3 milioni e mezzo di bottiglie di vino di bassissima qualità, spesso con valori al di sotto delle soglie minime previste dalla legge, e proposte come prodotti a Denominazione di Origine Controllata o Igt, per un valore totale che supera i 10 milioni di euro: a tanto ammonta la truffa, che coinvolge 13 persone tra Italia e Inghilterra (accusati di associazione per delinquere finalizzata alla frode e adulterazione di vino Doc e Igt), scoperta dai Carabinieri del Nas, dopo mesi di indagini tra Pavia, Bergamo e Novara, da dove partivano le bottiglie, e Londra, dove venivano commercializzate.
L’indagine, coordinata dalla Procura di Vigevano, è stata avviata oltre un anno fa dal Servizio Antisofisticazioni Vinicole Provinciali della Regione Piemonte, dove si troverebbe il dominus dell’organizzazione, un commerciante di Arona (Novara), R.F., uno dei 13 arrestati. A fornire il vino, secondo gli inquirenti, sarebbero state le “Cantine E.Silva” di Gravellona Lomellina (Pavia) e “Enorobica” di Bagnatica (Bergamo), coinvolte con una società inglese, “The Italian Wine Company ltd” di Londra. Ma é stata accertata anche la complicità di due ditte di trasporti Siap di Alba (Cuneo) e Baiguini di Pisogne (Brescia).
“Nessuna azienda produttrice di vino piemontese - precisa l’assessorato regionale all’Agricoltura - è coinvolta nelle indagini, ma il danno d’immagine subito all’estero potrebbe avere un impatto negativo non calcolabile per la nostra eccellenza enologica. La politica della Regione si è dimostrata ancora una volta lungimirante ed in grado di garantire sia i produttori sia i consumatori”. Su richiesta della Procura della Repubblica il Gip di Vigevano (Pavia) ha disposto il sequestro preventivo dei beni degli indagati al fine di evitare fughe all’estero di beni e denari. Ai fini dell’indagine, concludono gli inquirenti, è risultata importante anche il contributo delle Dogane inglesi: alcune persone sono state arrestate, infatti, nel Regno Unito.
Focus - Falsi vini Doc: “un pessimo modo per festeggiare i 50 anni delle denominazione di origine, a rischio 2 miliardi di export”. Parola di Coldiretti
L’Italia ha esportato nel 2012 vini a Denominazione di Origine (Doc e Docg) per un valore che per la prima volta, grazie all’aumento dell’8%, ha superato i 2 miliardi di euro (2,086 miliardi) che ora vengono messi a rischio dal danno di immagine provocato dalla truffa dei falsi vini Doc esportati in Inghilterra, terzo mercato di sbocco dopo Usa e Germania. A dirlo è la Coldiretti commentando positivamente la maxioperazione dei carabinieri del Nas che hanno arrestato 13 persone con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode, adulterazione di vino Doc e Igt, alla ricettazione di prodotti enologici e all'evasione fiscale sia in Italia che in Inghilterra.
Si tratta di un pessimo modo per festeggiare i 50 anni dalla produzione della prima bottiglia di vino italiano Doc realizzata grazie al Dpr 930 del 1963 che ha avviato un percorso di qualificazione che, sottolinea la Coldiretti, ha fatto diventare l’Italia il primo esportatore mondiale di vino. Un primato che deve essere difeso a garanzia di un settore che nonostante la crisi ha realizzato nel 2012 un nuovo record del fatturato a 9 miliardi (+5%) e assicurato opportunità di lavoro a un milione e duecentocinquantamila italiani (+3%) impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto. L’Italia, conclude la Coldiretti, può contare su un patrimonio di 331 vini a Denominazione di Origine Controllata (Doc), 59 a Denominazione di Origine Controllata e Garantita (Docg) e 118 a Indicazione Geografica Tipica (Igt) alle quali viene destinato oltre il 60% della produzione nazionale che quest’anno è scesa ad un valore attorno ai 40 milioni di ettolitri.
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