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E’ MORTO L’ENOLOGO PIEMONTESE CARLO CORINO, UNO DEGLI ARTEFICI PRINCIPALI DEI SUCCESSI DELL’ENOLOGIA SICILIANA

Si è spento all’età di 68 anni Carlo Corino, enologo piemontese che tanto ha fatto per l’enologia siciliana. Personaggio schivo e fuori dai clamori del talvolta convulso mondo del vino italiano, era un tecnico di primissimo piano per esperienza e perizia.
Il suo nome è indissolubilmente legato alle fortune dei Planeta, che, nel 1989, lo coinvolgono in quello che sarà uno dei progetti enologici più importanti per il rilancio della Sicilia del vino. Impegnato nei due fronti della Cantina Settesoli e di Planeta, introduce tecniche e accorgimenti che, per quell’epoca erano di assoluta innovazione e impensabili in un territorio allora enologicamente arretrato, mutuandoli dalla lunga esperienza condotta in Australia.
Corino, infatti, albese di nascita, dopo un breve periodo lavorativo in Langa, aveva scelto di perfezionarsi all’estero, prima in Etiopia e, poi, appunto in Australia. Questa esperienza cosmopolita ha pesato non poco sul suo approccio al vino, basato prima di tutto su una grande apertura mentale e un costante lavoro di studio e di aggiornamento, “nutrito” dai moltissimi contatti che Corino si era costruito in mezzo mondo.
Ricca anche la sua attività di consulenza: dalle aziende laziali D’Amico e Castel de Paolis alla trevigiana Barollo, passando per Frescobaldi, fino alla recente collaborazione con Cavit. Carlo Corino è morto, dopo una lunga malattia, ieri in Toscana, dove viveva.

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