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BUONE VACANZE … ! CONSIGLI PER UN BEL BRINDISI D’ESTATE E UNA RACCOMANDAZIONE: BUON GUSTO A TAVOLA !

Italia
Un bel brindisi!

Nel prendere un po’ di meritato riposo, lasciamo ai lettori qualche consiglio sul brindisi dell’estate (!). Non solo, unendoci al pensiero del famoso gastronauta Davide Paolini (“la gastronomia non deve essere equiparata alla moda … perchè un vino o un piatto non durano l’espace d’un matin”), invitiamo gli appassionati di WineNews ad un’estate il cui slogan sia “no sushi, no cabernet”. Insomma, una vacanze da fare all’insegna del pesce crudo all’italiana da abbinare proprio ai tanti vini della nostra penisola (magari lasciando da parte, per una volta, i “grandi” rossi !). E così, con il “crudo all’italiana”, perché non mettere un bel rosso da pesce come la marchigiana Lacrima di Morro d’Alba, il trentino Marzemino, il veneto Bardolino, il ligure Rossese e l’immancabile Chianti giovane … Altri due consigli: si può tranquillamente ordinare, senza essere guardati male, un secchiello di ghiaccio per metterci del “rosso” ed, inoltre, attenzione alle mode culinarie dei vip: non seguitele mai, costano salato e molto spesso sono di pessimo gusto !
Andiamo quindi con alcuni consigli:
Rossi “giovani” e rosati
Lacrima di Morro e Cerasuolo di Vittoria, giovani per un pasto non troppo importante e per accompagnarli magari al pesce. Ma non dimentichiamoci dei rosati. Come lo Scalabrone di Antinori, che nasce in Toscana, o come il Cerasuolo di Vittoria. Attenzione anche per i calabresi di San Francesco e Librandi. Ragionando di rossi vengono in mente i Marzemini trentini (Bossi Fedrigotti e Cantina d’Isera), la Lacrima di Morro marchigiana (ottima quella di Umani Ronchi, ma di questa regione indiminticabile è il Verdicchio tra i bianchi: scegliete Garofoli), il Rossese di Dolceacqua ligure, la folta schiera dei grignolini piemontesi. In alternativa, un Sangiovese di Romagna (da provare Villa Pandolfa), un Chianti giovane (Rocca delle Macie), un Morellino (Castello di Montepò di Biondi Santi e Le Pupille), una Cesanese laziale (Schiaffo di Colacicchi), un Salice Salentino (Cantele) pugliese, l’Etna rosso (Benanti) o una Monica di Sardegna (Santadi).
Le bollicine: non solo Franciacorta
L'estate è la stagione migliore per accostarsi alle bollicine. Dopo una rapida rassegna di bottiglie da tenere di conto (Ca' del Bosco Annamaria Clementi, Brut Bellavista, Magnificentia di Uberti), si può puntare anche sull'ampia gamma Berlucchi, su Il Mosnel o sulla debuttante Cantina Muratori. Quindi, sul top Giulio Ferrari “Riserva del Fondatore” in Trentino, ma anche le più economiche bollicine della Cesarini Sforza, sul Firmato di Cavit ed sul "promozionato" Rotari di MezzoCorona. In Piemonte, puntate su Contratto, con l'Asti De Miranda, o il Brachetto di Vigne Regali (Banfi) per stare sul dolce. Quindi, il Cartizze di Bisol in Veneto o il Prosecco ancora di Bisol, di Ruggeri o di Foss Marai. Nell'Oltrepò Pavese, selezionate il Millesimato de Il Bosco (è una tenuta di Gianni Zonin, ndr), ottimo spumante per qualità e prezzo a base di pinot nero. Ma anche il Sud può regalare sorprese: come gli spumanti siciliani Scammacca da Nerello Mascalese.
Sui bianchi ? Puntate sugli autoctoni
Vermentino, Tocai, Timorasso: riscopriamo gli autoctoni. Ma d’estate, andiamo anche sul bianco, puntando sugli autoctoni (se proprio volete uno Chardonnay, puntate su quello meraviglioso di Planeta o sul più economico, sempre siciliano, ma validissimo della Cantina Settesoli, Mandrarossa). Al Nord, in Piemonte, andiamo con un Gavi de La Scolca o con un Timorasso di Franco Maria Martinetti. Quindi, celebrare la Garganega sia sottoforma di Soave (Pieropan, Cantina di Castello, Coffele) che di Gambellara (Il Giangio) e scopriamo l’immenso giacimento friulano. Grandi Tocai (Livio Felluga, Ronco delle Cime di Venica & Venica, Villa Russiz) ma anche piccole gemme come la Malvasia di Paolo Caccese, la Ribolla di Colutta. E anche il pinot bianco di Hass in Alto Adige, il grande Gewurztraminer (Colterenzio, Termeno, San Michele Appiano), e il Muller Thurgau trentino (Maso Roncador della Cantina La Vis), magari insieme alla Nosiola. E ancora ecco un Pigato ligura (Lupi) o un Vermentino delle Apuane (Fratelli Cima) o di Maremme (Violino di Fiorella Lenzi). Quindi, in Umbria, con l’Aurente di Lungarotti, il Grechetto di Caprai o di Sportoletti e l’immenso Cervaro della Sala di Antinori. E poi il Greco o il Fiano di Feudi di San Gregorio, i grandi sardi come Cala Silente o Castamolino, un vino enorme come il Chiarandà del Merlo in Sicilia, l’emergente Insolia del Feudo di Butera o una novità come il Greco di Botromagno in Puglia. Prosit !
Redazione WineNews

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