"Le critiche mosse dall’Unione Italiana Vini al taglio delle liste delle menzioni tradizionali da riportare nelle etichette dei vini, presentate dal nostro Paese, sono giuste". Ma la Confagricoltura ricorda inoltre che la questione, proprio per la delicatezza e la portata degli interessi in gioco, si sta trascinando da anni a Bruxelles. La Confagricoltura fa però rilevare che il taglio delle liste è una sorta di “male minore” rispetto ad un rischio ancora più grave: quello che fosse consentita, per i vini da tavola, l’indicazione del nome del vitigno e dell’annata di produzione. Tutto ciò avrebbe generato grande confusione tra i consumatori, a vantaggio, ovviamente, dei Paesi terzi nuovi produttori (Usa, Australia, Cile) che avrebbero così, in modo ingiustificato, potuto aumentare la propria pressione competitiva sui mercati a scapito del prodotto europeo.
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