
Leonardo da Vinci si trasferisce a Milano, alla corte di Ludovico il Moro, nel 1482. Sedici anni dopo, nel 1498, Ludovico regala una vigna a Leonardo, di forma rettangolare, larga 59 metri e lunga 175 metri, estesa in quella che oggi, nel centro della città meneghina, è via Grassi. Una vigna di quasi sedici pertiche, che equivalgono a più di un ettaro di terreno. Parte di questa vigna si trovava nel perimetro dell’attuale giardino di Casa degli Atellani, dove è tornata a vivere.
Il progetto nasce da lontano, nel 2004, da uno studio di Luca Maroni, e già nel 2007, con il supporto del Comune di Milano e della Facoltà di Scienze Agrarie dell’Università di Milano, la fondazione Piero Portaluppi dà il via agli scavi e ai carottaggi, rinvenendo il camminamento originale del vigneto leonardesco. La terra raccolta viene analizzata l’anno successivo dal professor Scienza, ordinario di Viticoltura, e dalla dottoressa Imazio, genetista, entrambi dell’Università di Milano, che recuperano i vitigni originali, da cui ricavano il Dna originale della vite di Leonardo, la Malvasia di Candia. Oggi, il vigneto torna a splendere nella sua sede originaria, il giardino di Casa degli Atellani (www.vignadileonardo.com), apice di un percorso museale che permette, anche ai visitatori do Expo, di conoscere un angolo unico della Milano rinascimentale. Che è stata anche La Milano di Leonardo, morto il 2 maggio 1519 in Francia, ad Ambroise: nel testamento ordina che la sua vigna, mai dimenticata, sia suddivisa in due lotti uguali, l’uno per Giovanbattista Villani, il servitore che l’ha seguito fino alla fine, l’altro per l’allievo prediletto, Gian Giacomo Caprotti detto il Salai.
Prezioso, nel lavoro di recupero e nel dare una nuova vita a Casa Atellani, è stato il ruolo di Confagricoltura, spinta dalla visione di un’opportunità di comunicazione unica. “Quale migliore esempio - si chiede il presidente Mario Guidi, alla presentazione della Vigna di Leonardo al mondo della stampa, di scena oggi - per raccontare la qualità dei nostri prodotti se non attraverso l’emblema di un genio come Leonardo da Vinci? Per noi l’idea è quella di avere un momento di riscatto attraverso un simbolo, il simbolo di un Paese che sa fare meraviglie”.
“Il progetto - chiosa Piero Maranghi, a capo del progetto “la Vigna di Leonardo” - realizzato con coerenza, tutti gli attori hanno lavorato in armonia. Risultato molto importante, a partire dall’aspetto scientifico. RaiCom e Confagricoltura sono stato determinanti per questa avventura, che ha prospettive importanti, a partire dal docufilm che verrà prodotto dalla Rai dedicato a Leonardo ed al suo rapporto con la città di Milano, che andrà al cinema probabilmente a gennaio 2016, e poi su Rai Tre”.
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