Il Novello è il primo vino dell'anno ed è preparato immediatamente dopo la vendemmia per poi essere consumato entro breve tempo, senza lasciarlo invecchiare. Gli antesignani di questo tipo di produzione a livello industriale sono stati i francesi della regione del Beaujolais, che prima della guerra e solo nelle annate precoci, spedivano delle piccole partite di "vin nouveau o de primeur" nei locali di Lione. Era un piccolo vino, fruttato, gradevole e senza pretese, ottenuto dalle uve Gamay, che per le sue caratteristiche di freschezza e anche per la novità, riscuoteva un grande successo tra il pubblico.
La sua vendita è stata marginale sino agli anni Settanta quando alcuni commercianti e vignaioli decisero che per il Beaujolais Noveau era il momento di partire all’assalto dei negozi di Parigi e del mondo intero: di fatto, si era creata un’occasione di mercato per una produzione, in particolare quella del Bas Beaujolais, che aveva pochi sbocchi commerciali. Successivamente un decreto del Governo francese del 5 novembre 1985 fissò il deblocage - cioè l’inizio della vendita - al terzo giovedì di novembre d'ogni anno. E' seguita poi un’abile campagna di comunicazione, che ha fatto diventare questa data un evento spettacolare di livello mondiale: alla mezzanotte, sotto l’egida dello slogan "Le Beaujolais Nouveau est arrivé", macchine, camion e aerei come in una moderna operazione militare partono dalle cantine e trasportano in brevissimo tempo le casse di Beaujolais in tutto il mondo - non senza incidenti gravissimi causati dalla fretta - dall’America al Giappone e naturalmente in Europa. Il successo è stato tanto e tale che anche altre regioni vinicole francesi - incluso Bordeaux - seguirono l’esempio del Beaujolais (l'area comprende 30 comuni, nella zona di Lione; le aziende da segnalare: Mommessin, che ha ogni anno fa dipingere l'etichette ad un artista, Domaine Berrod, Louis Tete, Thomas La Chevalière e Georges Duboeuf, quest'ultimo il vero signore del Beaujolais, in quanto controlla 500 viticoltori e 20 cooperative di produttori, che ha creato uno dei più moderni Musei vinicoli d'Europa). Ed anche l’Italia non si è lasciata sfuggire questa ghiotta occasione: sul finire degli anni Settanta, alcuni produttori (il primo è stato Angelo Gaja, seguito poi da Antinori) hanno iniziato a produrre le prime bottiglie di novello e da allora la produzione si è diffusa in tutte le regioni d’Italia utilizzando più di 60 diversi vitigni (sangiovese, merlot, barbera, corvina, rondinella, molinara, cabernet, marzemino …..) , a seconda dell’area di provenienza.
COME NASCE IL NOVELLO
La moderna scienza enologica deve molto agli intuizioni di Pasteur, uno dei più grandi chimici e biologi dell’Ottocento, che studiò per molti anni il vino e soprattutto la fermentazione e i suoi processi. E proprio da una sua intuizione sulla differenza d'odore e di sapore tra dei grappoli posti sotto una campana di vetro satura di anidride carbonica e quelli semplicemente conservati all’aria che il professor Flanzy nel 1934 sviluppò la tecnica di vinificazione per macerazione carbonica. La vinificazione del novello è abbastanza diversa da quella di un rosso tradizionale, ma non solo perché quest’ultima è molto più rispettosa dei processi di maturazione. La vinificazione per macerazione carbonica consiste nell’introdurre in un contenitore delle uve intere perfettamente sane per poi provocare l’asfissia delle cellule, con dell’anidride carbonica proveniente sia dalla fermentazione di un po’ di mosto - è il metodo del Beaujolais - sia immettendola meccanicamente. In entrambi i casi l’anidride carbonica svolge anche il compito di svuotare dall’aria il contenitore. La fermentazione in questo modo si svolge all’interno dell’acino, per via intracellulare, e la produzione di alcool favorisce il disfacimento delle sostanze coloranti e aromatiche contenute nella buccia degli acini. Al termine della macerazione carbonica, l’uva è tolta dal contenitore e pigiata. Poi nell’arco di 24/36 ore, a fermentazione alcolica terminata, si effettua la svinatura e si può procedere alla stabilizzazione e all’imbottigliamento. Secondo la legislazione italiana, il periodo di vinificazione non può essere inferiore a 10 giorni dall’inizio della vinificazione e in fase di imbottigliamento il vino novello deve contenere almeno il 30% di vino ottenuto dalla macerazione carbonica di uva intera. La gradazione alcolica non deve essere inferiore a 11% in volume ed il contenuto minimo degli zuccheri residui non deve superare i 10 grammi litro. Il vino così ottenuto ha delle caratteristiche organolettiche di vivacità e di freschezza molto pronunciate: il colore è di un rosso porpora, violaceo, l’olfatto è spiccatamente fruttato e il gusto, molto gradevole e beverino. Il novello può essere un Vino da tavola o a Indicazione geografica tipica oppure a Denominazione di origine controllata.
NOVELLO: I NOSTRI ASSAGGI
Alcune semplici regole nell'acquisto del Novello, che in enoteca ha prezzi che oscillano dalle 7.500 alle 12.000 (la media è, comunque, di 8.000/9.000 la bottiglia). Anche se di differente riuscita e valore, in generale, i Novelli d'Italia sono corretti ed hanno un buon rapporto qualità-prezzo (anche in funzione delle uve impiegate e della capacità dei produttori). E' da preferire, essendo un vino tecnologico, quello delle grandi case (Castello d'Albola, Zonin, Banfi, Ruffino, Duca di Salaparuta, Antinori, Frescobaldi, CaVit, Rocca delle Macie, La Vis). I prodotti da scegliere sono quelli ottenuti da macerazione carbonica totale e quelli doc (e quindi con rese per ettaro più basse).
Nei nostri assaggi 2000, i quattro preferiti sono:
Santa Costanza di Banfi: prodotto con le uve sangiovese, syrah e gamay ha profumi fruttati molto freschi e spiccati: una beva piacevolissima. Un bel novello dalla terra del Brunello.
Corvo Novello della Corvo di Salaparuta: le uve sono perricone e frappato. Ha profumi di lampone e frutta rossa. In bocca è molto spesso, morbido e persistente.
San Giocondo di Antinori: le uve sono sangiovese, con piccole percentuali di canaiolo, mammolo, ciliegiolo e colorino. Profumi fragranti, floreali. E' davvero molto piacevole in bocca.
Novello La Vis: le uve sono teroldego e lagrein. Vino dal particolare aroma, molto intenso, floreale e molto fruttato.
COME ABBINARLO E QUANDO CONSUMARLO
Uno dei motivi che hanno decretato il successo del Novello (sia rosso che bianco) è la versatilità dell'abbinamento. In particolare il rosso, può essere accostato, infatti, a tutte le pietanze, dall'antipasto al formaggio, dalla carne al pesce, senza particolari controindicazioni. Un calice di Novello può accompagnare un pasto veloce ed una merenda più sostanziosa, ma anche castagne arrosto o lesse. Per assicurare il massimo della godibilità, è bene servirlo fresco. La temperatura può essere abbassata fino a 10 gradi per piatti con sapori più marcati (salumi, formaggi). E' consigliabile una temperatura più elevata 14 gradi per minestre, pesce e frittate. I Novelli bianchi si consumano preferibilmente a 8 gradi con preparazioni a base di pesce e verdure. Che sia rosso o bianco, il novello va gustato nelle prime settimane: c'è chi a fine dicembre lo considera già vecchio. E' forse esagerato, ma comunque non andare oltre febbraio: si perderebbero le sue peculiarità, come il profumo-sapore fruttato, e la freschezza svanirebbe inevitabilmente.
OCCHIO AL RAPPORTO PREZZO-QUALITA’
Il novello è anche una sorta di volano dell’economia aziendale: in tempi brevi si vende con indubbi benefici per le entrate aziendali. Non solo ma facilita l’ammortamento degli impianti ed evita i costi e l’impiego di grandi spazi per lo stoccaggio. Inoltre, il novello serve anche a dare una prima proiezione sull’andamento della vendemmia e sui prezzi delle uve. Per i consumatori, è il piacere di assaggiare il nuovo vino dell’annata in una versione semplice ma di gusto accattivante e di facile abbinamento. Occhio però al prezzo e soprattutto alla qualità: anche tra i novelli, così come d’altra i novelli, così come d’altra parte succede con i vini "normali", possono esistere delle notevoli differenze.
IL CONCORRENTE : I NUMERI DEL BEAUJOLAIS NOUVEAU
La produzione di Beaujolais, nel '99, è stata di circa 1 milione di ettolitri: solo il 45% però diventa Beaujolais Nouveau (cioè 60 milioni di bottiglie, di cui 50% va all'estero). In Francia, la distribuzione del Beaujolais Nouveau è così articolata: per il 26 in cafes, hotels, restaurant; il 42% nei supermercati; il 32% nei canali specializzati. L'export interessa in particolare la Germania (26%), la Svizzera (16%), gli Usa (13%) ed il Giappone (10%). L'Italia è interessata solo per il 2%.
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