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OCM VINO: SECONDO UNO STUDIO DELLA COMMISSIONE EUROPEA L’OCCUPAZIONE CALERA’ DEL - 5,1% E I PREZZI DEL -7% CON L’ENTRATA IN VIGORE DELLA NUOVA ORGANIZZAZIONE COMUNE DI MERCATO. A RISCHIO PARTE DELLE CANTINE COOPERATIVE E DELLE DISTILLERIE

Riduzione dei prezzi del vino del 7%, calo dell’occupazione nel 2009 del 5,1%, cessazione dell’attività di una parte delle attuali 8600 cantine cooperative o vinificatori privati mentre alcune distillerie europee potrebbero essere spinte a chiudere. Sono gli effetti più critici che avrà la riforma europea del vino nei primi anni della sua entrata in vigore. E’ quanto prevede una valutazione d’impatto dell’Ocm vino realizzata dalla Commissione Europea.
Con l’entrata in vigore dell’Ocm vino la Commissione prevede “un progressivo assorbimento delle eccedenze vitivinicole”.
“Tuttavia - si legge nella relazione - il settore dovrebbe fare i conti con una riduzione dei prezzi a breve termine (di circa il 7%) ma garantirebbe, col passare del tempo la loro stabilizzazione. In ogni caso - sempre secondo lo studio - la riduzione dei prezzi corrisponderebbe ad una perdita di reddito a breve termine per i produttori di vino”.
La Commissione si aspetta poi che nell’anno della più alta percentuale di estirpazione dei vigneti (il 2009) l’occupazione nelle aziende scenda del 5,1%, il calo si dovrebbe ridimensionare gradualmente negli anni successivi per stabilizzarsi attorno a -3,3%.
Percentuale che - secondo la Commissione - corrisponde al decremento dell’occupazione agricola previsto nell’ipotesi del proseguimento del regime attuale. Il regime di estirpazione provocherà - sempre secondo la relazione - la cessazione dell’attività di una parte delle attuali 8600 cantine cooperative o vinificatori privati che occupano circa 76000 persone in tutta l’Unione Europea. D’altra parte - sottolinea la Commissione - le cantine cooperative potrebbero essere spinte a ingrandirsi e fondersi fra loro razionalizzando il settore. Quanto alle distillerie (che solo in Italia, Francia e Spagna raggiungono il numero di 256 con 6800 addetti), alcune potrebbero essere spinte a chiudere in seguito all’abolizione delle misure alla distillazione, soprattutto quelle per i sottoprodotti. Nel documento di valutazione d’impatto la Commissione rileva anche come la riforma proposta “aumenterebbe il livello di sussidiarietà” della normativa di settore, dal momento che la dotazione finanziaria nazionale permetterebbe agli Stati membri di scegliere tra una serie di misure alternative.

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