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I DATI DEL VINO ITALIANO (ANNO 1999)

LA PRODUZIONE IN ITALIA
Nel mondo, annualmente, la produzione vitivinicola (vino, mosti, succhi d’uva e cali di concentrazione) é di circa 262 milioni d’ettolitri (media dati Oiv/Fao 1996/1998). Di questi, poco più di 168 milioni provengono dai Paesi dell’Unione Europa; questo significa che il 64% del vino di tutto il mondo ha l’"etichetta" comunitaria. La produzione italiana rappresenta il 21% della produzione mondiale ed il 33% di quella dell’Unione Europea.
I dati di produzione degli ultimi anni, comunque, evidenziano in Italia una graduale e progressiva diminuzione dovuta, non come si pensa, a fattori determinati, in parte, dalle condizioni climatiche e meteoriche verificatesi nelle ultime campagne, bensì alla sostanziale modificazione strutturale della superficie vitata. Nel 1980, la superficie complessiva nazionale di uve da vino assommavano a 1,227 milioni di ettari. Cinque anni dopo (1985) era già scesa a 1,022 milioni di ettari. Nel 1990, con il Censimento dell’Agricoltura Italiana, la superficie a vigneto era ridotta a soli 971 mila ettari che, secondo le più attendibili stime, nel 1999, assomma a poco più di 830 mila ettari. Dunque, dal 1980 al 1998, la superficie vitata si é contratta di oltre il 30% in Italia (390 mila ettari).


IL SETTORE DEL VINO IN ITALIA
(PRODUZIONE, EXPORT, CONSUMI)
Nel 1999, la produzione di vino in Italia é stata di 55,9 milioni d’ettolitri (contro i 55,2 milioni del 1998). L’ultima vendemmia del secolo verrà ricordata - ha sottolineato l’Associazione degli Enologi Italiani - per la grande eterogeneità qualitativa che va dal medio all’ottimo a seconda delle zone e delle varietà.
Le giornate di sole, che da metà settembre si sono procrastinate sino a metà ottobre, hanno permesso, in molte zone del centro settentrione, di recuperare in qualità. In tutte le regioni, inoltre, i vini da tavola hanno evidenziato una generalizzata flessione dei prezzi all’ingrosso rispetto a quelli spuntati nello stesso periodo dello scorso anno. Il decremento va dal 5% al oltre il 30%, a seconda delle zone e delle varietà (molto contenuta risulta la flessione dei vini a denominazione d’origine, per i quali la più alta si registra in Toscana, per il Chianti). I maggiori incrementi produttivi si sono avuti Veneto e Lazio (+15%), Toscana (+10%); le più consistenti contrazioni, invece, sono state registrate in Sardegna (-15%), Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Puglia (-10%).


LE ESPORTAZIONI
L’Italia si colloca, in prima posizione, nel mondo per volume di vino esportato: le esportazioni di vino italiano nel mondo, nel 1999, si sono attestate a 18.660.000 ettolitri
(+20% rispetto all’anno precedente) per un introito valutario ha raggiunto i 4.530 miliardi di lire (+8%). Il prezzo medio del prodotto è sulle 2500 lire/litro (1997-1998, 2.785 lire/litro). Dei 18.660.000 milioni d’ettolitri, 4.300.000 ettolitri sono vini Doc/Docg per un valore di 2.232 miliardi (prezzo medio sulle 5.000 lire/litri) e 12.150.000 ettolitri di vini da tavola.
Da un’analisi più particolare dei dati, si rileva che, dopo un periodo di grandi soddisfazioni per le produzioni enologiche di qualità, l’export vinicolo italiano si è nuovamente indirizzato più verso la quantità che sulla qualità. Un altro dato poco soddisfacente emerge dall’analisi dei Paesi di destinazione del nostro prodotto (anno 1999): dalla lettura dei dati, risulta infatti che l’80% dell’export è stato collocato sui mercati dell’Unione Europea (nel 1998, la quota si era attestata sul 74%) e che le performance più "entusiasmanti" sono state raggiunte dai vini sciolti (molto contenuto l’aumento del vino in bottiglia). Il mercato d’arrivo del vino italiano è la Francia (26,4%), la Germania (43%) e il Regno Unito (7,7%). L’’andamento dell’export italiano verso i Paesi terzi è stato negativo, avendo evidenziato una flessione del 6,3% in quantità e del 2,2% in valore: dall’analisi dei dati, risalta come l’82% del prodotto, corrispondente ad un quantitativo di 3 milioni di ettolitri, è stato assorbito dal mercato USA con un’aliquota del 42%, della Svizzera con il 15%, del Canada con il 10%, del Giappone con l’8%.

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