Nonostante una vendemmia 2017 in fortissimo calo, il Chianti, una delle denominazioni più grandi e conosciute del vino italiano nel mondo, sul mercato, appare in salute: se il 2017 si è chiuso con il +4% nelle vendite, anche in primi 5 mesi del 2018 confermano il trend, con una crescita intorno al 2%, ed un export che assorbe 70% del prodotto, Usa, Germania ed Uk in testa. A dirlo lo stesso Consorzio del Vino Chianti.
“Una tendenza positiva, che conferma e rafforza la denominazione sui mercati, soprattutto esteri - spiega Giovanni Busi, presidente del Consorzio - anche i prezzi reggono, con una media di 150 euro per ettolitro, un livello che permette di coprire i costi sostenuti in tutta la fase produttiva. Il nostro obiettivo è arrivare a un milione di ettolitri di vendita, per preservare l’equilibrio della denominazione quando tutti i vigneti saranno rinnovati e le produzioni aumenteranno attraverso l’acquisizione di nuovi mercati”.
L’obiettivo è infatti allargare l’area export, con progetti promozionali mirati in Brasile, Cuba e, tornando in Europa, anche in Polonia e Germania, con un consolidamento di una posizione già favorevole conquistata negli Usa ed in Inghilterra nonché in Cina.
“Le esportazioni di vino italiano, nei prossimi anni, continueranno a crescere in Usa e Canada, mentre tra i mercati emergenti, la Cina dovrebbe segnare una svolta positiva e sensibile, così come la Russia - continua Busi - siamo ottimisti riguardo al Giappone, dove dal 2019 entrerà in vigore l’accordo di libero scambio con l’Unione Europea. Tutti mercati che possono compensare i cali che prevediamo nelle esportazioni in Germania e soprattutto UK, a causa degli effetti della Brexit”.
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