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”VITE D’EMIGRANTI: DAL PIEMONTE AL RESTO DEL MONDO E RITORNO IN NOME DEL VINO”: ORIGINALE CONVEGNO AD ASTI IL 15 SETTEMBRE. ED I GALLO TORNANO IN PIEMONTE PER LA PRIMA VOLTA

Che cosa hanno in comune un italo-californiano rappresentante di una famiglia leader del mercato enologico americano e uno svizzero con moglie e quattro figli che, sulle colline piemontesi, coltiva una cascinotta con due ettari di vigne a Barbera ? Storie all’apparenza distanti che troveranno invece un punto d’incontro alla “Douja d’or” 2001, la festa nazionale del vino (7/16 settembre, Asti), nell’originale convegno su “Vite d’emigranti: dal Piemonte al resto del mondo e ritorno in nome del vino” (in programma il 15 settembre), condotto dai giornalisti Sergio Miravalle (La Stampa) e Roberta Favrin (Il Sole 24 Ore Nord Ovest) e promosso dalla Camera di Commercio di Asti, Regione Piemonte e Associazione Piemontesi nel Mondo.

L'emigrazione piemontese nel mondo è un “serbatoio” di storie ed esperienze umane uniche: un filo rosso che unisce molte di queste storie è il vino. Imponenti flussi migratori, dalla fine dell'Ottocento ai primi del Novecento alle più recenti emigrazioni degli Anni Cinquanta hanno portato nei cinque continenti migliaia di “piemontesi vignaioli”, che hanno trasferito la coltivazione della vite, la produzione e la vendita del vino nei loro Paesi d’adozione. La viva voce dei protagonisti o dei loro discendenti racconteranno le storie di questa emigrazione: ci saranno, tra gli altri, Chris Gallo, terza generazione della famiglia d’origine piemontese che dalla California è diventata leader del mercato enologico americano; dal Sud America porterà la loro testimonianza la famiglie Stradella Bianchi che hanno vigneti in Argentina e Luciana Garibaldi Canepa di Santiago in Cile; altri ospiti sono attesi sud della Francia, insieme al ristoratore d’origine astigiana Gianni Fassio, titolare del “Palio d'Asti” a San Francisco in California.

Ed il vino oggi in Piemonte è anche al centro di un fenomeno di immigrazione: sono migliaia i lavoratori stranieri occupati nelle aziende vitivinicole e da qualche tempo compaiono le prime etichette di vini piemontesi prodotte “stranieri”, in particolare da svizzeri. Altre quattro storie arricchiranno l’incontro: le testimonianze di un albanese, un macedone e un tedesco che
lavorano nelle vigne piemontesi e il racconto di Remo Hohler, svizzero che, con la moglie Karin e i quattro figli, produce Barbera ecologica sulle colline di Cassinasco.

Due curiosità: verrà ripresentato il breve film musicale “A L’argentina”, vincitore nel ‘98 di Astifestival, girato nelle cantine Povero di Cisterna, trasformate in set “navale” per raccontare la storia di un contadino monferrino che, nel 1912, raggiunge il fratello in Sud America portandosi una piantina di vite. Ed all’incontro di Asti, ci sarà anche padre Giovanni Onore, un missionario entomologo che sta realizzando in Ecuador un’oasi naturalistica per preservare ambiente e animali, aiutato dal mondo del vino non solo piemontese: ogni ettaro acquistato e sottratto alla deforestazione realizza il sogno concreto di Padre Onore e dell’Università verde di Otonga, che in
segno di ringraziamento ha gran parte dei rii che la percorrono battezzati con i nomi dei vini: Rio Barbera, Rio Barolo, Oasi Piemonte...e il sogno ”eno-ecologico” continua.

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