Facendo tutti gli scongiuri del caso, e guardando come sempre il cielo, la vendemmia 2018 è all’insegna del deciso ottimismo per qualità e quantità nei territori più importanti della spumantistica italiana, motore economico del vino del Belpaese e dell’export negli ultimi anni, tanto dove si è già tagliato qualche grappolo, quanto dove la vendemmia inizierà nei prossimi giorni. A dirlo, a WineNews, in una prima ricognizione dopo i primi grappoli raccolti, i vertici dei consorzi delle bollicine italiane. A partire dalla Franciacorta, tra i primi territori ad iniziare la raccolta. “La vendemmia è in corso, ma si procede con calma perché le maturazioni procedono lentamente - spiega il vicepresidente del Consorzio del Franciacorta, Silvano Brescianini - si sta raccogliendo il Pinot Nero ma siamo solo all’inizio. L’uva è sana ed abbondante, è un’annata che ad oggi si presenta generosa, sperando che il tempo regga e di evitare le grandinate, questo fine settimana è prevista pioggia, ci auguriamo che sia solo acqua. Questa settimana e la prossima sono determinanti, le più importanti per questa vendemmia. A livello di quantità saremo poco sopra la media, un 10-15% in più sul 2016, ma sono solo stime”.
Restando in Lombardia, i grappoli sono cominciati a cadere anche in Oltrepò, patria del metodo classico a base di Pinot Nero. “Qualcuno ha iniziato la raccolta poco prima di Ferragosto, la maggior parte tra il 16 agosto e ieri - sottolinea il direttore del Consorzio, Emanuele Bottiroli - ed oggi possiamo dire che tutti sono in raccolta con le basi spumante di Pinot Nero. La nostra per il 90% è una viticoltura collinare, e questo fa già la differenza sulla qualità, in più possiamo dire che questa annata sarà da ricordare, per molti assomiglia alla 2013 per quanto riguarda la qualità delle basi spumanti, e anche in quantità. Il Pinot Nero mostra curve di maturazione molto equilibrate, con un ottimo livello di acidità, in virtù delle escursioni termiche e di un andamento vegetativo positivo in quelli che io chiamo “vigneti giardino”, i nostri 3.000 ettari di Pinot Nero, che fanno dell’Oltrepò la capitale italiana della più internazionale delle varietà. Rispetto al 2017 ci aspettiamo quantità maggiori dal 20% al 25%, anche se qui, comprese le varietà da vino rosso, la vendemmia è molto lungo e si finirà ad ottobre. Siamo convinti che questa annata sarà importante per la crescita del territorio dal punto di vista qualitativo, visto che sul metodo classico, che è la nostra griffe, stanno puntando in tanti facendo grandi cose. Il rebranding dell’Oltrepò passa dai grandi metodo classico, dai grandi pas dosé, dai rosé e dai Cruasé: ho visto dei bei grappoli, molto promettenti, e tutto questo farà bene al rilancio dell’Oltrepò, sopratutto sul canale Horeca e tra gli intenditori di bollicine. Avremo vini di grande qualità, meno concentrati rispetto al 2017, che è stata un’annata molto difficile, soprattutto in quantità”.
In Trentino, invece, è iniziata in questi giorni la vendemmia delle uve che danno vita alle “bollicine di montagna”, come spiega il presidente dell’Istituto Trentodoc, Enrico Zanoni.
“Con le nostre varietà, Chardonnay, Pinot nero, Pinot Bianco e Meunier, si comincia nei vigneti collocati più in basso e meno esposti, per poi spostarsi la seconda metà del mese nei vigneti di collina, situati fra i 400 e i 550 metri, concludendo verso i primi giorni di settembre in quelli più alti, quasi di montagna, fra i 550 e i 750 metri sul livello del mare. L’annata 2018 ha avuto un andamento ottimale. La primavera è stata caratterizzata da tempo umido e piogge frequenti, da maggio fino a metà giugno. Nel mese di luglio, frequenti temporali hanno garantito una buona dotazione idrica nei terreni. Questo decorso favorevole del clima ha fatto recuperare a tutte le varietà un iniziale ritardo nel germogliamento rispetto al 2017, per cui siamo entrati nell’ultima fase della maturazione allineati con il 2017. L’equilibrio vegeto-produttivo nei vigneti è molto buono e le temperature, corredate dalla caratteristica escursione termica tra giorno e notte presente in Trentino, stanno determinando una prospettiva di vendemmia di qualità ottima”.
Sul fronte del Prosecco, invece, tanto per la Doc che per il Conegliano Valdobbiadene Superiore Docg, si è iniziato dalle uve “complementari”, Chardonnay in primis, mentre per la Glera si dovrà aspettare ancora un po’, ma tutto fa pensare positivo, sia in qualità che in quantità.
“Ci stiamo avvicinando alla vendemmia, ci sono ancora temperature molto alte, ma le previsioni parlano di una perturbazione con abbassamento di temperatura nel prossimo fine settimana - commenta il presidente del Consorzio del Prosecco Doc, Stefano Zanette - che porterà ad un clima più favorevole per la raccolta. La produzione è ottima, lo stato sanitario delle uve anche, nelle zone dove c’è mancanza d’acqua e si può intervenire con l’irrigazione di soccorso non ci sono problemi, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, quindi le prospettive sono buone. Ora stiamo raccogliendo le uve “complementari”, Chardonnay in primis, poi verso la fine del mese si inizierà la vendemmia vera e propria della Glera. Sul fronte della quantità prevediamo una produzione di 3,5 milioni di ettolitri, e stiamo chiedendo la riserva vendemmiale perché l’annata ad oggi è particolarmente favorevole per immagazzinare del prodotto, per periodi di minor abbondanza, da sbloccare al momento opportuno”.
“Cominciano in questi giorni con lo Chardonnay, con la Glera si inizierà verso i primi giorni di settembre a Conegliano, nella zona un po’ più calda - sottolinea il presidente del Consorzio del Prosecco Docg, Innocente Nardi - ed intorno al 10-15 settembre a Valdobbiadene, che di solito è più fresca. L’annata si presenta bene, si va verso una qualità ottima, dopo un periodo primaverile e la prima parte dell’estate che sono state ottimali per le uve da spumante, con forti escursioni termiche. Questi ultimi 20 giorni sono stati più all’insegna del caldo, le viti sono un po’ bloccate, stiamo aspettando la pioggia prevista per il fine settimana, e abbassando le temperature poi la maturazione dovrebbe procedere in maniera ottimale. È una vendemmia un po’ in anticipo, ma che garantirà vini particolarmente profumati e con un buon grado zuccherino, ed il microclima della Docg, la più vocata per la Glera, sarà l’elemento in grado di garantire una qualità superiore, con una grande freschezza ed il profumo fruttato che sono elementi distintivi del Conegliano Valdobbiadene. A livello di quantità saremo qualche punto in percentuale al di sopra dello scorso anno, quanto tutto sommato non avevamo avuto particolari cali di produzione, ma l’andamento ottimale di quest’anno ci fa pensare ad un 5% in più”.
Più indietro degli altri territori, nel complesso, invece, quello dell’Asti Docg, come spiega il direttore del Consorzio, Giorgio Bosticco: “orientativamente la vendemmia inizierà sabato prossimo, e verso la fine di agosto nelle zone più precoci, per poi proseguire. Ci sono delle zone dove la grandine ha colpito pesantemente e c’è rischio di marciume, e allora si vendemmierà prima, ma sono davvero piccoli appezzamenti. Si potrà cominciare a tagliare qualche grappolo il 25 agosto nella zona dell’Alessandrino e dell’Acquese, mentre nelle zone del Cuneese e di Santo Stefano, che sono più tardive, si andrà verso la prima settimana di settembre. Lo stato delle uve è buono dal punto di vista sanitario, di certo è stata un’annata molto più piovosa della media in Piemonte, e il doppio rispetto alla 2017, c’è qualche piccolo attacco di botrite e di peronospora ma siamo nella norma. A livello quantitativo saremo nella media del disciplinare, sui 100 quintali ad ettaro, abbiamo fatto richiesta alla Regione per la determina delle rese di 85 quintali ad ettaro disponibili da subito, più 15 di riserva vendemmiale, e se il mercato continua ad andare così, 5 di quei 15 già a gennaio potrebbero essere sbloccati”.
Insomma, guardando al cielo, per la spumantistica italiana si va verso una vendemmia decisamente positiva.
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