta per preservare integrità e finezza del Cortese. Ancora una volta, non esiste il momento “giusto” della vendemmia, ma solo il momento migliore. Lo stiamo imparando in questi ultimi anni, nei quali abbiamo assistito a contesti climatici che hanno cambiato continuamente registro e che vanno studiati e interpretati perché l’uva che entra in cantina soddisfi la qualità a cui la denominazione del Gavi e i suoi consumatori sono abituati”, afferma Davide Ferrarese, agrotecnico Consorzio del Gavi. E se il territorio, soprattutto negli ultimi anni, ha investito molto, anche attraverso la collaborazione con realtà come l’Università di Torino, nello studio e nel monitoraggio della vigna, è anche grazie alla risposta positiva dei consumatori del mondo. “Il mercato del Gavi continua a premiare coerenza stilistica e affidabilità. Lavorare su serie storiche di dati meteo e agronomici non è un vezzo tecnologico: ci rende più rapidi e precisi nelle scelte, migliora la programmazione della vendemmia e la gestione della filiera e rafforza la competitività della denominazione in Italia e sui mercati esteri. I big data non sostituiscono l’esperienza, la mettono a fuoco: più evidenze, decisioni migliori, valore più stabile nel tempo”, commenta Maurizio Montobbio, presidente Consorzio del Gavi.
Già più in avanti, invece, la raccolta in Trentino Alto Adige, dove la vendemmia è iniziata ad inizio settembre: “l’inverno è stato mite, mentre giugno e luglio hanno registrato precipitazioni regolari e ben distribuite. Agosto ha portato tre settimane di caldo intenso e sole abbondante, condizioni fondamentali per la maturazione. Poi le temperature si sono abbassate, con massime attorno ai 25 °C ad Appiano e notti fresche: uno scenario ideale soprattutto per le varietà a bacca bianca”, illustra Jakob Gasser, enologo Cantina San Michele Appiano, tra i riferimenti qualitativi del territorio. “L’annata 2025 ad Appiano può essere considerata ideale. Grazie al clima, Chardonnay, Pinot Nero e Sauvignon presentano grappoli più spargoli rispetto al solito, una caratteristica particolarmente positiva. La vendemmia verde è stata decisiva per arrivare preparati a questo momento cruciale. Il profilo gustativo delle uve appare quest’anno molto promettente”, aggiunge Gasser. Ma a dare uno spaccato importante della vendemmia in Trentino è Cavit, la più grande cooperativa del territorio, capace di mettere insieme 11 cantine sociali, 5.250 viticoltori, 6.350 ettari vitati che insieme compongono oltre il 60% della superficie vitata della provincia di Trento. Una vendemmia che Cavit coordina attraverso il suo consolidato modello cooperativo, mettendo a sistema “migliaia di viticoltori che curano con dedizione i propri appezzamenti, generano un valore che va oltre la semplice somma delle parti. È così che riusciamo a offrire, in ogni fascia di prezzo, vini che superano le aspettative del consumatore”, spiega il presidente Cavit, Lorenzo Libera. “Questa annata ha richiesto un monitoraggio ancora più attento, con un decorso stagionale complessivamente favorevole nelle prime fasi - sottolinea Andrea Faustini, responsabile Team agronomico ed enologico Cavit - che ha permesso un buon accumulo di pigmenti coloranti e profumi nelle bucce. Tuttavia, le annate critiche sono sempre più frequenti e i cambiamenti climatici rendono sempre più necessaria la precisione in ogni fase: dalla gestione in vigna fino alla scelta del momento esatto per la raccolta. È questa attenzione costante, unita alla solidità del nostro sistema cooperativo, che ci permette di garantire vini coerenti e rappresentativi del territorio anche nelle annate più complesse. Il nostro approccio ci permette di valorizzare le specificità di ogni appezzamento, dai vigneti in fondovalle alle colline, applicando tecniche agronomiche mirate. In alcune aree, quest’anno la vendemmia ha richiesto decisioni immediate e tempistiche accelerate, per portare in cantina uve di qualità, mantenendo l’obiettivo di offrire sempre il meglio in ogni categoria”, prosegue Faustini.
Di cooperativa in cooperativa, si scende in Puglia, dove brinda ad una buona vendemmia la Produttori di Manduria, che mette insieme 1.000 ettari di vigna coltivati da oltre 400 viticoltori. Anzi, ad una delle vendemmie “più promettenti degli ultimi anni, con uve sane e di qualità eccellente. Dopo un 2024 complesso, segnato da condizioni climatiche non tra le più favorevoli e caratterizzato da una produzione complessiva particolarmente esigua, la stagione 2025 nelle terre del Primitivo ha segnato una forte ripresa, grazie a un andamento climatico equilibrato e benevolo in tutte le fasi di sviluppo della vite. Condizioni che hanno permesso lo sviluppo di grappoli sani e maturi e un avvio vendemmiale regolare”. L’andamento positivo dell’anno ha, così, portato per Produttori di Manduria un +40% nella vendemmia 2025 sul 2024, spiega una nota. “L’annata 2025 ci consegna grappoli di straordinaria concentrazione e sanità - sottolinea Pasquale Brunetti, presidente della cantina - ed il Primitivo, arricchito da condizioni così favorevoli, produrrà vini rappresentativi del nostro terroir e della nostra tradizione”. Accanto al Primitivo, anche le varietà a bacca bianca come Fiano e Verdeca hanno beneficiato del clima equilibrato, mostrando freschezza aromatica e acidità viva che preannunciano vini bianchi armoniosi e versatili di ottima bevibilità. “Stiamo raccogliendo uve dalla qualità eccellente - aggiunge l’enologo Leonardo Pinto - il contrasto termico, la sanità dei grappoli e la maturazione equilibrata daranno origine a Primitivi con intensità e struttura, mentre Fiano e Verdeca promettono profumi nitidi e una tensione acida vibrante”.
A dare una visione che spazia dalla Valpolicella a Valdobbiadene, dall’Oltrepò Pavese alla Val d’Orcia in Toscana, ancora dal Trentino al Friuli Venezia Giulia, dal Soave al Lago di Garda e non solo, è la Masi Agricola, uno dei nomi di riferimento dell’enologia italiana, guidata dalla famiglia Boscaini, che mette insieme tante tenute in diversi territori del Belpaese (e che il 19 settembre, a Masi Tenuta Canova, a Lazise del Garda, celebrerà la sua tradizionale “Festa della Vendemmia” 2025 aprendo le porte agli appassionati desiderosi di vivere in prima persona l’esperienza della vendemmia). Masi Agricola che, se in Valpolicella, già ad inizio settembre, in attesa del via alla raccolta avvenuta nei giorni scorsi, predicava “ponderato ottimismo”, registra “segnali particolarmente positivi dalle vigne di Canevel a Valdobbiadene, dove l’equilibrio tra acidità e zuccheri lascia prevedere uno spumante di raffinata eleganza, come già verificato nelle Tenute Casa Re nell’Oltrepò Pavese e dalle prime raccolte di Vermentino in Val d’Orcia. Dal Trentino all’Oltrepò, alle Colline del Prosecco, si respira una stagione di grande equilibrio e potenzialmente di grande annata”, sottolinea l’azienda. “Anche nel 2025 registriamo anomalie da cambiamento climatico: condizioni sempre più imprevedibili che mettono alla prova i vigneti - commenta il presidente Masi, Sandro Boscaini - anche se per fortuna quest’anno mediamente non hanno inciso negativamente nei nostri areali. Ma è proprio in queste situazioni che i territori storici, come la Valpolicella Classica, dimostrano tutto il loro valore, grazie alla sinergia tra suolo, vitigni autoctoni e pratiche tradizionali - aggiunge “Mister Amarone” - oggi, però, la sfida non riguarda più soltanto l’aspetto agronomico. Il mercato rimane fragile e selettivo a causa di incertezze geopolitiche, dazi penalizzanti, normative restrittive e politiche sul consumo di alcol che rischiano di compromettere il valore culturale ed economico del vino. In questo contesto complesso, disporre di un prodotto eccellente non è più sufficiente. Occorre trasformare questa eccellenza in valore concreto attraverso una visione strategica chiara, una coesione forte tra produttori e una comunicazione efficace che sappia raccontare e difendere il patrimonio unico del nostro vino. Solo così potremo superare le sfide attuali e garantire un futuro sostenibile al settore”.
Dal mondo Prosecco, invece, a dire la sua è anche Sandro Bottega, alla guida di una delle cantine più celebri del più grande territorio della spumantistica italiana, già in raccolta da qualche giorno nella Doc, e al via in questi giorni nell’area della Docg di Conegliano. Secondo Bottega, “le uve di Glera di collina, che avevano sofferto di una certa umidità, si sono asciugate e le malattie sono scomparse senza bisogno di ulteriori trattamenti; questo ha permesso di avere una gradazione buona, ma soprattutto uve più sane in maniera naturale. La particolarità di questa vendemmia, oltre al lieve anticipo, è che gli stress del mese di luglio hanno permesso un’evoluzione dei sapori, una maggiore sapidità dei prosecchi tradizionali, anche a discapito di un po’ di finezza nei profumi: quindi il prosecco di questa annata sarà più gustoso e lungo, adatto ad essere conservato, maturato e spumantizzato lungamente per ottenere un grande prosecco di annata che potrà essere degustato anche tra dieci anni. E questo è molto positivo per noi di Bottega Spa che già da alcuni anni stiamo valorizzando le migliori annate atte a produrre grandi cuvée che vengono messe a riposo e spumantizzate lungamente in modo da scoprire un’evoluzione dei gusti e delle caratteristiche di questo grande vino che ha conquistato il mondo”.
Rimanendo in terra di bollicine, un bilancio arriva anche dalla Montina, dalla Franciacorta, tra i territori a dare per primi il via alla vendemmia in maniera organica, già dalla metà di agosto. Tanto che alla Montina, come racconta il presidente Michele Bozza, la raccolta è iniziata il 19 agosto, per quella che dovrebbe essere “un’annata molto promettente”, con “vigneti in condizioni sanitarie ottimali, con un equilibrio vegeto-produttivo ideale: uve sane, di elevata qualità e con una buona resa anche sul piano quantitativo. Dal punto di vista climatico, l’estate ha favorito condizioni ottimali per la maturazione, anticipando di tre giorni rispetto al 2024 l’avvio della vendemmia. L’equilibrio tra calore, freschezza e disponibilità idrica ha garantito uno sviluppo regolare delle piante, ben nutrite e mai sottoposte a stress, con grappoli che presentano un accumulo zuccherino superiore alla media e ottimi livelli di acidità: caratteristiche ideali per la produzione dei nostri Franciacorta”. Una visione positiva confermata anche da Terre d’Aenòr, giovane cantina di Provaglio d’Iseo nel cuore della Franciacorta, che parla delle vendemmia 2025 come “una delle migliori degli ultimi anni, grazie a un andamento stagionale equilibrato che ha favorito lo sviluppo ottimale delle viti”. Tanto che “in cantina i mosti stanno confermando le previsioni, esprimendo aromi intensi, buona sapidità, vivacità e una gradazione alcolica equilibrata che lascia presagire vini di grande espressività e longevità”.
Andando verso Est, ecco i Colli Orientali del Friuli, dove grandi aspettative si respirano tra i vigneti della griffe Annalisa Zorzettig, per una vendemmia che “si presenta come il risultato di un’annata segnata da forti contrasti climatici, ma in grado di imprimere un carattere distintivo e promettente ai vini. Dopo un maggio piovoso e un giugno tra i più caldi e asciutti mai registrati, un luglio sorprendentemente fresco, infatti, ha rallentato i ritmi della natura, favorendo una maturazione lenta e regolare delle uve. Le rese sono leggermente inferiori alla media, ma i dati analitici e le prime degustazioni raccontano un quadro di grande interesse: pH più bassi, acidità elevate e profili aromatici ricchi delineano vini succosi, tesi e vibranti, con richiami alle migliori annate fresche di fine Anni Ottanta, inizio Anni Novanta. “Anche se l’autunno inizia solo a fine settembre - racconta la produttrice Annalisa Zorzettig - queste giornate hanno lo stesso sapore delle stagioni di passaggio, composte da energia, attesa e vitalità. I vini che stanno nascendo sono profondamente legati a questo ritmo naturale, capaci di restituire l’essenza del territorio e la memoria delle grandi annate del passato”. Sempre dal Friuli, ma questa volta dal Collio, arriva la voce di Giovanni Ruzzene, enologo delle cantine Le Monde e La Ponca, dove “la vendemmia 2025 è iniziata il 19 agosto, in anticipo di una settimana circa rispetto allo scorso anno. L’annata in generale è stata caratterizzata da un andamento climatico positivo dal punto di vista delle temperature e della piovosità. Soprattutto nel mese di luglio le piogge hanno portato ad un abbassamento delle temperature con notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte. Tutto questo ha sicuramente giovato alle nostre uve, che daranno vini molto profumati e con ottimi valori di acidità”.
Ancora, scendendo in Toscana, è iniziata da qualche giorno la vendemmia tra i filari di Biondi-Santi, cantina “culla” del Brunello di Montalcino, tra i top brand del vino italiano e oggi del Gruppo Epi della famiglia francese Descours (che possiede anche Isole e Olena, nel Chianti Classico). “Abbiamo delle analisi buonissime, ci sono delle aspettative molto buone”, racconta l’ad Giampiero Bertolini, dopo l’inizio delle operazioni di una vendemmia, in anticipo rispetto a molte altre cantine di Montalcino, che, almeno in queste prime fasi, sembra essere molto promettente, anche se per avere un giudizio definitivo su questa annata sarà necessario attendere ancora un po’ di tempo. “C’è un grado alcolico un po’ più alto di quello che pensavamo - prosegue Bertolini - ma è tutto nella norma di come piacciono i vini a noi. Al momento abbiamo raccolto ancora abbastanza poco, siamo partiti dalle zone più basse in termini di altitudine, perché erano già mature. Il grosso sarà tra la prossima settimana e la successiva. Ancora è presto per capire come andrà fino in fondo, perché abbiamo in casa una quantità abbastanza piccola di uve. Devo dire che è tutto molto equilibrato, le uve sono bellissime. Ci aspettiamo una vendemmia non abbondante, ma normale - spiega Bertolini - abbiamo una quantità molto inferiore rispetto all’anno scorso, che, però, come annata era stata un’eccezione. Non è né poca né tanta, è una quantità molto equilibrata. Per quanto riguarda la qualità, sembra anche questa molto buona. Sulla base di quello che abbiamo raccolto al momento, possiamo dire che è superiore all’anno scorso, anche se ancora è presto per dirlo con certezza. I mosti sono buoni e puliti, però vediamo come andrà avanti la vendemmia nelle prossime settimane, incrociamo le dita”. Rimanendo in Toscana, ma spostandoci in Chianti Classico, arriva la voce di Alessandro Cellai, enologo e dg Vallepicciola, una delle perle del territorio del Gallo Nero, che, se già da tempo ha raccolto con soddisfazione il Pinot Nero per le bollicine, in generale, spiega: “il 2025 per adesso sta facendo registrare un leggero ritardo di circa 5-7 giorni rispetto allo scorso anno. L’annata, per come si è articolato il meteo da aprile a luglio, è da considerare, almeno per adesso una delle migliori degli ultimi anni”.
Un piccolo viaggio tra vendemmie già quasi concluse, altre appena partite, e non mancano quelle che devono ancora iniziare, in tanti territori. Come quella tra Langhe e Monferrato di Montalbera, cantina guidata da Franco Morando che da domani darà il via alla vendemmia in notturna “per due dei nostri vini a bacca nera quali il Ruchè e il Grignolino, per preservare in massimo grado tutte le caratteristiche precipue in quanto ad integrità, profumi e concentrazione. In questo modo gli acini arriveranno in cantina all’apice della loro maturazione, in condizioni perfette. Ci aspettiamo infatti che questa vendemmia 2025 potrà dar vita a un’annata che si annuncia tra le migliori di sempre. Vogliamo preservare gli acini per il nostro amato e rinomato Ruchè, ma anche per il Grignolino, un vino che il mitico Luigi Veronelli definiva “il più bianco dei rossi ed il più rosso dei bianchi”. L’obiettivo è quello di stressarli il meno possibile per portare a casa risultati ottimali all’insegna della qualità più elevata”, conclude Morando.
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