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MADE IN ITALY: STOP A INGANNI A TAVOLA PER SALUTE ED ECONOMIA. LO VUOLE LA COLDIRETTI CHE OGGI A BOLOGNA HA PROTESTATO CONTRO IL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE, DE CASTRO ... LA CRONACA NEI MINIMI PARTICOLARI

Un vero e proprio attacco al made in Italy a tavola sembra essere l’obiettivo di alcuni recenti provvedimenti come la contaminazione ogm nei prodotti biologici senza alcuna indicazione in etichetta, l’arrivo nel 2007 sulle tavole del primo vino italiano invecchiato con la “segatura” anziché con la maturazione in botti di legno e la mancata applicazione dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti che ha provocato la proliferazione del falso made in Italy a tavola: dal pomodoro cinese all’olio tunisino fino al prosciutto olandese spacciati come italiani. Queste le ragioni dello slogan “Giu’ le mani dalla qualità italiana” scelto dalla più grande manifestazione degli agricoltori degli ultimi dieci anni promossa dal Presidente della Coldiretti Sergio Marini a Bologna, capitale dell’agroalimentare nazionale. In poco più di un anno, con Paolo De Castro alla guida del Ministero del Politiche Agricole, sono state assunte decisioni per annacquare la qualità del made in Italy con l’effetto di danneggiare i consumatori e le imprese.
Nel corso di questi ultimi dodici mesi - ha sottolineato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini - il Ministro delle Politiche Agricole ha di fatto vanificato ogni ipotesi di concertazione con i soggetti rappresentativi della categoria: alla trattativa ‘scoperta’ e condivisa, De Castro ha sistematicamente preferito l’ineffettualità delle cene, dei tavoli ‘ristretti’, delle consultazioni assembleari, più spesso ancora degli incontri informali ammiccanti e mai vincolanti.
D’altro canto le sue “non scelte”, la sua manifesta non volontà di portare in Europa la stagione del consumo responsabile, la sua non volontà di contrastare la rendita e gli interessi di alcuni grandi soggetti dell’industria agroalimentare - segnalerebbero che De Castro - sottolinea Marini - ha messo in atto un’autentica inversione di tendenza di quel percorso innovativo che noi abbiamo fortemente contribuito a disegnare e avviare in Italia e in Europa.
Il risultato è stato che, in controtendenza con l’andamento generale, nei primi quattro mesi dell’anno, è aumentato il deficit commerciale nell’agroalimentare (-5,1%). Nel primo trimestre - precisa la Coldiretti - sono aumentate del 150 per cento le importazioni di concentrato di pomodoro dalla Cina dopo il tentativo del ministro di cancellare l’obbligo dell’etichetta di origine, del 30% gli arrivi di olio di oliva da mischiare con quello nazionale, del 10,4% quelli di frutta destinata ad essere spacciata come made in Italy perchè sono praticamente scomparsi i controlli. Secondo una indagine della Coldiretti solo un frutto su quattro nei banchi di vendita rispetta le norme sull’etichettatura di provenienza, nell’indifferenza generale.
E’ il risultato - denuncia la Coldiretti - di un politica commerciale del Ministro De Castro che, ad esempio, propone l’importazione delle bufale anziché impegnarsi per l’esportazione delle mozzarelle campane e che assiste passivamente all’aumento delle importazioni di prodotti simbolo del made in Italy, come l’olio di oliva proveniente dalla Spagna e dalla Tunisia, destinato ad essere imbottigliato in Italia per diventare magicamente Made in Italy, a causa dei ritardi accumulati nell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle olive.
E ancora più scandalosamente, nonostante l’invasione di prodotti alimentari cinesi sui  mercati nazionali, non è ancora possibile esportare in Cina la frutta e la verdura Made in Italy o i nostri prosciutti per la mancanza di adeguati accordi, nonostante i ripetuti proclami.
Una debolezza o incapacità negoziale che si riflette anche sul piano comunitario dove l’Italia non è riuscita ad ottenere nella riforma dell’ortofrutta l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del prodotto trasformato con la possibilità addirittura di vendere come italiana la macedonia in scatola composta da ananas e acini di uva extracomunitaria, prugne bulgare e pere cinesi.
Un conto che potrebbe ulteriormente aggravarsi se sarà realizzato il disegno ministeriale di ottenere ulivi, vite, pomodoro, melanzana, fragola, ciliegio, agrumi e kiwi geneticamente modificati (Ogm).
La presenza di contaminazioni da Ogm in vino, olio e conserva di pomodoro - sostiene la Coldiretti - danneggerebbe l’immagine complessiva del made in Italy alimentare e causerebbe danni economici irrimediabili. Oltre la metà degli stranieri (55%) eviterebbe gli alimenti interessati e addirittura il 15% rifiuterebbe tutti i cibi nazionali causando un danno stimato pari a 5,4 miliardi di euro per il solo calo delle esportazioni, secondo una stima della Coldiretti elaborata sulla base dei risultati della ricerca Inran sull’impatto degli Ogm sui consumatori esteri di alimenti made in Italy. E le preoccupazioni relative ai consumi - prosegue la Coldiretti - riguardano anche i cittadini nazionali: tre italiani su quattro (74%) sono convinti che i prodotti contenenti Organismi Geneticamente Modificati (Ogm) non fanno bene alla salute secondo l’indagine Coldiretti Ispo sulle abitudini alimentari
La mancanza di trasparenza sull’origine degli alimenti in etichetta e i tentativi di omologazione con gli Ogm sono un terreno fertile alla clonazione e falsificazione del Made in Italy nel mondo. All’estero - sottolinea la Coldiretti - è falso un prodotto alimentare italiano su quattro con le esportazioni di prodotti alimentari dall’Italia che raggiungono il valore di 16,7 miliardi di euro e rappresentano appena un terzo del mercato mondiale delle imitazioni di prodotti alimentari made in Italy che vale oltre 50 miliardi di euro.  E il recente parere dell’Avvocato Generale della Corte di Giustizia Unione Europea sul Parmesan, che non obbliga gli stati membri dell’Unione ad intervenire in caso di falsi, è solo l’ultima dimostrazione evidente della debolezza contrattuale italiana in sede comunitaria.
 Le difficoltà sul piano internazionale si riflettono anche a livello nazionale dove, nonostante gli annunci ripetuti, solo uno dei ventotto provvedimenti amministrativi di competenza ministeriale previsti nella finanziaria è stato emanato. Rimangono nel cassetto: dal decreto per le nuove società agricole a quello per la gestione assicurativa delle calamità atmosferiche e per le crisi di mercato, dalla vendita diretta degli agricoltori alle intese di filiera.
Particolarmente grave è che di fronte alle drammatiche previsioni sui cambiamenti climatici e mentre in tutto il mondo si investe nelle potenzialità di energia pulita delle campagne, l’Italia delle bioenergie rimane a secco ed è ultima in Europa nei biocarburanti perché - precisa la Coldiretti - non sono stati emanati i decreti attuativi per la produzione di agroenergie anche da micro-impianti per esaltare il valore ed il legame con il territorio italiano. Si tratta in realtà di un solo esempio poiché pesanti ritardi riguardano praticamente tutte le misure previste in finanziaria per il settore.
Con la manifestazione - conclude il presidente della Coldiretti Sergio Marini - noi chiediamo al Ministro un deciso cambio di rotta verso una politica agricola legata al territorio che valorizzi l’impresa nell’interesse dei cittadini e dei consumatori.
La manifestazione e’ anche l’occasione per comprendere fino in fondo il posizionamento del governo sul modello di agricoltura attento alla qualità che proponiamo. Il peso di una rappresentanza cosi diffusa ci obbliga, in mancanza di una chiara assunzione di responsabilità da parte del Ministro e del Governo, a proseguire con nuove e più decise iniziative di mobilitazione dopo l’11 luglio.

La qualita’ del made in Italy da difendere
Etichettatura di origine -
A causa della mancata applicazione dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti, in Italia due prosciutti su tre venduti in Italia provengono da maiali stranieri senza nessuna informazione per i consumatori. Nei supermercati è straniero l’olio contenuto in quasi una bottiglia su due, ma ai consumatori vengono presentate tutte come italiane perché sulle etichette non è obbligatorio indicare l’origine delle olive ed è quindi possibile “spacciare” come Made in Italy miscugli di olio spremuto in Italia da olive spagnole, greche e tunisine. E il pomodoro diventa conserva italiana senza alcuna indicazione.
Vino invecchiato con la segatura di legno (trucioli) invece delle tradizionali botti - Nel 2007 è stato dato il via libera all’invecchiamento artificiale del vino con segatura di legno (i cosiddetti trucioli) al posto delle tradizionali botti per il 70% della produzione nazionale senza una indicazione chiara in etichetta.
Mancati controlli sulle etichette della frutta e verdura in vendita - Nel 2007 sono aumentate del 10,4% le importazioni di frutta estera che una volta giunta in Italia viene spesso spacciata come Made in Italy per la mancanza dei controlli previsti dalla legge che obbliga ad indicare, oltre al prezzo, la provenienza, la varietà e la qualità della frutta in vendita. Secondo una recente indagine nei banchi di vendita, tre etichette su quattro non sono in regola con l’indicazione obbligatoria della provenienza. La mancanza delle etichette con l’indicazione dell’origine impedisce - spiega la Coldiretti - di fare scelte consapevoli e di capire quali prodotti sono di stagione nel nostro Paese e quale è quindi il momento migliore per acquistare le ciliegie o le pesche, che naturalmente non sono presenti in Italia 12 mesi all’anno.
Gli Ogm nel biologico e nei prodotti tradizionali - Il Ministero delle Politiche Agricole non è riuscito a contrastare a Bruxelles il regolamento che consente la contaminazione dello 0,9% nei prodotti biologici. Sta sostenendo il disegno di ottenere vite, pomodoro, melanzana, fragola, ciliegio, agrumi e kiwi geneticamente modificati (Ogm), con rischi per la  contaminazione e per il futuro di prodotti simbolo del Made in Italy alimentare l’ambiente.
Il progetto di ottenere viti, olivi, pomodori e agrumi geneticamente modificati - Dal Ministero delle Politiche Agricole sono stati presentati i protocolli per la sperimentazione in campo di Ogm su viti, olivi, pomodori e agrumi con il rischio di inquinamento dei prodotti base della dieta mediterranea made in Italy.
Il made in Italy taroccato - Nel mercato globale sono falsi tre prodotti alimentari Made in Italy su quattro. Negli Stati Uniti il 90% di formaggi di tipo italiano è realizzato in realtà in California e nel Wisconsin.
Fonte: elaborazioni Coldiretti  

In particolare - Le richieste della Coldiretti
La centralità della concertazione come metodo di confronto tra le vere rappresentanze e le Istituzioni; forte azione di sensibilizzazione in Europa per affermare la centralità del consumatore europeo, dei suoi interessi, delle sue aspettative; emanazione dei decreti attuativi della legge 204 sull’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine dei prodotti agricoli contro il falso Made in Italy; emanazione dei decreti attuativi per la produzione di agroenergie da micro-impianti che esaltino il valore ed il legame con il territorio italiano; applicazione dell’ocm ortofrutta e dell’ocm vino coerentemente con quanto già previsto ed attuato dalla Riforma Fischler del 2003; emanazione dei Decreti previsti dalla Finanziaria 2007 (dalle bioenergie alle vendite dirette, dalle società agricole alle assicurazioni per i rischi di mercato e atmosferici); stabilizzazione di alcuni dei regimi fiscali in agricoltura; promozione di un nuovo rapporto di filiera fondato sulla possibilità per l’impresa agricola di giocarsi il suo ruolo in condizioni di pari opportunità con il resto degli attori economici.
 

Gli slogan e le “chicche” folcloristiche della Coldiretti a Bologna 
“Ministro, Giù le mani dalla qualità italiana”
“Il vino buono si invecchia in botte senza segatura”
“Grazie de Castro!! senza etichetta e controlli le importazioni crescono: +150% pomodoro dalla Cina, +30% olio di oliva e + 10,4% la frutta straniera da spacciare come italiano”
“Una follia: ogm nei cibi biologici - ministro De Castro ma con chi stai??”
”Girasoli nel motore: l’Italia rimane a secco - grazie De Castro !!!”
“Giù le mani dalla qualità italiana!  giù le mani dal nostro futuro!”
“Chi boicotta l’obbligo dell’origine in etichetta per l’olio d’oliva ?”
“No alle importazioni illegali - no alle carni clonate - no ai cibi modificati geneticamente”
- Il simbolo della manifestazione un cartello che mostra un bambino spaventato con la scritta “Sei proprio sicura che quello che mangia tuo figlio non contenga schifezze ? Mamma è ora di dare battaglia”
- Insieme ai trattori una Ferrari alimentata a bioetanolo e un pullman a biodiesel sono in prima fila a dimostrare che lo sviluppo delle energie pulite dalla campagna può contribuire a contrastare i cambiamenti climatici, diversificare le fonti di approvvigionamento e alleggerire il peso delle bollette su tutti i cittadini.
- Tra le curiosità una vera e propria esposizione di gigantografie di falsi made in Italy scovati dalla Coldiretti in giro per il mondo contro i quali si denuncia un immobilismo che causa danni alle imprese agricole ed inganna i consumatori sul mercato globale.
- Ma anche un gruppo di procaci ragazze vestite da botte con la scritta “Il vino buono si invecchia in botte senza segatura” a dimostrare la contestazione al Ministro delle Politiche Agricole De Castro che ha dato il via libera all’invecchiamento artificiale con segatura di legno nel 70% della produzione vinicola nazionale.

 
Coldiretti - Agricoltura: le cifre Italia
L’agroalimentare made in Italy rappresenta circa il 15% del Prodotto Interno Lordo (Pil), secondo solo al comparto manifatturiero, ma esprime anche i livelli qualitativi più elevati come dimostra il fatto che nel rapporto presentato dalla Fondazione Symbola si evidenzia che con il 46,1% del Prodotto Interno Qualità (Piq) l’agricoltura conquista il posto d’onore, dopo il commercio, nella speciale classifica che misura la qualità della crescita nelle diverse accezioni (legame con il territorio, valorizzazione risorse umane, innovazione, posizionamento e competitività). E si tratta di un risultato ottenuto - sottolinea la Coldiretti - grazie all’impegno di quasi un milione di imprese agricole presenti in Italia le quali curano un territorio di quasi 15 milioni di ettari, che rappresenta quasi la metà dell’intera superficie nazionale. Una attività che ha consentito di raggiungere primati quantitativi con l’agricoltura italiana che è in Europa il primo produttore di riso, tabacco, frutta fresca e ortaggi freschi; il secondo produttore di fiori, uova, pollame vini e mosti; il terzo produttore di carne bovine, barbabietola da zucchero, di frumento.
L’agricoltura italiana ha fatto la scelta di una campagna libera da organismi geneticamente modificati, che ha conquistato:
- la leadership europea nel biologico. In Italia si trovano un terzo delle imprese biologiche europee e un quarto della superficie bio dell’Unione superando il milione di ettari (1.067.101,66 ettari) con 49.859 imprese agricole. L’Italia ha conquistato il podio nella classifica mondiale del biologico davanti a Stati Uniti e Brasile ed è preceduta soltanto da Australia e Argentina, tutti Paesi che hanno la disponibilità di terreni coltivati enormemente più grande di quella nazionale.
- la leadership europea nei prodotti tipici. Sono 159 i prodotti a denominazione o indicazione di origine protetta riconosciuti dall’Unione Europea, 107 Dop e 52 Igp (49 prodotti ortofrutticoli, 38 oli extravergini di oliva, 33 formaggi, 28 prodotti a base di carne, 3 prodotti da panetteria, 3 spezie o essenze, 2 aceti, 2 prodotti di carne e frattaglie fresche e 1 miele). 
- sono 484 i vini a denominazione di origine controllata (Doc), controllata e garantita (Docg) e a indicazione geografica tipica (316 vini Doc, 33 Docg e 135 Igt pari ad oltre il 60% della produzione vinicola nazionale).
- il record a livello comunitario nella sanità della frutta e verdura con una percentuale di irregolarità dell’1,3 per cento che è di tre volte inferiore a quella registrata in Spagna, di tre volte e mezzo a quella in Francia e quasi sei volte a quella rilevata in Olanda.
- una ricchezza unica nei prodotti agroalimentari tradizionali. Nell’ultimo, recentissimo elenco (settima revisione) sono 4.372 le specialità tradizionali censite dalle Regioni in quanto ottenute secondo metodiche praticate sul territorio in modo omogeneo e regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni. 
- un paesaggio unico che è metà di un crescente flusso turistico nei 772 parchi e aree protette presenti in Italia che coprono ben il 10% del territorio nazionale. Una tendenza confermata dalla crescita dell’agriturismo che puo’ contare in Italia su 16.000 aziende agricole.
- una grande credibilità e responsabilità nei confronti dei consumatori. Tre italiani su quattro (76%) sono d’accordo sul fatto che “se il prodotto alimentare è italiano sono più sicuro da dove proviene e quindi mi fido di più” e per questo quasi nove su dieci (86%) ritengono che dovrebbe essere sempre indicato nelle etichette il luogo di allevamento o coltivazione dei prodotti contenuti negli alimenti secondo l’Indagine 2005 Coldiretti-Ispo sulle opinioni degli italiani sull’alimentazione.
Fonte: Coldiretti

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