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RICERCATORI: ESAMI NON DISTINGUONO TRUCIOLI DA BARRIQUE. GARANTIRE CONSUMATORE CON ETICHETTE TRASPARENTI ANCHE EXTRA-UE

Allo stato attuale non è possibile distinguere, attraverso esami di laboratorio del vino, gli aromi di legno dati dai trucioli, le cosiddette chips, dalla tradizionale pratica enologica dell'invecchiamento in barrique (botti piccole). Lo ha precisato, oggi a Roma, n ell'audizione informale in Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, il direttore dell'Istituto sperimentale per l'enologia di Asti, Mario Ubigli che ha sottolineato che contro eventuali truffe al commercio "non ci sono possibilità di controllo analitico".
Il via libera Ue all'invecchiamento tramite i trucioli, ha ricordato Ubigli, è "frutto di un lungo percorso di sperimentazione dell'Oiv che ha potuto verificare l'efficacia della soluzione-chips per dare odore di legno, sia in termini tecnici che economici, per i vini da tavola. L'invecchiamento tramite trucioli resta però inapplicabile - secondo l'Istituto sperimentale per l'enologia di Asti - nei prodotti in cui il consumatore ha attese di specificità sensoriali e qualità varietali forti, come i vini a denominazione di origine controllata.
Il vigneto Piemonte, ad esempio, è tutto Doc e quindi si aspetta una tutela dello sforzo di valorizzazione compiuto da decenni sul territorio. Ribadiamo pertanto un no - ha detto il direttore del centro di ricerca astigiano - ai trucioli per le Doc mentre è valutabile l'utilizzo per i vini da tavola, senza però indurre in errore il consumatore che va informato nelle scelte di acquisto e garantito da possibili truffe in commercio".

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