Dalla Cina al Brasile (Italia compresa), gli scaffali sono pieni di falso "made in Italy". A dirlo è l'Unione Nazionale Consumatori. Per il vino, le ricerche dell'associazione, condotte dal sociologo Salvatore Casillo, autore di un volume sull'argomento, affermano, tra l'altro, che "non si contano le imitazioni del Barbera wine, del Chianti wine e del Soave in America, quelle del Barolo un pò dappertutto, del Moscato d'Asti in Canada e dell'Asti spumante in Australia. Anche una gloria nazionale come il Brunello di Montalcino ha dovuto difendersi da una copia fatta in Brasile".
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