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“C’E’ TOCAI E TOKAJ”: UNA CAMPAGNA PROMOZIONALE PER SPIEGARE LE DIVERSITA’ POTREBBE PORTARE A SOLUZIONE LA “QUERELLE” TRA ITALIA E UNGHERIA. LA PROPONE L’ACCADEMIA DELLA VITE E VINO, IN UNGHERIA PER STUDIO

Italia
Riccardo Margheriti

Il Friuli Venezia Giulia ha diritto a chiamare il suo vino Tocai, così come l’Ungheria. Possibilità di confusione ? Nessuna perché sono due prodotti completamente diversi: il Tocai del Friuli (che rappresenta il 25% della viticoltura della regione, prodotto in sette zone doc: Grave, Colli Orientali, Collio, Isonzo, Aquileia, Latisana, Annia) si differenzia da luogo a luogo; è un vino di grande freschezza e di straordinaria ricchezza. Il Tokaj, invece, è duro e difficile, molto più complesso, non concede familiarità. Non solo, ma il Tocai friulano si chiama così perché è il vitigno che ha questo nome; il Tokaj ungherese, invece, è fatto con vitigni diversi, tanto che il vino prende il nome dall’omonima località. Insomma due cose diverse, sia per origine che per qualità di prodotti. Quello ungherese è poi molto dolce, concentrato. Ed è ragionando su questi argomenti che dal viaggio-studio in Ungheria dell’Accademia della Vite e del Vino (che ha visto anche il supporto dell’Ambasciata Italiana a Budapest), guidata dal professor Calò e dal senatore Riccardo Margheriti (che è presidente del Comitato Nazionale Doc, ndr), si potrebbe anche arrivare, quasi allo scadere del termine entro il quale l’Italia deve fare a meno del nome Tocai, ad una positiva soluzione (la querelle va avanti dal ’93). La delegazione italiana - nel Paese dell’Est per altri motivi - potrebbe insomma portare in salvo una trattativa altrimenti difficile con l’Ungheria e quindi operare un salvataggio di un marchio storico per il Friuli (ma anche per il Veneto): “la proposta è semplice: lanciare una grande campagna di immagine - spiega Riccardo Margheriti - che faccia capire le differenze tra il Tocai ed il Tokaj nel mondo. Del resto, nei regolamenti dei fondi Ue c’è sempre più l’obbligo di condividere programmi tra Paesi (ed in particolare con quelli che entrano nell’Unione Europea). Tutto questo, chiaramente, a condizione che l’Ungheria torni indietro sulla sentenza che, in sede europea, aveva sollecitato sulla titolarità del nome facendo riferimento a ragioni storiche e culturali, e con l’obiettivo di togliere al Friuli il diritto di usare il nome Tocai”. Una proposta che, stando alla delegazione, ha trovato un certo interesse nelle autorità ungheresi.

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