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Toscana, i luoghi del vino: dal Chianti Classico a Montalcino
di Bernardo Lapini

Si spalancano le porte di piccole e grandi cantine della Toscana. Potremo così gustare sul territorio vini prestigiosi, veri tesori in bottiglia; scoprire con la guida dei produttori le loro aziende, luoghi affascinanti capaci di insegnarci la cultura del vino e che spesso si rivelano veri e propri musei d’arte e storia. In questa giornata sarà possibile riscoprire il fascino della campagna, attraverso paesaggi di grande suggestione, e perché no la cultura e l'arte che questi territori regalano.
Il primo bicchiere di vino che la Toscana ci può versare è un grande rosso: il Brunello di Montalcino. Iniziamo quindi il nostro viaggio da Montalcino e dai suoi dintorni. Su un poggio che domina la val d'Orcia, l'Arbia e l'Ombrone, il borgo medievale di Montalcino, a circa 40 Km. da Siena, ci accoglierà con la sua possente bellezza.
Qui, racconta la storia, trovarono riparo i legionari romani che sfuggivano ai Galli e i profughi etruschi che temevano i feroci Saraceni. Ma questo luogo fu soprattutto il teatro delle lotte medievali tra i Comuni di Firenze e Siena, i segni delle cui dominazioni sono riconoscibili negli stemmi sparsi un po' dovunque. Sotto il dominio di Siena, intorno al 1361, fu eretta la Fortezza a pianta pentagonale che domina dall'alto Montalcino con le possenti torri a guardia della posizione strategica sul territorio (bella la visita lungo i bastioni da cui si ha una visione a 360° di tutta la vallata sottostante). Una rocca che non fu mai presa, nonostante i numerosi assedi a cui fu sottoposta in epoca medievale. E' quasi entrata nella leggenda la grande dimostrazione di carattere e fierezza che diedero i montalcinesi nel 1555. Le famiglie senesi fuggite da Siena dopo la caduta della città nel dominio dei Medici, si erano rifugiate a Montalcino per crearvi la "Repubblica di Siena in Montalcino" e per quattro anni, capitanati dal maresciallo francese Blaise de Montluc, resistettero all'assedio dei Medici. La tradizione popolare racconta che il militare, per non mostrare ai nemici il pallore della fame, ogni mattina si frizionasse le guance con un bicchiere neanche a dirlo di Brunello. Solo un trattato di pace definì la resa e quindi, a Montalcino, va attribuito l'onore di avere rappresentato l'ultimo baluardo delle libertà comunali.
--IMG 1 -Nel loggiato dello splendido Palazzo Comunale (originale fusione tra il duecentesco Palazzo del Podestà e del Palazzo del Comune degli inizi del trecento, affiancato da una slanciata torre) resta la statua di Cosimo I Medici eretta dai rassegnati Magistrati Montalcinesi. La chiesa più suggestiva è senz'altro la romanico-gotica S.Agostino. Non si può entrare senza sentire il fascino che quel luogo emana, anche attraverso gli affreschi di Bartolo di Fredi, che ricoprono le severe mura interne.
Nel complesso dell'ex-seminario, a fianco della chiesa, è allestito il Museo Civico e Diocesano. Merita senz'altro una visita (chiuso lunedi; orari 10/13 - 14/17; tel. 0577/846014) per scoprire la ricca collezione di statue lignee unica al mondo, i quadri di scuola senese dal cui fondo oro spiccano rappresentazioni mistiche, i grandi capolavori come il crocefisso ligneo del 1100, proveniente dall'abbazia di S.Antimo, o il S.Sebastiano di Andrea della Robbia. Interessante la collezione di maioliche medievali, una raccolta esclusiva recuperata durante i lavori di ripristino del Palazzo Comunale (nel Medioevo, infatti, i vasi erano usati come materiale di riempimento o per alleggerire la massa muraria) e lo splendido vasellame rinascimentale, che comprende boccali con decori blu cobalto o dipinti in verde e bruno, ritrovati nel centrale Caffè Caporali.
Girovagando a caso, è bello scoprire che Montalcino sono anche le strette vie che aprono scorci mozzafiato a sorpresa sulla Val d'Orcia o le ripide scalette che collegano le strade disposte su vari livelli. D'obbligo lo shopping nelle piccole botteghe. Potrete acquistare dalle ceramiche (L’Angolo della Terracotta in Via Matteotti) ai capi d’abbigliamento fatti a telaio (La Luna Nuova in Via Ricasoli), al miele (Apicoltura Ciacci Hubert in Via Ricasoli): ottimo quello di corbezzolo ricavato dai pollini della macchia mediterranea, unico quello di girasole proveniente dai fiori della campagna circostante.
Conquistato il bicchiere andiamo a versarci il Brunello in una delle aziende: Castello Banfi. Situata in località Poggio alle Mura, poco lontana da Montalcino, il complesso comprende un castello, con torre imponente e fabbricati laterali, nato (le prime notizie della sua esistenza risalgono al 1200) con la funzione di fortezza a scopo difensivo e trasformato nel tempo in azienda agricola. Oggi appare nel suo antico splendore e in tutta la sua imponenza grazie a un sapiente restauro. Nella parte più antica del Castello è collocato il Museo del vetro e della bottiglia: uno splendido viaggio nel tempo per scoprire anche attraverso il suo contenitore il nettare di Bacco e la sua storia. (Orario d’apertura dalle ore 10 alle ore 19 tel.0577/840111). Potremo partire dal vetro cavo degli Egizi, ammirare la splendida collezione romana e il pregiato vetro "cristallino" di Murano del XV secolo. Non dimenticheremo di fermarci davanti alla prima bottiglia, fabbricata in Inghilterra: finalmente l'oggetto di vetro ha la funzione di contenitore per la conservazione e il trasporto; non è più utilizzato solo per la mescita del vino. Sono esposte anche rare e preziose anfore, balsamari, brocche di manifattura ellenistica e orientale; dalle bacheche spiccano originali bottiglie artistiche a firma di Picasso, Dalì e Cocteau. Dopo le fatiche del viaggio possiamo accomodarci al ristorante del Castello (solo su prenotazione tel.0577/816001).
Da qui consigliamo la strada sterrata indicazione Sesta un percorso alternativo e di immenso fascino, per l'abbazia di S.Antimo dell'VIII secolo. Un colpo forte al cuore. Tanta è l'emozione che può dare S.Antimo quando vi apparirà quasi all'improvviso, appoggiato su una piana di prati verdi, circondato da olivi secolari e alti cipressi. Sentirete anche col respiro la pace di quel luogo speciale. Ma non basta, un'altra scossa la proverete entrando in chiesa. La luce, proveniente dall'alto della grande bifora dell'abside, vi guiderà lungo la navata centrale, alta 20 m. e seguirete lo slancio fino al soffitto con travi di legno a vista. Sarete affascinati dal gioco di colori dei raggi sulla pietra delle pareti, o sull'alabastro e travertino delle preziose colonne e dei capitelli vicino all'altare. Se avrete fortuna potrete ascoltare gli antichi canti gregoriani, intonati dai monaci francesi che ora abitano l'abbazia, o recitare i vespri in latino. Il monastero, secondo la tradizione, fu costruito da Carlo Magno. Nel 781 l'imperatore si trovava in questa zona con il suo esercito, colpito da un'epidemia di peste. Grazie ad un'erba miracolosa aggiunta neanche a dirlo al vino, riuscì a guarire le sue truppe. S.Antimo dunque è un ex-voto. Tanto importante che il fondatore del Sacro Romano Impero decise, proprio qui, che avrebbe costruito un monastero in ogni luogo dove si fosse fermato. Le abbazie carolinge sarebbero 24, tante quante le lettere dell'alfabeto. La prima è quella di Montalcino e si chiama appunto S.Antimo perché s’identifica con la “A”.
Se tutto questo lo possiamo scoprire grazie a un bicchiere di Brunello, non resta che versarci un altro ottimo vino per aprirci a un altro mondo. Scegliamo il Chianti.
La denominazione comprende un'area molto vasta (la più grande regione vitivinicola d'Italia), che si estende al centro della Toscana, oltre i limiti geografici delle province di Siena e Firenze. Tra gli infiniti itinerari possibili, scegliamone uno nel territorio del Chianti Classico, per festeggiare i 75 anni del consorzio storico del Gallo Nero. Vogliamo attraversare i territori dell'antica Lega del Chianti, lo strumento politico-amministrativo usato in epoca medievale da Firenze, per controllare i territori di campagna. Visiteremo Gaiole, Radda, Castellina e i loro dintorni, ritrovando i simboli che hanno reso questa regione famosa in tutto il mondo: il vino, i castelli e le dolci colline ricoperte di vigneti e oliveti.
Gaiole, situata nella valle del fiume Massellone, grazie alla sua posizione geografica divenne prima del Mille un importante mercato ma anche zona di scontro tra i Comuni di Firenze e Siena. Di origine longobarda, le fanno corona le colline e i boschi di leccio e castagno. Da vedere la pieve di S. Maria del XII sec., a Spaltenna (2 km. ad ovest), e il borgo fortificato di Vertine del XII-XIII secolo, giunto a noi quasi intatto. Risalendo verso nord, troviamo Badia a Coltibuono dove si trova un monastero benedettino, eretto nel 1049, trasformato in seguito all'editto napoleonico in villa-fattoria. Oggi è una tenuta agricola che apre la porta della sua cantina, rinnovata completamente pochi mesi fa (Tenuta Badia a Coltibuono a Gaiole in Chianti - tel. 0577/749498). Dell'antico complesso monastico resta la chiesa romanica di S.Lorenzo, recentemente restaurata.
A sud di Gaiole si trova il Castello di Brolio. L'imponente complesso costruito intorno al Mille, è di proprietà della famiglia Ricasoli fin dal XII sec. Il suo aspetto attuale è la conseguenza della ristrutturazione effettuata nell'800 dal Barone Bettino Ricasoli, il codificatore della ricetta del Chianti Classico. Da vedere la cappella di S.Jacopo con polittici di scuola senese e fiorentina; nella cripta si trovano le tombe di famiglia. Attualmente vi ha sede una delle maggiori fattorie della zona, nelle cui cantine potrete farvi versare un buon bicchiere di vino (Barone Ricasolia Gaiole in Chianti - Tel. 0577/749066).
Altra tappa del nostro viaggio è Radda in Chianti. Sulla sommità di una collina ricoperta di boschi, tra le valli del fiume Pesa e dell'Arbia, fu nel '400, per volontà dei Medici, a capo della Lega del Chianti al posto di Castellina. L'antica cerchia di mura, ben conservata, racchiude il borgo medievale fortificato dalla forma ellittica. Merita sicuramente una visita così come la chiesa di S.Nicolò, del trecento, e il Palazzo Pretorio che possiede una facciata ornata con gli stemmi in maiolica dei Podestà, che si sono succeduti al governo. Nei dintorni si trova il Castello d'Albola, di proprietà di Gianni Zonin, uno dei maggiori imprenditori vitivinicoli, che oggi apre le porte della splendida dimora rinascimentale e di una delle più moderne cantine d'Italia. Castello d'Albola fu in epoca medievale un borgo fortificato. Quando il dominio fiorentino pacificò queste colline divenne una residenza patrizia, con intorno le case del contado, che sfoggia un giardino in tutto simile a quello di Boboli, anche se in dimensioni ridotte (Castello d'Albola a Radda in Chianti - Tel. 0577/738019).
Infine l'ultimo capoluogo dell'antica Lega è Castellina in Chianti. Le sue origini sono antichissime, come testimoniano i resti etruschi ritrovati nelle necropoli della zona; a quel popolo è anche attribuita l'introduzione della vite e la sua coltivazione in Toscana. Successivamente distrutta da un incendio, sopra un insediamento romano, fu edificato nel XIII sec. un borgo fortificato tagliato al centro da una direttrice che congiungeva le due porte d'accesso, oggi distrutte. Il castello nonostante le possenti mura difensive e il grande cassero, subì numerosi assedi e saccheggi. La vera particolarità urbanistica di questo paese è il camminamento d’origine militare, interrato lungo le mura: la suggestiva via delle Volte. Da visitare anche la chiesa di S.Salvatore, edificata in questo secolo, in stile neo-romanico, dove sorgeva la porta Fiorentina.
Nei paraggi potrete fermarvi nella cantina del castello di Fonterutoli (Castello di Fonterutoli a Castellina in Chianti - Tel. 0577/740476).
Un itinerario nel Chianti è un'ottima occasione per assaggiare oltreché i Chianti e i Supertuscans (alcuni uvaggi di sangiovese con cabernet e merlot; altri i più esclusivi, ottenuti da sangiovese in purezza) l'olio di queste colline che si fregia anch'esso del marchio Gallo Nero. Per i gourmet è anche un appetitoso incontro con i salumi del cuore della Toscana: le saporite spalle, il gustoso rigatino, i rari salami e prosciutti di cinta senese. Non vanno trascurati i pecorini, il marzolino e i biscotti con mandorle e cioccolato tipici della zona, deliziosi compagni del vinsanto, un passito ante-litteram, un'altra gloria della Toscana in bottiglia. Ma questa terra, dopo averci fatto gustare ottimi vini e una sapida cucina, può ancora offrire altre proposte. Girando per le strette vie dei borghi medievali, potrete fermarvi nelle piccole botteghe per comprare le terrecotte della tradizione toscana, decorate da sapienti artigiani; riscoprire nell'antro di volte antiche fabbri che ancora battono il ferro o ammirare, ripiegati nelle vetrine, merletti ricamati da mani femminili come gioielli preziosi.
Informazioni turistiche:
Pro Loco Radda in Chianti - Radda in Chianti - Tel. 0577/738494
Ufficio Turistico Comunale - Montalcino - Tel. 0577/849331

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