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CONTRO LA CRISI INTERNAZIONALE SERVE UN PERCORSO EUROPEO CONDIVISO: ITALIA ALLEATA CON FRANCIA E SPAGNA NEL SEGNO DEL VINO. IL PENSIERO DI PIERO MASTROBERARDINO, PRODUTTORE, CHE, RUMORS, DANNO PER RICONFERMATO AL VERTICE DI FEDERVINI

Un percorso comune per il vino del Vecchio Continente, Italia alleata con Francia e Spagna contro la crisi: è la possibile via tracciata da Piero Mastroberardino, produttore e, stando ai rumors, presidente riconfermato di Federvini di Confindustria (Federazione Italiana Industriali Produttori, Esportatori e Importatori di Vini, Acquaviti, Liquori), che, domani a Roma, con la partecipazione del presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, tiene l’assemblea annuale (che vede anche il rinnovo della cariche per il prossimo triennio e la presentazione di una ricerca sullo stato di salute del vino).

Un rapporto su cui pesa una forte contrazione dell’economia e dei consumi in generale. E se segnali più incoraggianti giungono dall’export, nonostante l’euro pesante, il vino italiano continua a dover fare i conti con uno scenario internazionale aggressivo e in casa propria con infiniti lacci e laccioli che altri paesi produttori certo non devono scontare. “La crisi evidenzia ancor più le carenze e le esigenze di evoluzione normativa - spiega Mastroberardino - che i settori chiedono da tempo e sui quali avevano riposto molte attese. Le nostre imprese non hanno potuto mettere in campo una maggiore dinamicità delle nostre imprese, sé si è potuta contrastare la agilità nelle scelte e nell’accesso alle opportunità di mercato che i nostri più diretti concorrenti dimostrano di avere”.

Da qui la speranza che le prossime scelte economiche del Governo e la sospirata riforma dell’Organizzazione Comune di Mercato, aprano una stagione nuova per le imprese vinicole e non solo. “La riforma, alla luce di questo quadro evolutivo, assume particolare significato - spiega ancora - tutti i precedenti interventi sono stati caratterizzati da una impostazione totalmente orientata al vigneto. Oggi si impone una revisione dando altrettanta attenzione al mercato ed al vino, perché in questo settore della filiera si è avuto il maggior confronto con i nostri concorrenti. E vorrei anche parlare della Cina, che nessuno connota come Paese produttore di vino, ma che ha già un vigneto di 450.000 ettari, pari al 60% del nostro”.

Per il futuro il produttore e presidente di Federvini richiama all’ordine Spagna, Francia ed Italia perché “hanno la responsabilità di studiare e trovare insieme idonee soluzioni e percorsi. Se così non fosse le crisi dei singoli comparti nazionali saranno ancora più forti e metteranno in difficoltà quel binomio territorio-marche aziendali che fino ad oggi sono state la nostra bandiera. Con gli stessi due elementi - aggiunge - invece si dovranno valorizzare territori di congrue potenzialità di mercato, se necessario interrompendo - capisco che siano scelte non facili, ma d’altra parte ineludibili - la proliferazione di riconoscimenti di difficile appeal anche sul mercato interno”.

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