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BRUNELLO DI MONTALCINO '95 (QUELLO DEI FUTURES) "PRODOTTO CIVETTA" NELLA GDO. CASTELLO BANFI: "NON ABBIAMO STRUMENTI PER TUTELARCI"

"Non si tratta di sottocosto (che è illecito per legge). Ma quasi. Le vendite promozionali che, di recente, la grande distribuzione organizzata (gdo) sta facendo del Brunello di Montalcino '95 della Castello Banfi, quello stesso dei "futures", ci sta creando problemi d'immagine. Su queste operazioni, non c'è assolutamente l'assenso dell'azienda (il vino non viene comprato direttamente ma dai grossisti, ndr) e la legge non ci dà strumenti di tutela e garanzia. E quindi, nessuna possibilità di adire a vie legali. Un problema che non riguarda solo la Castello Banfi, ma tanti altri grandi prodotti ed imprese". Rodolfo Maralli, direttore marketing della Castello Banfi di Montalcino, replica così al disdicevole fatto di trovare in offerta nella gdo (sulle 39.000 lire), proprio in questi giorni, il Brunello di Montalcino '95, quello appunto alla base della famosa operazione dei "futures" (la Banfi è stata la prima azienda in Italia a lanciare questa forma di vendita). Episodi che fanno anche "sobbalzare" di fronte allo scaffale della gdo molti consumatori (che lo hanno fatto notare a WineNews) della famosa ed importante azienda di Montalcino.

I "futures" sul Brunello '95 (un "futures" è di 6 bottiglie), acquistato dalle enoteche direttamente dall'azienda (la Castello Banfi ha scelto, infatti, solo questo canale per l'elegante forma di vendita "en primeur") a 140.000 lire, sono stati poi rivenduti al consumatore finale a prezzi molti diversi da un'enoteca all'altra: dalle 180.000 lire fino alle 300.000 lire. Dunque, i consumatori-investitori che hanno pagato più di 230.000 lire per un "futures" (senza considerare l'immobilizzo, anche se piccolo, dei soldi dal '96, anno di vendita dei futures, al gennaio 2000, anno di uscita del Brunello '95), non hanno insomma fatto proprio un buon affare.

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