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Viaggio in Sicilia: paesaggi di campagna, coste e natura, ma anche città di castelli, memorie archeologiche e peculiarità d'arte
di Silvia Airoldi

Il nostro viaggio in Sicilia propone un itinerario multiforme: l’interno con i paesaggi della campagna nissena, la costa che si protende verso l’Africa attraverso percorsi nella natura e nei suoi tesori. Città di castelli, monumenti, memorie archeologiche della nostra storia e ancora peculiaritá d’arte. Butera, Sughereta di Niscemi e Biviere di Gela, Gela e Caltagirone vi augurano buon viaggio!


BUTERA
Sorge su una collina, inserita in un bel contesto paesaggistico. A poca distanza dalla costa (Marina di Butera), che in questo tratto presenta spiagge di sabbia finissima e acque limpide. Lungo la strada che conduce ai villaggi sul mare si allineano boschi di pino e il parco di Comunelli, con aree di sosta attrezzate, all’ombra dei folti Eucaliptus.
Storia
Non si hanno notizie sicure sull’origine di Butera, ma di certo le sue radici affondano in epoca molto remota. Anche sulla genesi del nome resta il mistero; tra le interpretazioni c’è quella che vuole sia stata edificata da Bute, il primo re dei Siculi, da cui deriverebbe l’etimo. Comunque, questa terra appartenne ai Gelesi fin dall’epoca ellenistica, come testimoniano i reperti ritrovati nei dintorni, e nella necropoli di Piano Fiera i quattro strati di sepolture riportati alla luce datano dal VII al II secolo a.C. Nel V secolo d. C. Butera raccolse i contadini delle campagne che scappavano dalla furia dei Vandali, guidati dal feroce Genserico. Fu conquistata dai Saraceni, che la chiamarono Butirah e, durante la loro dominazione dall’854 al 1089, ne fecero una roccaforte inespugnabile. Ruggero il Normanno riuscì a prenderla solo dopo un assedio durato ben ventisei anni. Entrò dalla porta a nord, ribattezzata Porta Reale, e assegnò a Butera, dopo la difficile conquista, il titolo di Contea. La città conobbe un periodo di prosperità tanto che la sua fama in quell’epoca era paragonabile a quella di Catania, Messina, Siracusa e Noto. Nel 1392 il re aragonese Martino concesse Butera e le terre circostanti ad Ugone Santapau, che aveva avuto il merito di favorire l’espansione degli Aragona in Sicilia. Solo nel 1565 il re Filippo II assegnò il titolo di principe di Butera alla famiglia Branciforte, che, nel frattempo, aveva ereditato il Feudo e le terre d’intorno. La famiglia che deve il suo nome ad un avo, che aveva combattuto eroicamente - fino alla perdita delle mani - al fianco di Carlo Magno contro i Mori, mantenne il titolo e i possedimenti fino al 1805. In quell’anno, Stefania Branciforte, principessa di Butera ed unica erede, sposò in seconde nozze Giuseppe Lanza Branciforte, duca di Calastra e i patrimoni delle due famiglie s’unirono. Principe di Butera divenne il primo titolo del Regno di Sicilia, con la prerogativa di comandare un ramo del Parlamento siciliano (il Braccio Feudale). Il resto è storia recente.
Da vedere
Il Castello arabo normanno di Butera - Si erge sull’estremità meridionale di Butera, unico nel territorio nisseno a sorgere all’interno della città. In origine il castello era costituito da torri collegate da alte mura che definivano una vasta area fortificata. Se ne ha notizia dell’esistenza già al tempo dell’emiro Alaba, signore di Butera, che l’occupava nell’854. La forma attuale si deve a Guglielmo II che ricostruì il castello dopo la sua distruzione nel 1161, ad opera di Guglielmo I, detto il “Malo”. La parte rimasta costituiva una delle torri, innalzata probabilmente alla fine del Trecento. Roccaforte inespugnabile e al centro della storia di Butera, il castello é anche protagonista di leggende. Secondo le credenze popolari, un lungo percorso sotterraneo lo unisce al castello di Falconara. La realtà vuole che entrambi i manieri siano stati concessi da re Martino I al fedele Ugone Santapau e quindi tutti e due facevano parte della Contea di Butera: facile congiungerli con un tunnel invisibile.
Info: aperto tutti i giorni tranne il sabato. Rivolgersi all’annessa Biblioteca tel. 0934/346888 oppure al Comune.
Palazzo Comunale - E’ una costruzione a forma triangolare, che occupa due vie. Nel fronte laterale un bel portale ad arco del XV secolo.
Chiesa Madre - A nord della città, vicino a Porta Reale si trova la chiesa di San Tommaso. Pianta a croce latina, all’interno si possono ammirare gli splendidi stucchi di Giovanni Maienza e i dipinti di Domenico Provenzano.
Altri monumenti - Chiesa di S. Francesco, contiene una croce in legno con un Cristo dipinto del Domenichino. Chiesa di San Rocco, patrono di Butera.
Siti archeologici - Sul territorio sono state portate alla luce numerose testimonianze del passato, che partono dalla preistoria fino al Medioevo. Piano della Fiera é una necropoli a strati sovrapposti che abbracciano un arco temporale dal IX al II secolo a.C. con importanti reperti dell’età del Ferro, e significative tracce dell’ellenizzazione di Butera. La necropoli rupestre di Dessueri mostra i segni dell’età del Bronzo nelle oltre 3000 piccole grotte, disseminate tra i territori di Butera e Mazzarino. Fontana Calda è il sito archeologico che documenta il culto religioso delle acque e della Dea dalle molte corone, praticato già nel VI secolo a.C., passato attraverso l’età romana e arrivato fino all’epoca bizantina.
Castello di Falconara - Sulla strada che da Butera porta a Licata, dopo pochi chilometri, si arriva a Falconara. Tra le dune di sabbia, i cespugli di fichi d’india, circondato da un lussureggiante palmeto (voluto da Caterina Branciforte, principessa di Butera) sorge il castello di Falconara, probabilmente elevato sui resti di un precedente edificio normanno. Ben visibile dal mare - è l’unico della provincia nissena a sorgere sul litorale - ha tipiche forme medievali e dalle sue torri si sorvegliava la costa per difendersi dalle incursioni dei pirati. Il nome Falconara deriva dalla grande torre quadrata, dove venivano allevati i falchi, addestrati per la caccia. Info: proprietà privata.
Dove dormire
Azienda Agrituristica Farm Ospitalità di Campagna (****)
Contrada Strada Butera - tel. 0934385087
Hotel Stella del Mediterraneo (***)
Ss 115 contrada Faino-Falconara - tel. 0934349004
Lido degli Angeli (*)
Contrada Falconara Lido - tel. 0934349054
Dove mangiare
Hotel Stella del Mediterraneo
Contrada Faino - tel. 0934349004
Lido degli Angeli
Contrada Falconara Lido - tel. 0934349054
La Lepre
via Bartoli 22 - tel. 0934346398
Azienda Agrituristica Michelsara
Contrada Tenutella - tel. 0934349058


SUGHERETA DI NISCEMI E BIVIERE DI GELA
Sorprende che in territorio collinare, spesso arido, si trovino dei veri tesori della natura. Si tratta d’aree umide lacustri dove vivono una flora e fauna davvero caratteristiche, ambienti fluviali, aree boschive popolate da vegetazione tipicamente mediterranea. Nella provincia nissena sono sette le riserve naturali che si estendono da nord a sud. Partendo da Butera, percorrere la strada per Gela. Dopo circa 14 km. uscire a Niscemi. A nord-est del paese si trova la Sughereta. Sulle ultime propaggini dei Monti Iblei si trova questa vasta area boschiva, riserva naturale, ricca di Querce da sughero, Lecci, Roverelle e Carrubi. E’ un tipico esempio di macchia-foresta mediterranea e di essa se ne ha notizia fin dal 1601.
Sughereta di Niscemi
Ente Gestore: Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana
Info: Ispettorato Rip.le delle Foreste - Distaccamento di Niscemi - tel. 09339543308 e Ispettorato Rip.le delle Foreste - Distaccamento di Caltanissetta - tel. 0934584488 Proseguendo in direzione del mare, sulla strada provinciale che da Butera conduce a Gela (ss 115) direzione Vittoria. Dopo circa 5 km. uscita per il lago Biviere. E’ un ambiente palustre, considerato “zona umida internazionale”. Qui si consiglia di fare birdwatching perché sono numerosissime le specie d’uccelli migratori e stanziali che popolano il lago. E’ facile osservare: Germano reale, Spatola, Moretta tabaccata, Martin Pescatore, Cannaiola, Cavaliere d’Italia e altri ancora. Fanno parte delle curiosità della natura i Macconi, le formazioni di dune, che separano la costa interna dal mare.
Riserva Naturale Orientata Sughereta di Niscemi
Ente Gestore: LIPU - Consiglio Regionale Siciliano, Palermo - tel/fax 091320506 - www.ntv.it/lipu.gela


GELA
Merita davvero una sosta questa città nissena, che s’affaccia sul mare che guarda la sponda d’Africa, estesa su una dolce collina tra l’Acropoli greca da un lato e le fortificazioni di Capo Soprano dall’altro.
Storia
Secondo lo storico Tucidide, l’antica Lindioi fu fondata dai Rodio-Cretesi nel 689 a.C. Protagonista nella storia e con un ruolo determinante nello scacchiere politico-economico del V secolo a.C. contrapposto al polo cartaginese, Gela fu uno scalo obbligatorio per le navi, cariche di merci, provenienti da tutta l’area del Mediterraneo (sulla costa è stata ritrovata una nave greca che conteneva anfore e suppellettili per il trasporto delle merci). Subì poi le distruzioni di Cartaginesi e Agrigentini, senza tornare mai all’antica magnificenza. Nel Medioevo, l’imperatore Federico II fondò sul sito originario la città di Terranova. Solo nel 1927 Gela ha riacquistato il suo primitivo nome. Le spiagge bianche e sabbiose del litorale hanno visto lo sbarco degli Alleati nel luglio del 1943: da qui è iniziata la liberazione.
Acropoli
Le testimonianze dell’antica Acropoli greca finora portate alla luce risalgono al IV secolo a. C. Si riconoscono tra i ruderi le case e le botteghe, sovrapposte a piccoli edifici per il culto e i resti delle possenti fortificazioni che difendevano la città. Nel parco vicino una colonna dorica assieme ai resti del tempio dedicato alla dea Athena. Nel museo archeologico di Molino a Vento sono raccolti importanti reperti e antiche collezioni preziose.
Capo Soprano
Ad ovest di Gela si trova l’area archeologica di Capo Soprano. L’interessante e possente cinta muraria fu edificata da Timoleonte nel IV secolo a. C. Queste fortificazioni greche, scoperte il 1948 e il 1954, possono essere considerate uno degli esempi più belli e meglio conservati dell’architettura militare antica. Molto particolare è la tecnica di costruzione.
Da vedere
Nei monumenti del centro storico si leggono le tracce del passato attraverso gli stili che si sono seguiti nel tempo. Il Medioevo, il Neoclassico e il Barocco sono le epoche più rappresentate. La chiesa Madre che sorge proprio nella piazza Umberto I, ritrovo e salotto di Gela, ha forme settecentesche e particolari in stile barocco. Chiesa di S.Agostino. E’ l’edificio religioso più antico della città, costruita nel periodo della nascita di Terranova (l’antica Gela rifondata da Federico II). Castello Svevo o Castelluccio. Si erge su un’ampia collina di gesso a difesa della valle interna, lungo il fiume. Se ne ha testimonianza dell’esistenza già in un atto di donazione datato 1143, in epoca normanna. Nel XIV secolo è compreso nelle proprietà del feudo di Anselmo Da Moach e in seguito passa agli Aragona. Ha forme essenziali, rigorose, presenta mura spesse e torrioni quadrangolari.
Altri Monumenti
La Chiesa di San Francesco di Paola con un bel portale in stile barocco e la Chiesa del Rosario, la cui cella del campanile è rivestita di maiolica colorata. All’interno pregevoli pale e affreschi.
Dove dormire
Hotel Sileno (***)
Ss 117 bis km 92, località Giardinelli - tel. 0933911144
Sole (*)
Via Lungomare, 32 - tel. 0933925292
Dove mangiare
La Gondola
Contrada Femmina Morta - tel. 0933918216
Il Delfino
Via Siracusa, 8 - tel. 0933924513
Villa delle Mimose
Viale Indipendenza, 11 - tel. 0933935271


CALTAGIRONE
Nell’origine del nome è contenuto il destino della città famosa per le maioliche. Dall’arabo qal’at al ghiran, rocca dei vasi, se ne deduce che l’arte di Caltagirone era già praticata in epoca antica. Di particolare bellezza e simbolo della città è la Scala di S. Maria del Monte. Fu costruita nel Seicento per unire la parte alta del paese, dove aveva sede il potere religioso, con quella bassa, luogo del potere civile. E’ composta di 142 gradini che mostrano nell’alzata splendide maioliche policrome. La storia della maiolica è raccontata in ordine cronologico, in dieci settori (uno per ogni secolo), attraverso i differenti stili delle popolazioni che hanno abitato il territorio: Arabi, Normanni e Spagnoli. Dal 19 maggio fino al 2 giugno si festeggia la Madonna di Condomini. In quest’occasione la scala viene decorata e abbellita con decorazioni floreali. E’ davvero uno spettacolo suggestivo e d’atmosfera gioiosa che coinvolge Caltagirone con addobbi, ghirlande festeggiamenti e una sfilata conclusiva. Da assaggiare una golosità dolce: la frutta martorana, fatta di pasta di mandorla e tanto bella e perfetta da sembrare vera! Ogni terza domenica del mese, fino a giugno, si tiene ‘a Travatura, un mercatino dell’antiquariato che ospita spettacoli di pupi e cantastorie.
Dove dormire
Grand Hotel Villa San Mauro (****)
Via Porto Salvo, 14 - tel. 093326500
Hotel Monteverde (**)
Via delle Industrie, 11 - tel. 093353682
Agriturismo Il Casale delle Rose
Contrada Santo Stefano - tel. 093325064
Dove mangiare
La Scala
Scala S.Maria del Monte, 8 - tel. 093357781
La Piazzetta
Via Vespri, 20 - tel. 093324178
La Vecchia Locanda
Via Infermeria, 20 - tel. 093327150

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