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2010 DA INCORNICIARE: ASTI DOCG A +7%, MOSCATO D’ASTI A +48%. “MA LA CRESCITA VA GOVERNATA, DOBBIAMO VALUTARE BENE LE RICHIESTE DEL MERCATO DI OGGI E DI DOMANI, MANTENENDO LA QUALITÀ”. COSÌ IL PRESIDENTE DEL CONSORZIO DELL’ASTI PAOLO RICAGNO

Un 2010 da ricordare per gli spumantisti piemontesi: l’Asti Docg ha visto una crescita di vendite del 7% e il Moscato d’Asti addirittura del 48%. E allora la tentazione è forte: aumentare la produzione, oggi di 94 milioni d bottiglie. Ma i produttori il Consorzio dell’Asti Docg vogliono valutare con calma cosa fare, senza seguire ciecamente le sirene del mercato: “l’Asti Docg cresce in tutto il mondo e vuole continuare a farlo - ha detto il presidente Paolo Ricagno - ma il successo, come si sa, deve essere “coltivato”. Una riflessione che arriva proprio in un periodo clou per il consumo di bollicine, in cui i vertici del consorzio hanno illustrato le politiche per il futuro del prodotto e del territorio. “Da sempre - continua Ricagno - il Consorzio tutela, valorizza e promuove l’Asti Docg e il Moscato d’Asti Docg. Oggi la situazione è caratterizzata da importanti dati positivi, ma proprio per questo è necessario operare scelte strategiche che sappiano rispondere alla crescita di domanda che proviene dal mercato. Dobbiamo calcolare il fabbisogno dei prossimi anni e porlo in relazione con le nostre possibilità produttive. Si tratta di fare scelte che garantiscono sempre il pieno rispetto delle regole rigidissime del disciplinare di produzione e l’assoluta qualità del prodotto. Il che non significa inseguire anacronistiche opzioni di minor produzione, ma porre in relazione qualità e mercato, ovviamente quando le condizioni produttive lo consentono. Nei giorni scorsi sono circolate voci, del tutto infondate, sul fatto che si voglia portare la produzione a 144 quintali per ettaro. Non è così, la produzione è, e resta, a 100 quintali, però con la possibilità di concordare dal 2011 con tutta la filiera eventuali incrementi, sempre purché che ce ne siano le condizioni produttive ”. Un futuro da valuta quindi, anche perché “non esprimere tutto il potenziale produttivo dell’Asti significa lasciare alla concorrenza, soprattutto straniera, spazi di mercato. Ma la crescita che va governata e gestita - dice Ricagno - perché se ci vuole molto impegno per conquistare mercato, bastano pochi errori per perderlo. Il nostro impegno come Consorzio è quello di continuare sulla strada che sta portando l’Asti Docg ad essere sempre di più un prodotto vincente dell’eccellenza italiana, capace di farsi apprezzare in tutto il mondo”.

Info: www.astidocg.it

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