La popolarità del prodotto vino in Gran Bretagna è cresciuta moltissimo, grazie soprattutto ai suoi effetti benefici per la salute, tanto che nel '99, per la prima volta, ha superato la bevanda storica per gli inglesi, la birra. E l'apertura di "Vinopolis" (fine luglio 1999), l'innovativa città-museo del vino nel cuore di Londra (costo totale oltre 50 miliardi di lire), non potrà che contribuire ad accrescere il fascino del vino di qualità e aggiungersi alle tante altre mete londinesi per i 30 milioni di turisti che visitano ogni anno la capitale delle isole britanniche. “Il vino - come ha detto il direttore di Winewordl, Tony Hodges, a capo dei 300 investitori del progetto Vinopolis - è più che una mera bevanda, ma fa parte della vita civilizzata: il vino, come l’arte, è creatività e comunicazione”.
Vinopolis (ingresso 10 sterline) è un percorso geografico che in 14 sale abbraccia il mondo vinicolo dagli albori mesopotamici alle tecniche enologiche australiane; in questa vigna globale e virtuale, i visitatori calcheranno le zolle del Bordeaux, Burgundy e Champagne, si aggireranno tra i pampini dell’Alsazia, si inebrieranno degli effluvi iberici, sorvoleranno la California enologica, faranno un giro in Vespa per il Chianti o per le Langhe. Passiamo alla visita: all’ingresso (costo 10 sterline), viene consegnato al visitatore un registratore con auricolare, automaticamente attivato da un sistema elettronico ogni qualvolta ci si sposta da una stanza all’altra lungo il percorso conosciuto come "Odissea del Vino"; le registrazioni delle illustrazioni dei vari saloni sono ad opera di Hugh Johnson, che non necessita presentazioni, dello stesso Oz Clark e della nota giornalista, autrice e personalità televisiva, Jancis Robinson, tutte voci molto note agli appassionati di vino; molto ammirato il salone italiano, conosciuto come "salone rinascimentale", dove fanno bella mostra di sè cinque Vespa: sul parabrezza, che a tutti gli effetti è uno schermo azionato dal bottone di messa in moto, appare un filmato che illustra il paesaggio e la viticoltura della Toscana e del Piemonte; c'è poi la stanza degli aromi, dove è possibile annusare varie fonti di aromi diversi, associati con il vino, compresi odori sgradevoli, quali quello di muffa e di tappo; la visita conclude nelle Grand Tasting Halls, dove si troveranno i tavoli con 250 vini (non tutti in una volta), e in quella successiva della vendita al pubblico I produttori dovranno pagare 27.000 sterline l’anno per l’onore di avere le proprie etichette rappresentate in questa fantasmagorica fiera del vino. L’arte del vino potrà inoltre contare sull’adiacente biblioteca enologica, su conferenze di aggiornamento ed educazione alla viticoltura, sul negozio di “accessori” per esigenti consumatori di vino e sull’alta gastronomia servita in quattro ristoranti inglobati in Vinopolis per imparare quali vini bere con quali cibi.
Vinopolis (10.000 metri quadrati delle ottocentesche Vaults, già depositi e magazzini della British Railways), almeno secondo le previsioni degli organizzatori, dovrebbe avere mezzo milione di visitatori all’anno. Straordinaria, ed in classico stile inglese, l'inaugurazione, a fine luglio '99: tutti i massimi esponenti del settore vinicolo (circa 300, alcuni dei quali vestivano i costumi di varie confraternite, tra cui gli investitoti come il wine writer Hugh Johnsons, il businessman Donald Hess, lo chef Michael Roux …), si erano dati appuntamento alla Vintners Hall, l’antica sede della corporazione dei vinattieri, molti esponenti del settore vinicolo, hanno attraversato a piedi il ponte di Southwark per raggiungere in una quindicina di minuti la sede di Vinopolis sulla riva destra del Tamigi. “Vinopolis è un progetto commerciale e culturale - ha spiegato il direttore di Winewordl, Tony Hodges - che rispecchia tutte le esigenze dei consumatori di vino e Londra è il più sofisticato mercato vinicolo del mondo”
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