In crescita buyer, soprattutto asiatici, e affari, con visitatori sempre più qualificati. È la cifra di Vinitaly 2016 che chiude oggi con 130.000 operatori da 140 nazioni e ha visto superare lo storico record di 100.000 metri quadrati netti espositivi, prima rassegna al mondo per superficie con più 4.100 espositori da più di 30 Paesi. Quasi 50.000 le presenze straniere, con 28.000 buyer accreditati dai mercati internazionali in aumento del 23% rispetto al 2015, grazie al potenziamento delle attività di incoming di Vinitaly e del Piano di promozione straordinaria del Made in Italy (www.vinitaly.it).
Il fuori salone “Vinitaly and the City” ha registrato 29.000 presenze, interpretando la strategia di diversificazione dell’offerta per gli operatori professionali a Vinitaly, da quella rivolta ai wine lover, appassionati e giovani con degustazioni, spettacoli ed eventi culturali nelle piazze del centro storico di Verona.
“L’obiettivo era quello di dare un segnale chiaro alle aziende espositrici e ai visitatori, per fare in modo che l’edizione n. 50 di Vinitaly fosse quella che proiettava la rassegna nei prossimi cinquant’anni - commenta il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese - l’aver saputo mantenere la parola data e creare un format che ha soddisfatto in pieno le attese, sia per il wine business in fiera sia per il wine festival in città, con una edizione di Vinitaly and the City dai grandi numeri, è motivo di orgoglio e di impegno per migliorare ulteriormente il prossimo anno”.
“Questa edizione è stata l’occasione, inoltre, per celebrare la storia di una manifestazione che da 50 anni promuove nel mondo il vino italiano e la sua cultura - continua Danese - per la prima volta, infatti, un Capo dello Stato ha inaugurato ufficialmente Vinitaly. Il Presidente Mattarella ha ricordato la funzione del Vinitaly quale “vettore e simbolo della qualità vitivinicola italiana, apprezzata nel mondo”, nell’ambito di un progetto di “internalizzazione e sostegno dell’export verso nuove aree di consumo””.
Vinitaly 2016 ha ricevuto lunedì la visita anche del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ha discusso degli sviluppi delle vendite digitali del vino, insieme a Jack Ma, fondatore di Alibaba, il colosso dell’e-commerce cinese che proprio da Verona ha lanciato il 9 settembre la Giornata del vino in Cina. Con loro anche il ministro alle Politiche agricole Maurizio Martina, che nella giornata conclusiva ha organizzato in fiera il Forum dei ministeri europei dei principali paesi a vocazione vinicola.
“Da questa edizione emergono segnali interessanti sia dall’estero che dal mercato interno - spiega il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani - confermando la capacità del Salone di interpretare le tendenze, mettere a frutto il lavoro di internazionalizzazione e capitalizzare esperienze importanti, come la realizzazione del Padiglione del Vino ad Expo 2015. In particolare, a questo Vinitaly, aumentano in modo significativo, ed in ordine di rilevanza quantitativa delle presenze, i buyer da Stati Uniti (+25%), Germania (+11%), Regno Unito (+18%), Francia (+29%), Canada (+30%), Cina (+130%), Giappone (+ 21%), Paesi del Nord Europa (+8%), Paesi Bassi (+24%) e Russia (+18%). Dati positivi anche dal fronte interno, con gli operatori dal Centro e Sud Italia cresciuti mediamente del 15%”.
Nei quattro giorni, oltre agli incontri b2b, si sono tenuti più di 300 appuntamenti tra convegni, seminari, incontri di formazione sul mondo del vino. In primo piano, come ogni anno, le esclusive degustazioni, tra cui quella della Vinitaly International Academy che ha ricordato la figura di Giacomo Tachis, uno dei più grandi enologi italiani recentemente scomparso.
Sono stati 2.357 i giornalisti accreditati da 47 nazioni che hanno seguito la manifestazione. Che guarda già all’edizione 2017, di scena dal 9 al 12 aprile.
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