Robert Parker Wine Advocate Symposium, Roma (175x100)
Consorzio Collio 2024 (175x100)
BILANCI & PREVISIONI

2022, un anno positivo per il vino italiano: i segnali dai Consorzi, dal Franciacorta al Collio

Nonostante la crisi, segnali di ottimismo. Si conferma il trend che vede bianchi e bollicine in grande crescita (più dei rossi)

Il vino italiano sembra essere uscito bene e senza troppe ammaccature dalla difficile congiuntura economica del 2022, tra inflazione, aumento dei costi delle materie prime e guerra in Ucraina: lo confermano tanti importanti Consorzi del Belpaese - dalla Franciacorta all’Etna, dal Collio all’Alta Langa, dalla Doc delle Venezie alla Maremma Toscana, al Garda - che tracciano il bilancio dell’anno appena trascorso e confermano il trend, ormai diffuso a livello mondiale, che vede i vini bianchi e le bollicine in netta ascesa nei gusti dei consumatori rispetto ai vini rossi, con risultati significativi in termini di vendite e fatturato, grazie alla loro minore gradazione e facilità di beva, oltre che ad una maggiore versatilità negli abbinamenti e ad un più conveniente rapporto qualità/prezzo.
A cominciare dal Franciacorta, uno dei territori più prestigiosi del vino italiano, sinonimo di bollicine di alto livello, che chiude il 2022 con un segno decisamente positivo: vendute oltre 20 milioni di bottiglie, dato che supera i numeri del 2019 e rimane in linea con quelli del 2021. Al pareggio in termini di volumi si affianca una tendenza decisamente più positiva nei fatturati, che hanno presentato in tutti i mesi dell’anno tassi di crescita superiori, a dimostrazione del fatto che il prezzo medio di vendita (e quindi il valore attribuito dal mercato) è in costante aumento (+ 5,7%). A livello globale il prezzo medio sullo scaffale di una bottiglia (senza distinzione di tipologie) si assestava a fine 2021 a 21,50 euro, nell’anno 2022 questo valore è salito a 23 euro. Nel 2022 il mercato interno del Franciacorta ha rappresentato l’88,5% del venduto, con una leggera flessione (-2%) in confronto all’anno precedente. Il restante 11,5% è costituito dall’export, che invece ha segnato un tasso di crescita dell’11,3%. Tra i diversi Paesi acquirenti, la Svizzera ha confermato il suo primato, rappresentando il 20,3% del totale. Seguono Giappone (13,7%), Stati Uniti (12,1%), Germania e Belgio (rispettivamente 10,9% e 12%). Tra i canali di vendita, continua la crescita dell’Horeca, bilanciata da un calo nelle vendite sul canale Gdo, fenomeno spiegato dal progressivo ritorno alla convivialità fuori casa a seguito della rimozione delle restrizioni legate alla pandemia. La Lombardia si conferma la prima regione (35,9% delle vendite in Italia), seguita dall’Emilia Romagna (10,5%). Per il territorio del Franciacorta il 2023 inizia con un programma denso di attività, tra festival, partecipazioni a fiere, premiazioni, partnership in Italia e in giro per il mondo: “Usciamo da un periodo difficile, segnato dalla pandemia - spiega Silvano Brescianini, presidente del Consorzio Franciacorta - dati e numeri premiano però l’impegno dei produttori e ci spingono a fare sempre meglio. Il ricco calendario di eventi che abbiamo elaborato per il 2023 va proprio in questa direzione, puntando alla valorizzazione e alla promozione del nostro territorio, quest’anno riconosciuto “Capitale della cultura”, insieme alle città di Brescia e Bergamo”.
All’altro capo dello Stivale c’è ottimismo anche nel territorio dell’Etna Doc: qui, se il 2021 ha rappresentato l’anno dell’auspicata ripresa, con dati in linea con gli anni precedenti la pandemia, il 2022 certifica in modo chiaro l’ottimo stato di salute del vino del territorio (5,8 milioni di bottiglie), con una crescita del 28% sul 2021. In cima svettano Etna Rosso e Bianco. “Se gli ottimi dati del 2021 potevano essere visti come un normale rimbalzo rispetto all’anno precedente, caratterizzato dalla pandemia - commenta Francesco Cambria, presidente del Consorzio Tutela Vini Etna Doc - grazie soprattutto alla riapertura del mondo Horeca, quelli relativi al 2022 certificano ora in modo inconfutabile la grande e costante crescita della richiesta, sia sul mercato nazionale che internazionale”. Scendendo nel dettaglio delle singole tipologie, l’Etna Rosso, che rappresenta poco più del 50% dell’imbottigliato complessivo, cresce del 28,36%; crescita altrettanto sostenuta anche per la seconda tipologia più imbottigliata, l’Etna Bianco, con il 28,08%. Spiccano, anche se su numeri complessivi più piccoli, le ottime performance di due tipologie sempre più richieste e apprezzate dai consumatori, l’Etna Bianco Superiore, e l’Etna Rosato, salito del 45,53%. Stabile, ma sempre in crescita l’Etna Spumante, +5,85%.
Good news anche dal Collio, territorio conosciuto in tutto il mondo per la qualità dei suoi vini bianchi, che chiude il 2022 in crescita, con un imbottigliato superiore al 2021 del 9% e superiore al 2020 del 26%. Nel periodo compreso tra gennaio e novembre sono state imbottigliate oltre 6,5 milioni di bottiglie, un numero considerevole soprattutto a fronte della crisi idrica che ha colpito il Paese nel corso dell’estate e della crisi energetica e delle materie prime che ha impattato anche sul comparto vino. “L’anno che sta volgendo al termine si conclude con un bilancio sicuramente positivo - racconta David Buzzinelli, presidente del Consorzio di tutela dei Vini Collio - il nuovo Cda, eletto in aprile, ha raccolto il testimone iniziando subito a lavorare per raggiungere nuovi e importanti traguardi. Il patrimonio va tutelato anche con un occhio di riguardo verso la sostenibilità ambientale e l’enoturismo”. Continua infatti il lavoro che il territorio, con il Consorzio e i suoi soci, sta portando avanti nell’ambito della certificazione Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata, oltre alle attività di promozione, tra cui “Enjoy Collio Experience”, laboratori che indagano le interessanti connessioni tra la sfera sensoriale ed emotiva e il vino, format che verrà replicato nel 2023 per tutti i turisti in arrivo nel territorio.
Stesso ottimismo si respira nell’Alta Langa : qui il 2022 si è chiuso con un +40% delle vendite sull’anno precedente, e la produzione attesa è di 3 milioni di bottiglie dall’ultima vendemmia. Un risultato sostanzialmente in linea con quello del 2021, nel quale il leggero calo dovuto alle particolari condizioni climatiche dell’annata è stato mitigato dall’entrata in produzione di nuovi impianti. Crescono anche i soci: ne entrano altri 18 nel Consorzio, portando il numero di membri della compagine a 134, tra case produttrici e viticoltori. “Anno dopo anno siamo cresciuti in termini di vendita con percentuali a doppia cifra - afferma Mariacristina Castelletta, presidente del Consorzio Alta Langa Docg - ora inizia una nuova sfida: il prossimo triennio sarà determinante per il futuro. L’apertura sostanziale delle superfici ci proietta, entro 10 anni, in una dimensione doppia rispetto all’attuale”. Il 2023 porterà inoltre un forte segnale di fiducia nel futuro della denominazione, che vuole crescere e affermarsi: vi sarà infatti una riapertura del bando vigneti che consentirà l’iscrizione di 220 nuovi ettari ad Alta Langa Docg nel prossimo triennio 2023-2025. E tra i progetti per il prossimo anno, anche un cofanetto di libri dal titolo “Alta Langa - Civiltà della Tavola e Genius Loci”, curato da Luciano Bertello, che racchiude l’essenza di 14 tra ristoranti, osterie e trattorie del territorio, e un progetto pilota rivolto ai viticoltori per dedicare una porzione di terreno alla piantumazione di alberi simbionti del tartufo bianco: 150 piante sono state messe a dimora tra i vigneti dell’Alta Langa, più altre 30 dedicate al tartufo nero.
In Veneto il Consorzio Doc Delle Venezie si conferma pilastro del “sistema Pinot grigio” del Nordest, da cui proviene l’85% del Pinot grigio prodotto nel Belpaese. A fine 2022 c’è stata una crescita del valore economico che ha toccato un +10%, un trend iniziato nel 2020. Il 2022 vede anche una contrazione dei volumi di poco meno del 12%, che si confronta però con il 2021, anno record per quantitativo di imbottigliato dalla nascita della denominazione, che mise in bottiglia ben 1,84 milioni di ettolitri. Il dato consuntivo 2022 conferma tuttavia un trend positivo per la Doc Delle Venezie, che è riuscita a garantire una buona media mensile di 135.407 ettolitri messi in bottiglia, in linea con la media degli andamenti degli ultimi cinque anni. Prosegue inoltre il sostegno dei partner oltreconfine, che credono negli alti standard qualitativi della denominazione e contribuiscono in modo significativo alla sua crescita: grandi imbottigliatori ed acquirenti esteri di Germania, Stati Uniti, Austria, Regno Unito, Canada e anche Francia - citando i principali Paesi di riferimento - nell’ultimo anno hanno messo in bottiglia 161.065 ettolitri, ossia l’equivalente di oltre un mese di imbottigliamento. Tra gli obiettivi principali per il 2023, il Consorzio ha inserito il rafforzamento delle attività promozionali e di conseguenza della presenza sul mercato nazionale, che ad oggi assorbe circa il 5% del consumo totale. “Stiamo aumentando l’impegno per fidelizzare sempre più il mercato domestico, certi che possa replicare lo straordinario successo conseguito all’estero - chiosa Albino Armani, presidente del Consorzio di Tutela Doc Delle Venezie - rappresentiamo la tipicità di uno stile, quello del Pinot Grigio italiano, che ha conquistato i consumatori di tutto il mondo”.
Nel 2022 si consolida anche il mercato dei vini della Doc Maremma Toscana: con 51.000 ettolitri e quasi 7 milioni di bottiglie la denominazione si mantiene in linea con il 2021 e si conferma una delle più performanti della regione. “Mantenere i livelli del 2021 - afferma Francesco Mazzei, presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana - quando l’imbottigliato era aumentato del 16%, è certamente un dato positivo, perché significa che la crescita è solida. Alla luce anche delle difficoltà di approvvigionamento dei materiali nella seconda metà dell’anno, in particolare per il vetro, che potrebbe avere rallentato le operazioni, credo si possa essere soddisfatti di questo risultato”. Principale protagonista di questo balzo in avanti è sempre il Vermentino, passato da circa 33.700 quintali di uva rivendicati nella vendemmia 2020 a 37.150 quintali della vendemmia 2021, fino agli oltre 43.300 quintali della vendemmia 2022. Tanto che il Vermentino Doc Maremma Toscana rappresenta il 34% dell’intero quantitativo di uve rivendicate alla denominazione nell’ultima vendemmia. Oltre a monitorare il posizionamento nei vari canali di vendita e nei diversi mercati di destinazione attraverso uno specifico Osservatorio (in collaborazione con Maxidata), per il 2023 è prevista la conclusione dell’iter per la modifica del disciplinare di produzione del Vermentino, con l’introduzione del Vermentino Superiore.
Bianchi vincenti anche nel territorio del Garda Doc: qui i 250 tra produttori verticali e cantine cooperative hanno prodotto 20,5 milioni di bottiglie nel 2022, che per più del 50% sono vendute all’estero. Tra i mercati di riferimento, al primo posto si piazza la Germania, seguita dal Regno Unito. Il valore economico della denominazione, tra uve e vino, si aggira sui 60 milioni di euro. “Il 2022 si è chiuso con un +5% sull’imbottigliato rispetto all’anno precedente - evidenzia Paolo Fiorini, presidente del Consorzio di Tutela Garda Doc - un dato buono che testimonia un trend di crescita graduale e costante, accanto ad una tenuta dei mercati in un contesto macro-economico piuttosto delicato e complesso. Stiamo lavorando da tempo per creare un forte legame tra i nostri vini e la zona di produzione: quella del Garda è sempre stata vista come destinazione turistica, mentre a nostro avviso ci sono tutte le carte in regola per farla percepire anche come zona ad alta vocazione vitivinicola. In questo senso il turismo e l’enoturismo sono strategici alla nostra azione”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024